F1 2025 – Da qualche giorno Pirelli ha reso noto le mescole che le squadre utilizzeranno per le prime cinque gare del campionato: Australia, Cina, Giappone, Bahrain e Arabia Saudita (qui i dettagli). Se per le prime quattro gare non risultano esserci differenze rispetto allo scorso anno, diversa è la situazione prevista per la quinta gara in calendario in Arabia Saudita, dove si correrà sul “Jeddah Corniche Circuit” progettato dall’ingegnere tedesco Hermann Tilke.
F1 2025, Pirelli – Solo questione strategica?
Mario Isola , direttore di Pirelli Motorsport, ha commentato il cambio di mescole per Jeddah lasciando intendere che la scelta fosse stata cambiata rispetto al 2024 per rendere la gara meno prevedibile in termini di degrado e scelte decisioni ai box in merito alle soste da effettuare.
Nella fattispecie di Jeddah parliamo di un circuito con un mix di rettilinei e curve veloci, dove la chiave del successo è avere un’ottima aderenza, specie sull’anteriore, e una bassa resistenza all’avanzamento tale da raggiungere ottime velocità di punta, soprattutto nel terzo settore. Inoltre il suo asfalto nuovo, liscio e poco abrasivo non mette particolare stress sulle gomme.

Tuttavia, bisogna partire da lontano per comprendere alcune scelte. Dal 2011 Pirelli è Global Tyre Partner della Formula 1, fornendo ai 10 team in griglia i set di pneumatici previsti da regolamento. Però il rapporto formatosi con le squadre nel corso degli anni non è sempre stato idilliaco rispetto a quando in Formula 1 esisteva il binomio Bridgestone-Michelin.
Anno dopo anno Pirelli si è trovata costretta a compiere un intenso lavoro di ricerca e sviluppo dei propri compound per venire incontro ai cambi regolamentari con vetture sempre più pesanti e con carico aerodinamico in continua crescita tali da mettere sotto stress le gomme del fornitore italiano.
Specialmente con l’avvento dell’era hybrid, abbiamo familiarizzato con termini come graining e blistering. Simone Berra, Chief Engineer di Pirelli Motorsport, ha identificato in modo chiaro cosa si intende quando si parla di graining: “Il graining è un termine utilizzato nel mondo delle corse automobilistiche per descrivere un fenomeno che si manifesta sulla superficie delle gomme. Quando la superficie dei pneumatici è sottoposta a sollecitazioni che raggiungono i valori limite di rottura della mescola, si formano delle microfratture che inducono un’irregolarità superficiale sul battistrada, con creste e valli che possono variare di profondità a seconda della severità del fenomeno“.
“L’effetto del graining – prosegue Berra – è di generare una riduzione del grip della mescola e può influenzare significativamente la prestazione del veicolo sia a centro curva, sia nelle fasi di trazione e di frenata. Il graining è più comune in condizioni di bassa temperatura dell’asfalto o quando i pneumatici non sono nella loro finestra di temperatura ottimale per l’aderenza. Può anche essere influenzato dal disegno del circuito, dallo stile di guida e dalla configurazione della vettura. Gestire il graining è cruciale per la strategia, poiché influisce sul degrado degli pneumatici e, di conseguenza, sulla performance complessiva della monoposto durante la gara”.
Il blistering, detto in modo semplice, è un surriscaldamento anomalo della carcassa che provoca bolle d’aria che comportano a sua volta il distacco di pezzi di gomma. Nel corso degli anni però questo fenomeno, a differenza del graining, è diminuito, sia per un miglior equilibrio di pressione e camber imposti da Pirelli, sia perché l’asfalto su cui corrono le vetture tende a gommarsi relativamente presto aiutando a non creare uno scivolamento eccessivo.

F1 2025, Pirelli – Quali correttivi sono stati apportati?
Come già detto, nel corso degli anni Pirelli ha lavorato ogni anno per fornire pneumatici più resistenti per compensare vetture sempre più veloci. Nel 2025 ad esempio, il fornitore di coperture ha lavorato per offrire una gomma più resistente in termini di integrità per evitare pressioni maggiori al crescere delle prestazioni delle monoposto.
Perché? Sono molteplici i Gran Premi dal 2011 ad oggi in cui alcuni piloti si sono ritrovati con uno pneumatico esploso a causa dell’eccessiva velocità e di un alto carico su una delle gomme maggiormente sollecitate. Cosa che aveva comportato un abbassamento di pressione con una maggiore aderenza all’asfalto portando infine all’esplosione dello pneumatico stesso a causa delle sollecitazioni a cui è stato soggetto.
Di contro, anziché arrivare ad aumentare la pressioni degli pneumatici riducendo l’aderenza del veicolo all’asfalto, Pirelli ha studiato nuove mosse per consentire alle vetture di spingere senza sacrificare la prestazione nonostante gli ingegneri tendano ad essere ancora conservativi.

E’ plausibile quindi, che il cambio effettuato da Pirelli per Jeddah verso pneumatici più soft non abbia solo scopi strategici ma serva anche a verificare il lavoro di sviluppo effettuato. Forse, durante l’anno, vedremo altri GP con gamme di pneumatici più soft, oltre la presenza della mescola C6 in alcuni tracciati cittadini, come Montecarlo.
Non sappiamo se tutto questo basterà, ci auguriamo che lo spettacolo in pista non sia condizionato dai fenomeni fisici citati o dai continui calcoli degli ingegneri. In attesa che un’altra rivoluzione sulle gomme arrivi per il 2026 quando si aprirà un nuovo scenario con Pirelli che ha mantenuto la fornitura fino al 2027…
Crediti foto: Pirelli Motorsport