Lewis Hamilton sta vivendo probabilmente una delle fasi più complicate della sua straordinaria carriera. Dopo quattro stagioni difficili con le monoposto ad effetto suolo (tre con Mercedes e una con Ferrari), il britannico si prepara al grande con il Cavallino Rampante nei regolamenti che stravolgeranno la F1.
La speranza è che il 2026 possa rappresentare un nuovo inizio. E a credere in questa possibilità non è solo il diretto interessato – che è costretto a farlo per dare senso all’operazione Ferrari – ma anche Flavio Briatore che si è espresso con ottimismo sul futuro del campionissimo inglese.
Non è un mistero che Hamilton abbia faticato ad adattarsi a questa generazione di vetture. Nelle ultime stagioni è stato in difficoltà nel confronto coi suoi compagni di squadra. Una situazione che ha alimentato dubbi e interrogativi sul declino del britannico, ma che secondo Briatore ha una spiegazione ben precisa: la complessità dell’attuale Formula 1.

L’ottimismo di Briatore per il 2026
Il manager Alpine ha espresso parole di incoraggiamento per Hamilton in vista del cambio di regolamento: “Prima o poi, risolverà i loro problemi. È una persona molto brava, ma la Formula 1 oggi è molto complicata, con sette vetture in due decimi. Quest’anno, l’unica squadra veramente competitiva è la McLaren. L’anno prossimo tutto cambierà e anche lui lotterà per il podio. Con le nuove vetture, Hamilton lotterà di nuovo per la vittoria, è sempre fantastico“, ha riportato AutoMoto.it
Briatore aveva già manifestato la speranza di vedere Fernando Alonso in lizza per il titolo nel 2026, e ora aggiunge anche Hamilton alla lista dei campioni che potrebbero tornare protagonisti. Un auspicio che dà qualche speranza a tifosi un po’ depressi: rivedere battaglie tra questi due fuoriclasse sarebbe uno spettacolo imperdibile.
Il rapporto mai nato con Ferrari
Durante l’intervista, Briatore ha anche affrontato una domanda che in molti si sono posti nel corso degli anni: come mai un italiano di successo come lui non abbia mai lavorato per la Ferrari? La risposta è stata diretta, nello stile di dirigente cuneese: “Ho già i miei problemi. Sono stato vicino alla Ferrari solo nel box, nessuno mi ha mai chiesto di andarci“.
L’ex team principal ha poi ricordato un episodio significativo della sua carriera: “So che quando ero alla Benetton, la Ferrari ha dovuto prendere da me 12 o 13 persone per vincere, a partire da Michael Schumacher“. Un riferimento all’esodo che seguì il secondo titolo mondiale di Schumacher nel 1995, quando il tedesco e buona parte del team tecnico della Benetton si trasferirono a Maranello per dare inizio a una nuova era di successi.

Il tributo a Luca di Montezemolo
Briatore ha chiuso con un riconoscimento a Luca di Montezemolo: “È stato ed è un grande manager con una leadership straordinaria, ma anche lui ha dovuto aspettare cinque anni per vincere, non è mai facile“.
Una considerazione che sottolinea quanto sia complesso vincere in Formula 1, anche per squadre blasonate come Ferrari, e quanto tempo e lavoro siano necessari per costruire un progetto vincente. Ora non resta che attendere: il 2026 ci dirà se Briatore aveva ragione e se Hamilton saprà ritrovare quella magia che lo ha reso uno dei più grandi piloti di sempre.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, Alpine F1
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