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F1 2026 – Lo spettro del monopolio

Adrian Newey, la techstar che dal primo marzo opererà a pieno regime in Aston Martin, mette in guardia sull'instaurazione di una nuova "formula motore". Ma la storia è davvero ripetibile?

Diego Catalano by Diego Catalano
28 Gennaio 2025
in F1, F1 Analisi e tecnica, News
Tempo di lettura: 5 minuti
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Ferrari F1-75

Dettaglio dello scarico della Ferrari F1-75

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F1 2026 – Corsi e ricorsi storici. La Formula Uno può davvero ricadere nell’incubo (per Liberty Media) del monopolio tecnico dopo un periodo, seppur breve, in cui ha trionfato l’incertezza e, di conseguenza, lo spettacolo? Sì, e a dirlo non è l’ultimo degli sprovveduti, bensì la figura più importante che esista nella massima serie proprio sul fronte della progettazione: Adrian Newey.

F1 2026 – La storia si ripete?

“Penso che ci possa essere una grande possibilità che si tratti di una formula di motore, all’inizio“, ha detto l’ex Red Bull ad Auto Motor und Sport. “La realtà è che non riesco a ricordare un’altra volta in cui sia il regolamento del telaio che quello del motore sono cambiati contemporaneamente e dove, in questo caso, il regolamento del telaio è stato scritto per cercare di compensare quello della power unit“.

“Penso che i produttori di motori avranno imparato in una certa misura dalla mancanza di preparazione che i rivali della Mercedes hanno avuto prima di quel cambiamento. Ma ci può essere la possibilità che un produttore esca bene in testa e diventi un regolamento dominato dalle power unit, almeno all’inizio”.

“E c’è la possibilità che, se si tratta di un motore a combustione, qualcuno se ne esca con un moto dominante, che duri per tutta la durata della fase normativa, perché il modo in cui sono scritti i regolamenti è abbastanza difficile per le persone che sono indietro recuperare. Se si tratta di un aspetto elettrico, c’è molta più capacità di recuperare se si è in ritardo“, ha ammonito Newey.

Aston Martin: la nuova era con Adrian Newey, investimenti da milioni e ambizioni da campioni

I limiti di un regolamento incatenante

Newey solleva una questione importante che potrebbe addirittura acuire la situazione che si delineò all’alba del 2014, quando furono introdotte le power unit turbo-ibride che videro la Mercedes sciorinare un certo vantaggio che la concorrenza riuscì a serrare solo dopo anni di lavoro e di sforzi sovrumani.

All’epoca i vincoli del budget cap erano inesistenti e non era ancora stato introdotto il sistema di contingentamento delle ore di lavoro in base alla classifica. Ancora, la Formula 1 non procedeva con il congelamento delle norme per un certo lasso di tempo una volta impostate come accade ora. Questa realtà potrebbe rappresentare un serissimo ostacolo da superare nel momento in cui un solo soggetto dovesse stagliarsi sulla concorrenza per l’aver trovato una soluzione più efficace. 

Lo spauracchio del team forte sarebbe difficilmente sconfiggibile con l’attuale quadro normativo che è totalmente anelastico sia nella sostanza che nella maniera in cui va a formarsi. A tal riguardo vi invitiamo a consultare questa guida in cui si spiega come si creano le norme in Formula Uno: leggi qui.

F1 2026 – Differenze col passato e speranze cui appigliarsi

Nonostante un quadro regolamentare rigido e incatenante, esistono differenze sostanziali con quanto avvenne ormai dodici stagioni fa. All’epoca dei fatti i team si consegnarono letteralmente alla volontà della Mercedes che, tramite Dieter Zetsche, visionario e leader gigantesco, convinse i team principal e soprattutto la proprietà della serie, allora in mano a Bernie Ecclestone, a introdurre le motorizzazioni ibride nelle quali la Stella a Tre Punte era in netto anticipo avendo iniziato a maneggiare quella tecnologia molto tempo prima dei rivali.

Questo tipo di scenario oggi non è immaginabile. Le nuove unità propulsive, pur presentando novità di rilievo determinate dall’aumento della quota elettrica tramite un solo motogeneratore, l’MGU-K che resta dopo l’abolizione dell’MGU-H, andranno in continuità con quelle usate fino a questo momento.

Ancora, i biocarburanti non rappresentano una rivoluzione totale in quanto è una tecnologia alla quale i team e la F1 stanno lavorando da anni con incrementi percentuali progressivamente più elevati. Insomma, i motoristi non cadono dal pero e al momento non sembra esserci un soggetto più pronto degli altri in virtù di una tecnologia rivoluzionante. 

Mercedes Power Unit
Un tecnico osserva la perfetta installazione di una power unit Mercedes – Crediti foto: Mercedes HPP

Osservando il quadro dei costruttori 2026, ad eccezione della Audi che debutta con tutti i rischi del caso (si ricordi l’esordio drammatico della Honda), ci sono altre realtà ben solide. Red Bull Powertrains, che rappresenta una stuzzicante novità, opera ormai da anni e potrebbe essere più pronta di quanto si possa immaginare. Honda, nonostante la revisione dei piani industriali ha ri-serrato i ranghi e non sembra essere in ritardo. 

Poi ci sono loro, Mercedes e Ferrari, le aziende che non hanno subito scossoni e/o variazioni operando con continuità e dimostrando di avere propulsori e conoscenze in grado di vincere gare e titoli. In sintesi: Mercedes High Performance Powertrains ha almeno un rivale solidissimo e altri che non saranno a distanze siderali come accadeva dopo l’interregno di Sebastian Vettel.

E questo non è un particolare da sottovalutare visto che segna una differenza nettissima con un contesto storico, quello di metà Anni Dieci, in cui emerse un solo punto di riferimento con avversari totalmente imbambolati dalla forza di un team che, per ammissione di Andy Cowell, uno dei fautori di quel vantaggio clamoroso, poteva permettersi di far girare le proprie vetture a scartamento ridotto, senza spingere davvero. Politica adottata anche per non mettere la pulce nell’orecchio ai vertici della categoria. 

In ultima analisi, la Formula Uno attuale si è data degli archi temporali comunque non troppo dilatati per provvedere a cambiamenti normativi importanti. Si sa già che nel 2030, dopo quattro stagioni in cui opererà il nuovo contesto, si potrebbe giungere a ulteriori variazioni che possono seguire la parabola tracciate dal settore automotive e soprattutto che possa raccogliere l’eventuale successo dei biocarburanti. Un ritorno a motori meno complessi ma totalmente ecosostenibili non è una chimera, lo ha più volte spiegato Stefano Domenicali. 

Per queste ragioni si ritiene che la Formula 1 possa evitare altre stagioni di assolo e che la variabilità possa continuare nonostante lo stravolgimento regolamentare preteso da Liberty Media. Ancora un anno e poco più e sapremo se si materializzeranno gli spettri di Adrian Newey o se avrà ragione il legislatore che non ipotizza l’emersione di un soggetto forte. 


Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Aston Martin, Scuderia Ferrari

Per chi volesse utilizzare questo scritto si ricordi di citare la fonte, l’autore e/o il titolare dei diritti sui materiali e l’indirizzo web da cui sono stati tratti. Grazie.

Tags: Analisi e TecnicaF1F1 2026News
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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