Nel pieno di una fase di transizione per la F1, con il regolamento 2026 di cui presto vedremo gli effetti (i primi test sono previsti tra meno di un mese, leggi qui), attorno a Mercedes si è rapidamente consolidata una convinzione: il costruttore anglotedesco sarebbe il grande favorito sul fronte power unit. Una dinamica che negli ultimi mesi ha preso corpo tra addetti ai lavori e analisti, fino a trasformarsi quasi in una certezza anticipata. Pesa, forse, l’esperienza del 2014, quando il reparto powertrains di Brixworth sfornò un gioiello che ha permesso al team di riferimento di spadroneggiare in lungo e in largo in quell’annata e in quelle immediatamente successive.
Una certezza che, però, James Vowles non accetta. E non per opportunismo di facciata, ma per una precisa volontà di smontare un racconto che, secondo il team principal della Williams, non poggia su basi reali. Le sue parole, riportate da RN365, vanno lette come parte di una presa di posizione più ampia, che vede l’intero ecosistema Mercedes stringersi a difesa del proprio lavoro e, allo stesso tempo, respingere le accuse provenienti dall’esterno.

“Nessuno lo sa. Nessuno di nessun produttore di motori sa dove cadranno davvero i valori”, afferma Vowles senza mezzi termini. Un messaggio chiaro: chi oggi parla di gerarchie definitive sul 2026 sta facendo, nella migliore delle ipotesi, un esercizio di immaginazione.
Il punto più delicato arriva però subito dopo, quando Vowles entra nel merito del clima che si sta creando attorno al tema: “Parte delle speculazioni che sono emerse era che un team e un produttore di unità motorie cercavano di creare una narrazione per ottenere dei cambiamenti, per essere completamente chiari”. Una frase che pesa, perché chiama direttamente in causa il gioco politico che tradizionalmente accompagna ogni grande cambio regolamentare in Formula 1.
F1 2026: Mercedes vittima di un racconto strumentale
In altre parole, secondo Vowles, l’idea di una Mercedes già dominante nel 2026 non nasce da dati certi, ma da un racconto funzionale a orientare il dibattito, le percezioni e forse anche le decisioni regolamentari. Un’accusa precisa, che trova sponda in un atteggiamento sempre più compatto del mondo Mercedes, deciso a difendere il proprio lavoro senza alimentare aspettative irrealistiche.
Williams, cliente storico del costruttore, è inevitabilmente al centro di questa discussione. La squadra di Grove arriva al cambio regolamentare in una posizione insolitamente forte dopo aver chiuso quinta nel campionato e, soprattutto, dopo aver scelto consapevolmente di sacrificare lo sviluppo a breve termine per concentrare risorse e attenzione sul progetto 2026. Una politica che ha portato il team a essere già molto avanti nella produzione della monoposto di nuova generazione.

L’abbinamento tra questo approccio radicale e il motore Mercedes ha alimentato l’entusiasmo attorno alla squadra, trasformandola, in certe ricostruzioni tutte da verificare, in una potenziale sorpresa del nuovo ciclo. Ma è proprio qui che Vowles frena. Non solo per proteggere il suo team da aspettative eccessive, ma anche per ristabilire un principio di realtà tecnica: “Dubito fortemente che la Ferrari abbia fatto un lavoro scadente, sono molto bravi a fare tutto bene anno dopo anno”.
Il riferimento a Maranello non è casuale. Vowles ricorda come Ferrari abbia storicamente prodotto unità propulsive competitive e come, al di là dei problemi di affidabilità emersi nella prima parte del 2022, il livello tecnico del Cavallino resti elevatissimo. Allo stesso modo, sottolinea come Honda abbia realizzato nel 2025 un motore di riferimento, a dimostrazione del fatto che il quadro competitivo è tutt’altro che scontato.
“Quest’anno Honda ha prodotto un motore di riferimento, quindi non penso che sarà come nel 2014”, spiega Vowles, evocando volutamente l’era del dominio Mercedes, quando il vantaggio tecnico era tale da trascinare con sé tutte le squadre clienti. Un parallelismo che, secondo il team principal della Williams, non è replicabile nel contesto attuale.
Eppure, nel respingere la narrativa di una Mercedes imbattibile, Vowles non sminuisce affatto il lavoro svolto a Brixworth. Al contrario, ne riconosce la solidità, inserendola però in un quadro più equilibrato: “Mercedes? Stiamo lavorando specificamente sul 2026 con loro dall’inizio del 2024, quando abbiamo firmato l’accordo [il prolungamento dell’intesa]. Quello che posso dire è che hanno fatto una buona preparazione. Vediamo cosa significa”.
È una posizione che riflette perfettamente la linea del gruppo Mercedes in questo momento: nessuna promessa, nessuna fuga in avanti, nessuna accettazione delle etichette cucite dall’esterno. Toto Wolff e i vertici tecnici sanno di avere un vantaggio strutturale rispetto ai nuovi costruttori, come Audi e Red Bull Powertrains, soprattutto in termini di forza lavoro e infrastrutture. Ma sanno anche che Ferrari e Honda rappresentano avversari pienamente attrezzati per giocarsi la partita.
Nel caso di Honda, il ritardo iniziale dovuto all’annuncio – poi ritrattato – di un’uscita dalla F1 pesa come una variabile, ma non come una condanna. Nel caso Ferrari, invece, i recenti “intoppi” (uscita di Wolf Zimmermann) emersi sul fronte propulsori vengono letti come il segnale di un approccio aggressivo, ad alto rischio, più che come una debolezza strutturale.

Le parole di Vowles, per chiudere, sono un messaggio rivolto a un paddock che già cerca certezze prima ancora che le vetture scendano in pista. Un invito alla cautela, ma anche una difesa esplicita del lavoro Mercedes contro accuse, sospetti e narrazioni costruite ad arte. Alla fine, come sottolinea lo stesso ex capo stratega della compagine di Brackley, tutto si ridurrà a un “gioco di indovini” fino ai primi test.
Solo allora emergeranno i veri rapporti di forza. E non saranno nemmeno definitivi a ben guardare. Fino a quel momento, Mercedes e il suo mondo fanno quadrato, respingendo le pressioni esterne e ribadendo un concetto semplice ma spesso dimenticato in Formula 1: nulla è deciso finché il cronometro non inizia a parlare.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Williams
Seguici e commenta sul nostro canale YouTube: clicca qui





