Il quarto e ultimo incontro annuale della F1 Commission si è svolto ieri, venerdì 14 dicembre 2025, a Londra. Una riunione che inevitabilmente ha avuto il 2026 come tema dominante: l’anno della più vasta rivoluzione regolamentare dell’era moderna, destinata a cambiare linguaggio tecnico, identità delle vetture e modalità con cui i team interpreteranno la Formula 1 del futuro. Una rivoluzione che, nelle intenzioni dei regolatori, dovrebbe favorire sorpassi più sorprendenti (leggi il focus di Formulacritica) ma anche restituire maggiore “pulizia visiva” allo spettatore.
La questione estetica non è marginale. Nel cambio regolamentare del 2022, con vetture più “corpose” e sempre al limite del peso minimo, molti team avevano scelto di spogliare le livree di ampie porzioni di vernice per risparmiare grammi preziosi. Non solo un fenomeno estetico, ma una tendenza che in alcuni casi aveva reso difficile distinguere le monoposto, spesso ridotte a un intreccio di carbonio grezzo.
Per frenare questa deriva, dal 2026 la FIA introdurrà l’obbligo di verniciare o rivestire con adesivi almeno il 55% della superficie visibile della vettura, sia lateralmente sia dall’alto. Un modo per preservare identità, riconoscibilità e valore commerciale delle livree, senza però incidere in modo sostanziale sulla libertà progettuale.

La riunione, presieduta dal gran cerimoniere Stefano Domenicali e dal direttore tecnico federale Nikolas Tombazis, con la presenza dei team principal, ha inoltre approvato un’apertura sui numeri di gara, fissi dal 2014. È stata avanzata infatti una proposta che consentirà ai piloti di cambiarli nel corso della carriera, una modifica pensata per dare maggiore flessibilità al branding personale e per permettere eventuali riallineamenti durante cicli sportivi specifici.
Doppi pit stop in F1: opzione in ponderazione, ma non per il 2026
Ma il tema più atteso, e al tempo stesso quello destinato a rimanere sospeso, è quello del doppio pit stop obbligatorio. La Commissione, al termine del confronto, non ha trovato un accordo: la questione resta aperta. Al momento nessuna decisione definitiva è stata presa, e l’ipotesi di imporre due cambi gomme per ogni Gran Premio rimane confinata a Montecarlo, unica eccezione già prevista.
La Federazione Internazionale dell’Automobile ha chiarito che la discussione proseguirà nel corso della stagione 2026, segnale che qualsiasi modifica – qualora venisse approvata – non entrerebbe in vigore prima del 2027. È il vero punto nevralgico della riunione: un cambiamento potenzialmente in grado di rivoluzionare la strategia di gara rimane quindi congelato, rinviato a una fase più matura dell’interpretazione tecnica del nuovo regolamento.

Sul fronte tecnico-operativo, la F1 Commission ha infine affrontato il tema delle Aerodynamic Testing Restrictions (ATR), ovvero la scala dei test aerodinamici che i team possono eseguire in base alla posizione ottenuta nel Costruttori. È in fase di delineamento un aggiornamento del sistema, che mira a rendere le ATR più coerenti con le tecnologie moderne e con una gestione dei costi sempre più stringente. Una rifinitura pensata per evitare distorsioni competitive e migliorare la gradualità con cui Place de la Concorde bilancia i carichi di lavoro tra le varie squadre.
La sensazione generale è quella di un regolamento in via di consolidamento, con alcuni tasselli già perfettamente incastrati e altri – come il doppio pit stop – ancora in sospensione. Da questo punto di vista l’idea di procrastinare la decisione è condivisibile: si intende attendere l’effetto delle nuove norme per capire se necessario l’intervento più corposo del legislatore. Che non è mai cosa buona se si verifica in corso d’opera: significa che qualcosa è andato storto.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari HP, McLaren F1
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