Un giorno di festa, un giorno in cui adrenalina e passione si sono mescolate in un mix che è andato sicuramente ad enfatizzare i toni. La Ferrari ha abbracciato la sua gente che è accorsa in massa nel cuore di Milano. Tifosi emozionati ma anche i protagonisti rossi a non celare eccitazione e trasporto, con Charles Leclerc sempre più innamorato del Cavallino Rampante e Lewis Hamilton travolto da un entusiasmo che lo ha divertito e riscaldato.
Viene da sé che le dichiarazioni espresse in un contesto simile sono risultate totalmente non filtrate: pancia più che cervello, cuore più che raziocinio. Ma tutto può essere derubricato a mera eruzione emotiva? Le parole sono macigni e ieri sono stati espressi diversi concetti pesanti, che non possono passare inosservati.

Nessun proclama, nessun “Vinceremo di sicuro”. Specie Leclerc ha messo in guardia da una concorrenza agguerrita: “[…] Ci sono tanti altri team forti. Abbiamo spinto nella pausa, ci sentiamo pronti e vedremo in Australia dove siamo e proveremo a cercare il titolo: è il nostro obiettivo”.
Anche Fred Vasseur, che si è lasciato andare a simpatici siparietti con Carlo Vanzini, la voce narrante della Formula 1 in Italia, ha ammonito che non è possibile mostrare l’incostanza che ha caratterizzato il 2024 della Ferrari: “L’anno scorso abbiamo fatto un buon lavoro. Ma non ottimo. Tra giugno e luglio abbiamo faticato. La costante è un fattore chiave. Avremo momenti difficili e sarà importante gestirli al meglio. Dobbiamo saper gestire la pressione. Meglio averne di positiva che non averne perché sei dietro. Nel team l’atmosfera è positiva”.
Tuttavia, il concetto costantemente dichiarato è stato quello di voler riportare i titoli a Maranello, cosa tra l’altro affermata dai due esponenti francofoni presenti ieri a Piazza Castello in diverse circostanze.
Lewis Hamilton, che forse deve ancora assimilare certe dinamiche, è sembrato quello più sbottonato di tutti: “Lavoriamo per il titolo. Abbiamo tutto per ottenerlo. È fantastico per me tutto questo”, ha urlato dal palco meneghino con lo sguardo di un ragazzino entusiasta.
Una giornata, quella organizzata da Unicredit, in cui sogni e consapevolezza di sé si sono fusi. I test del Bahrain hanno raccontato di una SF-25 ancora da strutturare e da comprendere appieno (in calce la videoanalisi della tre giorni rossa di Sakhir); una vettura che forse ha qualcosa da recuperare nei confronti della McLaren MCL39 ma che potrebbe rispondere diversamente su una pista, l’Albert Park, limitata all’anteriore, in netta contrapposizione al tracciato bahreinita che stressa il retrotreno.
Insomma, tecnicamente il Cavallino Rampante è ancora un laboratorio aperto ma la fiducia non è stata intaccata. Saranno 24 sfide dure in cui potranno emergere valori altalenanti come ha ben precisato Vasseur, memore dell’esperienza dell’anno scorso e consapevole che la convergenza prestazionale, tipica di un contesto normativo che si avvia verso la chiusura, probabilmente non permetteranno di far emergere un solo e unico soggetto a dominare nell’arco dell’intera campagna sportiva.
Ferrari accende i fari e fende il futuro con la luce della consapevolezza. Da tempo non si vedevano uomini così convinti del proprio lavoro. Parole sono state spese e ora è tempo di dimostrare coi fatti che non si trattava solo di azzardi verbali. Ferrari c’è, è sul pezzo e ci crede fermamente. In bocca al lupo.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP