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Home Approfondimenti

F1 2025: l’ennesimo “papocchio” FIA che può incidere sulla normale competizione

Inversione di marcia repentina della FIA che smentisce se stessa inasprendo i controlli sull'aeroelasticità. Tempismo discutibile che, abbinato ai vincoli tecnico-finanziari, potrebbe creare uno scossone nella F1 2025

Diego Catalano by Diego Catalano
1 Febbraio 2025
in Approfondimenti, F1, News
Tempo di lettura: 4 minuti
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Red Bull RB20

Nell'illustrazione di Chiara Avanzo la versione aggiornata dell'alettone anteriore della Red Bull RB20

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F1 2025 – Ieri, con una nota ufficiale, la Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) ha spiegato che nel 2025 ci sarà tolleranza zero sulla flessibilità alare. L’aeroelasticità, quel concetto che ha ben funzionato sulla McLaren MCL38, si riteneva essere non intaccabile in base all’osservazione fatta da Nicholas Tombazis, il direttore delle monoposto per conto dell’ente.

F1 2025 – Il giro di valzer della FIA

Il responsabile della Federazione, non più di qualche settimana fa, si diceva soddisfatto di ciò che aveva visto dalle analisi fatte grazie ai sistemi di verifica delle flessioni alari introdotti dal GP del Belgio 2024 in poi. A seguito di ciò, aveva affermato che per il 2025 nulla sarebbe cambiato:

“Siamo abbastanza soddisfatti di ciò che abbiamo visto. Una delle sfide dell’ala anteriore è che, rispetto ad altre parti della vettura, a parità di posizione, determina che il carico è molto più variabile tra le auto. La maggior parte dei test riguarda il carico in una certa direzione, in una certa posizione di applicazione, a una certa entità che non deve produrre una data deformazione. Sull’ala anteriore, la varietà delle vetture rende il tutto piuttosto difficile”.

“Ovviamente c’è stato molto clamore al riguardo durante l’estate e l’inizio dell’autunno. Avevamo detto chiaramente ai team, almeno dal 2022, che non avevamo intenzione di introdurre ulteriori test sull’ala anteriore e ci siamo attenuti a questo”.

Red Bull T-Tray
Nikolas Tombazis, direttore delle monoposto della FIA

Non cambiare la metrica di valutazione sulle ali anteriori significava, in parole semplici, che nulla sarebbe dovuto mutare rispetto al 2024. Ergo, chi era in ritardo sulla materia sarebbe stato chiamato ad adeguarsi. Invece, ora accadrà il contrario: chi aveva operato in virtù delle osservazioni precedenti dovrà rivedere i suoi progetti in corso d’opera. Una bella mazzata in regime di budget cap e nell’ultimo anno di un contesto normativo morente.

F1 2025 – La FIA e quel vizietto del cambio in corsa

Dopo aver riportato le parole di Tombazis, che sono piuttosto eloquenti, ecco il cambio di programma sancito da una nota emessa dalla FIA:

“[…] Come parte di questo impegno, aumenteremo la portata dei test sull’ala posteriore dall’inizio della stagione 2025 e ulteriori test verranno introdotti dal GP di Spagna sull’ala anteriore. Questo approccio graduale consente ai team di adattarsi senza la necessità di scartare inutilmente i componenti esistenti.”

“Questi aggiustamenti mirano a perfezionare ulteriormente la nostra capacità di monitorare e applicare le norme sulla flessibilità della carrozzeria, garantendo condizioni di parità per tutti i concorrenti, in modo da promuovere corse giuste ed emozionanti.”

Precisazioni che arrivano con un ritardo inaccettabile. Le vetture 2025 sono ormai in fase di delibera e assemblaggio. Avvertire ora di questo giro di vite equivale a rimetter mano ai progetti quando i team erano già concentrati sulle monoposto 2026, alle quali hanno iniziato a lavorare dal primo gennaio di quest’anno.

Ancora, avvisare che a Barcellona, nona gara del Mondiale 2025 che si terrà a fine maggio, ci sarà un ulteriore irrigidimento dei controlli imporrà ai team di rivedere le componenti strada facendo, con annessa dispersione finanziaria e temporale. Un vero e proprio macigno in epoca di contingentamento delle ore di lavoro a mezzo del meccanismo dell’Aerodynamic Testing Restriction (ATR) e del cost cap, che non consente deroghe di sorta.

Quello della Federazione è l’ennesimo “papocchio” di un ente che si muove in maniera schizofrenica, anti-giurisprudenziale e soprattutto con un tempismo del tutto sballato. Lecito l’inasprimento, incomprensibile averlo definito solo oggi, dopo aver confermato lo status quo pochi mesi fa. Sembra una pagliacciata, purtroppo è la Formula 1 odierna. Così si corre il serio rischio di alterare il normale corso della vita sportiva della serie.

Red Bull
Pierre Waché e Christian Horner – Oracle Red Bull Racing

F1 2025 – Red Bull: una vittoria in extremis?

Ad essersi lamentati in maniera piuttosto veemente dell’uso e dell’abuso della flessibilità dei materiali per conferire equilibrio aerodinamico alle monoposto di questa generazione erano stati gli esponenti della Red Bull.

Pierre Waché, direttore tecnico della compagine, aveva spiegato quale beneficio ha ottenuto la MCL38 con l’ala anteriore flessibile:

“Per riuscire a riequilibrare la vettura senza ala flessibile hai bisogno di un po’ di movimento nelle sospensioni, e più sei morbido meglio è, il che è buono per permetterti di mettere a punto il bilanciamento ma forse non per il carico aerodinamico. La deflessione dell’ala anteriore dei nostri rivali [McLaren] ha permesso loro di riequilibrare la monoposto, pur mantenendo sospensioni molto più rigide.”

McLaren MCL38
McLaren Mcl38 – Comparazione tra l’ala anteriore “standard” e la versione introdotta in occasione del Gp d’Austria – Crediti: Chiara Avanzo

A queste osservazioni erano seguite richieste specifiche: irrigidire i controlli per evitare che si proseguisse su questa china. La FIA, come dimostrato in apertura, aveva risposto picche. È ipotizzabile che le pressioni siano proseguite e che alla scuderia di Milton Keynes si siano aggiunti altri soggetti. Solo così si può spiegare “l’inversione a U” che potrebbe creare qualche grattacapo a chi era più avanti sulla materia: Ferrari, Mercedes e soprattutto McLaren.

Gli effetti di questa controversa mossa saranno valutati solo dopo l’esame della pista. C’è la possibilità che non intacchi alcun valore, come accaduto con altrettanto discusse direttive arrivate a mondiale in corso. Ma sono il principio e l’incoerenza che fanno storcere il naso. Place de la Concorde non impara mai dai suoi errori.


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, FIA

Illustrazioni: Chiara Avanzo per Formulacritica

Nell’utilizzare questo scritto si ricordi di citare la fonte, l’autore e/o il titolare dei diritti sui materiali e l’indirizzo web da cui sono stati tratti. Grazie.

Tags: F1FIANewsNicholas TombazisRed Bull
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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