Oggi, 25 agosto, la Formula 1 riapre i battenti dopo la pausa estiva visto che termina ufficialmente la serrata imposta dai regolamenti. Ma il rientro in pista, ahinoi, potrebbe avere il sapore di una formalità. Restano dieci appuntamenti da Zandvoort ad Abu Dhabi, eppure la trama del campionato è già delineata. Non c’è spazio per ribaltoni, non ci sono margini per sorprese: la McLaren è l’unica vera forza in campo e l’unico tema sportivo rimasto vivo è il confronto interno tra Oscar Piastri e Lando Norris. Tutto il resto è rumore di fondo.
F1 2025: le gare restanti
- 29-30-31 agosto – Paesi Bassi, circuito di Zandvoort;
- 5-6-7 settembre – Italia, circuito di Monza;
- 19-20-21 settembre – Azerbaigian, circuito di Baku;
- 3-4-5 ottobre – Singapore, circuito di Marina Bay;
- 17-18-19 ottobre (prevista Sprint Race) – Stati Uniti, circuito di Austin;
- 24-25-26 ottobre – Messico, circuito Hermanos Rodrìguez;
- 7-8-9 novembre (prevista Sprint Race) – Brasile, circuito José Carlos Pace;
- 20-21-22 novembre – Las Vegas, circuito della Strip di Las Vegas;
- 28-29-30 novembre (prevista Sprint Race) – Qatar, circuito di Lusail;
- 5-6-7 dicembre – Abu Dhabi, circuito di Yas Marina.

F1 2025: verso un epilogo scontato?
Il motivo per cui non ci si aspettano scossoni è semplice e, al tempo stesso, profondamente politico. Non si tratta solo di differenze tecniche tra le monoposto, né di un improvviso calo di competitività da parte di Ferrari, Mercedes o Red Bull. La verità è che la stagione 2025 è stata sacrificata in partenza dal legislatore, che ha messo in conto che a un certo punto tutte le energie venissero dirottate sul 2026, anno della rivoluzione normativa. Con il budget cap a strozzare i margini di spesa e il futuro a incombere con nuove power unit, telaio ridisegnato ed aerodinamica profondamente riscritta, per i gruppi presenti nel paddock sarebbe irrazionale investire ulteriori risorse su un regolamento destinato a sparire.
Così, dopo quattordici gare, lo scenario è cristallizzato. McLaren ha interpretato meglio di chiunque altro il pacchetto regolamentare in vigore, costruendo una monoposto quasi inscalfibile, efficiente e completa. La MCL39 è un inno all’adattabilità e alla gestione delle gomme, aspetto che premia in questa fase storica in cui l’amministrazione viene anteposta alla performance pura. Che pure non manca.
La squadra di Woking è l’unica ad aver trovato la sintesi perfetta tra telaio, aerodinamica e meccanica, al punto da rendere vano qualsiasi tentativo di inseguimento. Ferrari, Mercedes e Red Bull si sono limitate a testare aggiornamenti marginali – emblematica in questo senso la sospensione posteriore introdotta da Maranello poco prima della sosta, rivelatasi priva di effetti concreti – ma nessuno ha davvero scommesso su un cambio di passo. Perché la posta in gioco, oggi, non è il presente ma il futuro.
Questa situazione genera un paradosso quasi grottesco: la Formula 1 non corre più verso il titolo, corre in attesa di un nuovo regolamento. Ciò che rimane al pubblico è una stagione sospesa, un lungo prologo all’anno zero. I team hanno già serrato le porte delle gallerie del vento per lavorare sui modelli 2026, mentre il campionato in corso diventa un esercizio di gestione: preservare bilanci, proteggere posizioni in classifica, strappare vittorie episodiche là dove circostanze esterne – una safety car, un meteo incerto – possano concederlo.
Il risultato è una narrativa povera. La lotta mondiale, che dovrebbe coinvolgere costruttori e tifoserie, si riduce a un duello privato tra compagni di box. Norris contro Piastri è una sfida affascinante, senza dubbio, ma rischia di apparire autoreferenziale. La Formula 1 si trasforma così in un torneo McLaren, in cui gli altri hanno il ruolo di comprimari, e la dimensione collettiva – quella che dà senso al campionato – si sfuma fino quasi a dissolversi.

F1 2025: la piattezza è una sconfitta di Liberty Media
Non si tratta di un fallimento solo tecnico, ma politico. È stata la governance della Formula 1 – tra FIA, Liberty Media e stakeholder vari – a scegliere consapevolmente questa strada. Nel voler introdurre una rivoluzione radicale, si è accettato di svuotare di significato un’intera stagione. La massima serie dell’automobilismo sportivo ha immaginato che il richiamo della “nuova era” bastasse a giustificare un 2025 interlocutorio, ma così facendo ha svilito il concetto stesso di competizione. Ha quindi mortificato la sua essenza connettiva.
Il paradosso si aggrava se confrontato con lo sforzo messo in campo sul fronte spettacolare. Mai come oggi la Formula 1 ha investito in format televisivi, in Sprint Race, in eventi mediatici come Las Vegas. Ma dietro la facciata scintillante, la sostanza tecnica tradisce una staticità assoluta. Non c’è suspense, non c’è tensione, non c’è il pathos che dovrebbe accompagnare ogni fine settimana di gara. O, se c’è, è riferito a soli due contendenti che si prendono la parte grossa della torta riservando le briciola agli altri competitor che vivono e costruiscono storie marginali.
E qui emerge il nodo: il presente è stato svenduto per il futuro. La stagione 2025 rischia di essere ricordata come una delle più anonime della storia recente. Un campionato che non ha saputo appassionare, perché non ha potuto farlo. Le vere battaglie si stanno combattendo lontano dai riflettori, tra simulatori, gallerie del vento e reparti di ricerca e sviluppo, e non sui circuiti.

In definitiva, il “piattume” che accompagnerà questo finale non è solo colpa dei team (che sono correi per aver accettato passivamente lo status quo), lo è soprattutto del legislatore che ha scientemente deciso di bruciare dodici mesi di competizione.
Il 2026 potrà davvero segnare l’alba di una nuova era, ma il prezzo pagato è altissimo anche se gli ascolti continuano a premiare: un 2025 che corre per inerzia, che gira senza sorprendere, che consuma le sue ultime dieci tappe come un lungo conto alla rovescia. Una Formula 1 che ha rinunciato al presente in nome di un futuro ancora tutto da scrivere. Vi divertite? Noi no.
Crediti foto interne: F1, Oracle Red Bull Racing, McLaren F1
Copertina: XPB Images
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