Il momento della presentazione delle vetture di F1 per la stagione 2025 si avvicina sempre di più. In un contesto di generale convergenza tecnica e con un quadro regolamentare all’ultimo anno di applicazione, i margini per introdurre soluzioni innovative sono veramente molto limitati.
Ma se c’è un’area nella quale nei tre anni di Formula 1 basata sull’effetto Venturi c’è stato un certo grado di eterogeneità è quello della forma dei musi. Anche nel prossimo mondiale vedremo soluzione diverse o si tenderà a convergere su un’unica soluzione?

F1 2025 – Quale soluzione prevarrà?
In Formula 1, è comune che, in presenza di regole stabili, le auto tendano a somigliarsi sempre di più. Nel primo anno di una nuova era per la categoria, quando di fatto si è partiti da un foglio bianco, le monoposto presentano sempre molte soluzioni diverse. In questa fase primordiale, senza esperienza pratica né dati a disposizione, la creatività dei progettisti è cruciale visto che nessuno sapeva con certezza quale approccio avrebbe funzionato in pista.
Col tempo, però, emerge una direzione predominante. Quando una soluzione dimostra di funzionare su un’auto, la concorrenza tende a copiarla rapidamente. Successivamente, si ottimizzano solo i dettagli. Alla fine del processo, le vetture finiscono per assomigliarsi. È successo, ad esempio, con le fiancate delle attuali auto ad effetto suolo: dopo una grande varietà di soluzioni iniziali, tutte le scuderie hanno seguito un approccio simile convergendo verso i principi definiti da Adrian Newey con la Red Bull RB18.

Le differenze nella forma del muso
Nel 2022, in alcuni casi, come con Sauber e AlphaTauri, il muso si assottigliava in modo delicato dalla sospensione all’ala anteriore. La forma non è determinata solo dalle esigenze aerodinamiche. Il muso è una componente fondamentale della zona di assorbimento degli urti in caso di impatto frontale. Ogni modifica strutturale in quest’area deve superare il crash test FIA, che verifica se il muso dissipa correttamente l’energia in caso di collisione.
Un altro aspetto notevole riguarda la lunghezza del muso. Secondo il regolamento vigente, i team possono scegliere di far arrivare la punta fino al profilo principale dell’ala oppure di fermarla sul secondo elemento, lasciando uno spazio tra il profilo principale e il primo flap.
Nonostante si tratti di due filosofie completamente diverse, non si è ancora affermata una chiara preferenza tra le squadre. Nel 2024, il bilancio era di 6 a 4 a favore della versione più corta. Haas, ad esempio, è passata alla soluzione con il muso più lungo durante la stagione, mentre Alpine ha fatto il contrario, accorciandolo.
Impatti sull’intera vettura
La filosofia scelta per il muso influenza inevitabilmente la forma dell’intera ala anteriore. Qualsiasi modifica in questa zona richiede spesso interventi anche sulle carenature dei bracci trasversali della sospensione anteriore. Un aggiornamento del muso e dell’ala modifica quindi il flusso aerodinamico su tutta la vettura determinando altre parti dell’auto.
Sarà interessante vedere se, nell’ultima stagione dell’attuale ciclo regolamentare, emergerà una soluzione dominante o se prevarrà un certo tasso di eterogeneità. Ciò che ci si attende, in ogni caso, è che le soluzioni introdotte nelle prime fasi del mondiale difficilmente verranno stravolte in corso d’opera proprio perché tempo, risorse finanziarie e forza lavoro saranno dirottate presto sui progetti 2026 ai quali si può lavorare dal primo gennaio.
Crediti foto: Chiara Avanzo per Formulacritica