Non è un’ode al campione del mondo – non ne ha bisogno, men che meno di quelle del sottoscritto – si tratta di una semplice attestazione di un fatto: Max Verstappen è oggi l’unico soggetto che può tenere aperto il campionato rendendolo combattuto. Questa è la fotografia del momento, quel che sarà tra qualche mese non è preconizzabile adesso. Troppe le variabili che entrano in gioco: capacità d’evoluzione delle vetture, necessità dei team di concentrarsi sul prossimo contesto tecnico e via dicendo.
La McLaren MCL39 è universalmente riconosciuta essere come la vettura da battere eppure, a Suzuka, una pista che avrebbe dovuto esaltare un progetto aero-meccanicamente così efficace, non ha preso la pole position né è stata in grado di issarsi sul gradino più alto del podio. Andrea Stella, n°1 del team di Woking, ha affermato che a Suzuka sarebbe stato necessario avere 8-9 decimi nel taschino per avere la meglio della RB21 n°1. Nessuno lo mette in dubbio, ma è un’argomentazione un po’ debole, se mi è concesso.
McLaren aveva un’arma potenzialmente sbaragliante: giocare in due contro uno e, quindi, adeguare strategie più aggressive e non quelle scolastiche viste nei 53 monotoni giri del Gp del Giappone. Ne è uscita una gara in cui il quattro volte iridato ha avuto la meglio con una vettura che non è sembrata più performante delle papaye anche se, va urlato, non stiamo parlando affatto di quel catorcio che certe narrazioni delineano per alimentare l’epica dell’uomo più forte del mezzo, delle circostanze e pure del progresso tecnico.

F1 2025: McLaren un po’ troppo sicura di sè? Max Verstappen può approfittarne
A Woking sanno di essere forti e forse giocano su un vantaggio che dovrebbe emergere alla distanza. Si ritiene, infatti, che il quadro emerso nel Sol Levante sia qualcosa di non replicabile in 24 gare. Lo ha lasciato intendere Stella dopo la gara:
“La condizione più importante per puntare alla vittoria di entrambi i titoli mondiali è avere la macchina migliore. Se non puoi vincere, allora è bene finire una gara con entrambi i piloti sul podio. Se corri in questo modo credo che sia una strategia che darà i suoi frutti nel lungo. Penso che Max Verstappen in qualche modo al momento stia facendo la differenza da solo. Ma è molto difficile continuare così per 24 GP in una stagione, se non hai la macchina migliore in termini di performance. Siamo ancora in una fase di transizione e dovremo vedere come si assesteranno le cose nel futuro”.
Stella, per ora, non sente la necessità di intervenire nel rapporto tra Lando Norris e Oscar Piastri ma la cosa si potrebbe rendere necessaria tra non molto tempo, specie se Max, come fatto fino a questo momento, continuasse a mordere le caviglie dei due alfieri McLaren.
La non ancora puntualmente stimata supremazia della MCL39 ha prodotto un solo, misero, punto di vantaggio nella classifica piloti. Lando e Oscar si rubano punti, Max ne approfitta. E se non sei in possesso di una vettura stra-dominante, questa tattica può essere molto rischiosa. Specie se non si fissano regole d’ingaggio ferree che evidentemente sono lungi dall’essere applicate.

F1 2025: il ruolo di Mercedes e Ferrari
Se McLaren, per certi versi, gioca col fuoco, gli altri competitor più o meno accreditati sono alle prese con problematiche diverse. Mercedes parre essere una compagine da “vorrei ma non posso”. Sono là, in prossimità, ma non hanno mai mostrato la forza di poter dare la zampata per issarsi in alto. Il miglior avvio dell’era Venturi per Brackley che, paradossalmente, potrebbe non bastare per vedersela con i clienti di Woking.
George Russell, al netto di un weekend nipponico leggermente sottotono, ha mostrato di poter competere ai massimi livelli. Ad oggi è la W16 che deve fare lo scatto definitivo e Sakhir, una pista che la Stella a Tre Punte, in passato, ha sofferto non poco, ci dirà qual è lo stato di avanzamento dei lavori.
Mercedes e un vero e proprio cantiere aperto e in questo contesto si incastra il ruolo di Andrea Kimi Antonelli che ha dimostrato di essere presente sul passo gara ma che deve contestualmente progredire, come affermato dall’Ingegner Luca Baldisserri durante l’ultima puntata di CriticaLive (qui per recuperarla), sul giro secco per essere più vicino al compagno di squadra e, dunque, partire più avanti in griglia per vedersela con i piloti e le vetture più forti del lotto. Per tale ragione Toto Wolff considera questo un anno di transizione e non gli si può dare torto.
Per la Ferrari, invece, il 2025 doveva essere l’anno del riscatto definitivo. Per ora è la stagione delle delusioni. Tre gare, nessun podio, eccezion fatta per la vittoria di Lewis Hamilton nella sprint race del Gp di Cina. Un fatto eccezionale, apparso del tutto decontestualizzato al quale Maranello si appiglia avendo capito che, in alcune e limitatissime condizioni, la SF-25 ha qualcosa da dire. Ma è necessario spalancarla questa finestra operativa che oggi è limitata a una stretta fessura attraverso la quale la luce della gloria non passa.
La Ferrari è alla ricerca di se stessa. Deve capire che ruolo avrà in questo Mondiale e soprattutto se saprà tirarsi fuori dalle sabbie mobili. Basterà il nuovo fondo annunciato (ma non ancora confermato) che dovrebbe debuttare in Bahrain? Lo capiremo tra più o meno tre giorni.

Mentre il Cavallino Rampante è assorto nelle sue cogitazioni, la Mercedes è alle prese con il suo percorso di crescita e la McLaren lavora alle regole di ingaggio, è Max Verstappen quel soggetto che ha dimostrato, ancora una volta, di possedere certezze che altri non riescono ad offrire.
Per questo motivo, il talento di Hasselt si può ritenere il pivot intorno al quale ruota il Campionato del Mondo di Formula 1 2025. Almeno in questa fase embrionale e finché certe dinamiche non si stabilizzeranno definitivamente. Sempre che accada…
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari HP, McLaren F1