Nel disegno regolamentare che porterà la Formula 1 alla rivoluzione del 2026 c’è una consapevolezza pienamente maturata: il vero nemico dello spettacolo è l’incapacità cronica delle monoposto moderne di restare vicine in percorrenza di curva, dove l’aerodinamica diventa fragile, instabile e fortemente dipendente dalla qualità del flusso in ingresso.
F1: il fallimento del ciclo normativo 2022-2025
L’esperienza del ciclo regolamentare iniziato nel 2022 è stata, sotto questo profilo, istruttiva. Le nuove vetture a effetto suolo avevano inizialmente centrato l’obiettivo principale: ridurre l’impatto dell’aria sporca e consentire a chi inseguiva di mantenere una quota molto più elevata di carico aerodinamico rispetto al passato. Nei primi mesi si era osservato un salto netto rispetto alla generazione precedente, con una perdita di carico sensibilmente inferiore per la vettura che seguiva. Era la dimostrazione pratica che il concetto regolamentare funzionava.
Tuttavia, come spesso accade in Formula 1, lo sviluppo ha progressivamente scavato delle crepe nel progetto originario. Le squadre, spinte dalla ricerca della prestazione assoluta, hanno individuato aree del regolamento capaci di restituire carico e stabilità alla vettura singola, ma a prezzo di un peggioramento delle caratteristiche della scia. Il risultato è stato un lento ma costante decadimento dei benefici iniziali: le monoposto che hanno corso fino a un mese restano comunque migliori rispetto a quelle pre-2022, ma sono diventate più difficili da seguire rispetto all’inizio del ciclo.

Il punto chiave è che questo degrado non è casuale. È il prodotto di precise scelte aerodinamiche. Endplate dell’ala anteriore, condotti dei freni anteriori, bordo del fondo: tutte zone che, nel tempo, sono state sfruttate per generare outwash, ovvero per spingere i flussi verso l’esterno, allontanando le turbolenze delle ruote anteriori dal fondo vettura. Una soluzione estremamente efficace per chi progetta la macchina singola, ma devastante per chi segue, perché amplifica la scia laterale e rende il flusso ancora più sporco e disordinato.
Qui nasce il conflitto strutturale tra squadre e Federazione Internazionale. I team cercano stabilità e carico locale; il legislatore , invece, guarda al comportamento del sistema nel suo complesso. Ed è proprio da questa frattura che prendono forma le regole 2026.
La F1 e i tifosi sperano nelle nuove regole
Il nuovo pacchetto regolamentare non si limita a introdurre un’auto diversa, ma tenta di correggere in modo mirato le lezioni apprese. L’obiettivo è ribaltare la filosofia dominante degli ultimi anni: meno outwash, più inwash, ovvero flussi richiamati verso l’interno della vettura, con una gestione più controllata delle turbolenze generate dalle ruote anteriori. In questo modo, la scia diventa meno distruttiva e più prevedibile per chi segue.
L’aspettativa tecnica è evidente: all’inizio del nuovo ciclo le vetture dovrebbero essere in grado di mantenere una percentuale di carico aerodinamico molto elevata anche in aria sporca superiore alla generazione ormai andata in pensione. È un passaggio delicato perché si sposta il concetto di “facilitare i sorpassi” dal semplice rettilineo alla fase più critica del giro: la curva, dove le monoposto soffrono maggiormente.

Naturalmente, nessuno si illude che il problema venga eliminato per sempre. La Formula 1 resta un ambiente competitivo e, con il tempo, lo sviluppo tenderà inevitabilmente a erodere parte dei benefici iniziali. Ma la vera ambizione del regolamento 2026 è diversa: rendere questo decadimento più lento e meno profondo, evitando che le vetture tornino rapidamente a essere ipersensibili alla scia come accaduto in passato.
La direzione è quindi tracciata. Le nuove regole non cercano solo di creare auto più efficienti o più sostenibili, ma puntano a una Formula 1 in cui il pilota possa restare vicino all’avversario anche nei tratti più complessi dei circuiti senza perdere improvvisamente carico, fiducia e prestazione. Superare il problema dell’aria sporca non è più un obiettivo astratto: è il fulcro tecnico attorno a cui ruota la categoria del futuro.
illustrazioni: Chiara Avanzo per Formulacritica
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