Parte seconda del mega pagellone della F1 2024 (qui la prima puntata). Dopo Haas, Red Bull e Visa Cash App Racing Bulls oggi è il turno di altre tre squadre.
F1 2024 – Kick Sauber
Classifica e risultati in pista parlano chiaro: il team ha subito un’involuzione rispetto al 2023, con soli 4 punti racimolati nella stagione con più Gran Premi di sempre. Line-up di piloti peggiore della griglia, con un Valtteri Bottas demotivato e in pieno disarmo, più attento a preparare il business per la pensione che al lavoro in pista, e uno Zhou che, nonostante abbia dimostrato un discreto talento nelle formule propedeutiche, non è riuscito a sfruttare appieno la possibilità di essere il primo pilota cinese a correre in Formula 1. Tuttavia, di tempo ne ha avuto abbastanza ed è giusto fare spazio ad altri giovani talenti.
Nonostante questa situazione di limbo tutt’altro che positiva, le prospettive per il 2025 appaiono nettamente migliori: la presenza e il budget Audi si faranno sempre più sentire. Finalmente c’è un team principal di peso che sta riorganizzando la squadra con un nuovo organigramma e l’arrivo di nuovi tecnici, che dovrebbero consentire di lottare stabilmente per le posizioni al centro dello schieramento.
La line-up dei piloti appare sicuramente più competitiva, con un driver solido e d’esperienza come Nico Hulkenberg, reduce da una delle migliori stagioni in carriera con la Haas, e Gabriel Bortoleto, il campione in carica di F2, probabilmente il miglior talento di questa nuova generazione, chiamato comunque a debuttare in una situazione ambientale non facile e in piena evoluzione. Un futuro tutto da scrivere.

F1 2024 – Mercedes
Una stagione in chiaroscuro, difficile da giudicare per le prestazioni estremamente altalenanti che hanno reso a tratti indecifrabile la W15. Emblematico il caso di Las Vegas, dove la monoposto si è rivelata subito estremamente competitiva, ma gli stessi tecnici non sapevano spiegarsene il motivo. In termini assoluti, i punti sono stati più del 2023, ma con una perdita di posizioni in classifica costruttori.
Restano le belle vittorie, ottenute in maniera perentoria, che più di una volta hanno illuso il team di aver finalmente trovato il bandolo della matassa di un progetto che ha il merito di non essere la solita imitazione della Red Bull, ma il difetto di un’incostanza spesso talmente indecifrabile da pregiudicare un piano di sviluppo organico.
La stagione “da separato in casa” dello storico caposquadra Lewis Hamilton non ha giovato alla serenità del team e ha riversato l’onere dello sviluppo sulle spalle di George Russell. Onestamente, non si capisce il senso di un annuncio così anticipato del passaggio in Ferrari: probabilmente non avrebbe modificato le dinamiche interne, ma avrebbe sicuramente creato un clima più sereno.
In prospettiva 2025, il team si presenta tra i favoriti con giustificate ambizioni di titolo, ma come ha insegnato la scorsa stagione, non sempre gli sviluppi che funzionano in galleria del vento trovano poi riscontro in pista, e recuperare è sempre difficile.
Scelta coraggiosa sul fronte piloti: inizialmente si pensava a un traghettatore d’esperienza tipo Hulkenberg, ma poi si è puntato tutto sul talento a discapito dell’esperienza. Russell, finalmente, acquisisce i galloni da caposquadra e dovrà dimostrare di saper capitalizzare il grande talento messo in mostra negli ultimi anni, mentre Andrea Kimi Antonelli dovrà reggere la pressione legata alle grandi aspettative con cui si presenta ai nastri di partenza di questo mondiale. Ci sarà da divertirsi.

F1 2024 – Alpine
Campionato in chiaroscuro per il team francese, il cui destino è stato influenzato dall’arrivo di Flavio Briatore, che, andando in scia di quanto stabilito da Luca De Meo, ha deciso di smantellare il glorioso reparto motori di Viry-Châtillon per trasformare un team storicamente costruttore in un team clienti Mercedes: un vero schiaffo al prestigio della casa francese.
In realtà, questa è una spiegazione di comodo per salvare la faccia, perché i team di F1, che dispongono di budget milionari e danno lavoro a centinaia di tecnici, non funzionano come gli alberghi del Monopoli. Tutto viene accuratamente pensato e programmato con strategie aziendali che non si decidono seduti al bar con Briatore, tra uno Spritz e un caffè.
Chiaramente, nessuno in Renault voleva intestarsi la decisione di alzare bandiera bianca rinunciando ai propri motori per utilizzare quelli di un concorrente evidentemente più capace. Una scelta mediaticamente disastrosa, edulcorata utilizzando un personaggio controverso come Flavio Briatore, che pur di tornare in F1 ha accettato di fare da capro espiatorio.
Così, quasi tutti gli “intenditori” della massima formula possono pensare che, senza il nuovo team principal in pectore, il reparto motori Renault Sport avrebbe continuato a funzionare. Un po’ come accadde in Italia qualche anno fa, quando bisognava aumentare l’età pensionabile: era necessario farlo, ma nessuna forza volle intestarsi questa infamia. Così, elessero Mario Monti presidente del Consiglio, che diventò il male assoluto.

Comunque sia, questa strategia può rappresentare un modo per tornare competitivi nel breve termine, ma in generale è un pesante downgrade per il futuro a lungo termine di un team dalle ottime potenzialità, ma gestito malissimo, come affermò in tempi non sospetti il buon Alain Prost.
Anche dal punto di vista dei piloti, per il 2025 sembra ci sia stato un passo indietro: mantenendo Pierre Gasly, reduce da una stagione onesta senza infamia e senza lode (dove comunque le ha prese da un compagno di squadra non più nelle grazie del team), e affiancandolo a un giovane come Jack Doohan, che tra tutti i giovani del 2025 appare il meno talentuoso. Anche se è troppo presto per dare un giudizio. La più grande incognita del 2025.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Alpine, Kick-Sauber