F1 2024. Dall’acquisizione di Liberty Media, datata 7 settembre 2016, il mondo della Formula 1 è cambiato nella sua totalità (qui per leggere quale impatto ha avuto sulla categoria). Nel corso degli anni la compagnia americana ha aperto le porte al colosso di film e serie tv in streaming, Netflix, con la docuserie/reality “Drive To Survive” che ha fatto tanto discutere, nel bene e nel male, piloti e fan della disciplina.
Un appuntamento che pare abbia avuto un buon successo negli States, tanto da permettere di affiancare al Gran Premio degli Stati Uniti altri due eventi che si tengono nei circuiti cittadini di Miami e di Las Vegas (organizzato dalla stessa Liberty Media). Cosa che non accadeva dal 1983, con i Gran Premi degli Stati Uniti Ovest, a Long Beach, quello di Detroit e quello del Caesars Palace di Las Vegas.
Alla vigilia dell’ennesimo cambio di regolamento, che avverrà nel 2026, sembra che il campionato mondiale F1 del 2024 sembra che debba essere corso solo perché le tv pagano fior di quattrini. Contenutisticamente, infatti, è assai povero.

F1 2024, Lewis Hamilton in Ferrari: il trasferimento del secolo
Il primo tassello che ha iniziato a dare meno importanza a questo campionato è stato l’annuncio shock, dato tra la notte del 31 gennaio e del 1 febbraio, del passaggio del 7 volte campione del mondo, Lewis Hamilton, dalla Mercedes alla Ferrari a partire dal 2025.
In primo luogo, questo risulta essere il passaggio del secolo. Cosa che piace molto a Liberty Media che ha il sogno di portare in ogni scuderia due top driver in modo che, in caso di dominio di un singolo team, può vedere realizzato un duello interno che attira comunque interesse. In seconda analisi, il passaggio già mette hype, carne al fuoco perc così dire, in vista del campionato 2025. Solo per questo molti sostenitori sono già proiettati all’anno venturo.
F1: nozze rosse in casa Red Bull
Il secondo tassello che seppellisce il Mondiale 2024 ha la sua nascita il 5 febbraio. Quando Red Bull GmbH, proprietaria dell’omonima scuderia anglo-austriaca, apre un’inchiesta nei confronti del suo team principal e CEO, Christian Horner, che era stato accusato di molestie da una dipendente. L’indagine interna si concluderà il 28 febbraio con un’assoluzione e Horner rimane più o meno saldamente al suo posto.
Il giorno dopo, il 29 febbraio, appena dopo la fine delle seconde libere del Gran Premio del Bahrain, una e-mail inviata da un indirizzo anonimo e contenente screenshot delle chat occorse fra Horner e la dipendente sopra citata, viene recapitata dai vertici della FIA e della F1. E a tutti i team principal.
La questione si allarga e sembra non riguardare un grave caso di molestie ma più a una lotta interna alla Red Bull fra la parte austriaca che vorrebbe la testa di Christian Horner e la parte thailandese, capitanata da Chalerm Voovidhya, figlio di Chaleo, co-fondatore e co-proprietario del gruppo al 51%, che è al fianco del manager inglese. La tensione si era aperta dopo la scomparsa dell’altro co-fondatore e co-proprietario (al 49%), l’austriaco Dietrich Mateschitz, avvenuta il 22 ottobre 2022.
Altri personaggi di spicco all’interno del team, come l’olandese Jos Verstappen, padre della punta di diamante, il 3 volte campione del mondo Max, e Helmut Marko sembrano oggi essere tra i maggiori oppositori di Christian Horner.
Le voci di un possibile allontanamento di quest’ultimo (per ora congelate) potrebbero aprire l’effetto domino nel mercato piloti dato che Max Verstappen ha sempre legato il suo futuro in Red Bull con quello dell’ex pilota di Graz. Se quest’ultimo dovesse essere mollato dalla scuderia, l’olandese potrebbe clamorosamente decidere di approdare in altri lidi. Uno di questi potrebbe essere quello rappresentato dal sedile vacante lasciato da Lewis Hamilton. Di certo Toto Wolff non si farebbe sfuggire un’occasione del genere.

Prima che tutto ciò si compia – se accadrà – ci sono stati già due Gran Premi, quello del Bahrain e quello dell’Arabia Saudita, entrambi conclusi con Verstappen primo e Sergio Pérez secondo. Gare annichilite con distacchi abissali sulla concorrenza. Non c’è altro da aggiungere.
Conclusioni
I fan europei, lo zoccolo duro della F1, hanno sempre accusato Liberty Media di svilire lo sport e la sua storia preferendo luoghi esotici in cui portare la serie; paesi che spesso non rispettano i diritti civili ed umani. Realtà che danno più lustro ai contorni di ogni Gp che all’evento principale rappresentato dalla gara.
Dal punto di vista sportivo, le critiche arrivano per un’eccessiva spettacolarizzazione del prodotto F1, un racconto che si è fatto fintamente drammatico per coprire la mancanza di competitività che doveva esserci con il nuovo regolamento del 2022 che si proponeva di riportare, dopo 40 anni, le monoposto ad effetto suolo bandite nel 1982 a causa dei numerosi incidenti mortali come quello dell’asso canadese Gilles Villeneuve su Ferrari.
Questo corpo di norme doveva permettere alle varie monoposto di potersi seguire con meno difficoltà col contributo del budget cap a dare maggiore competitività alla categoria. Ma Adrian Newey, l’uomo più vincente della storia della Formula 1, non era dello stesso avviso e ha progettato una delle migliori monoposto di sempre; capace di vincere 21 gare su 22 nel 2023. E quest’anno la china non sembra essere troppo diversa. Per questo motivo – e per quelli elencati sopra – c’è la sensazione che il mondiale di F1 2024 sia quasi superfluo.
Crediti foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG F1