Il Campionato del Mondo 2025 non sarà una semplice stagione di passaggio in attesa dei cambi normativi che daranno un nuovo volto alla Formula Uno. Tra le tante storie che la stagione racconterà ci sarà quella di Andrea Kimi Antonelli, giovane talento italiano sul quale la Mercedes e Toto Wolff hanno puntato fortemente per sostituire un fuoriclasse assoluto come Lewis Hamilton che, a 40 anni, si lancerà nella nuova avventura in Ferrari. Ne abbiamo parlato con Luca Baldisserri, ex ingegnere (stravincente) della Rossa, che il talentino bolognese lo ha visto crescere e svilupparsi nelle serie propedeutiche.
Il peso pressorio che il diciottenne italiano deve reggere è enorme e la cosa potrebbe condizionare le prestazioni, un po’ come è accaduto a Monza quando, durante le prime libere, si è lasciato prendere la mano uscendo alla Parabolica. Un errore di gioventù che può starci in un cammino verso la maturità tecnico-agonistica che è appena iniziato.
Leciti dubbi possono insistere sul timing dell’operazione F1. Molti si sono chiesti se Wolff non abbia accelerato troppo i tempi con un passaggio dalla F4 alla massima serie che, di fatto, avverrà in due anni con le tappe intermedie letteralmente bruciate. Ma chi ha osservato da vicino il pilota, Baldisserri nella fattispecie, assicura che le stimmate del predestinato ci sono tutte. Andrea Kimi Antonelli è un talento purissimo che ha mostrato una capacità straordinaria nell’adattarsi ai nuovi contesti, questa la sintesi estrema dell’intervento di Baldisserri che riportiamo di seguito.

Luca Baldisserri racconta l’adattabilità di Andrea Kimi Antonelli
“Ho conosciuto Kimi quando aveva 13-14 anni e non lo dico perché conosco lui o perché ho lavorato col padre, ma non ho mai visto un ragazzo così giovane (né uno con esperienza) saltare da una macchina all’altra e adattarsi in pochi giri alle caratteristiche della macchina che deve guidare. E questo già all’età di 15 anni”.
“C’è un video in cui si vede un Andrea molto piccolo che guida sulle ginocchia del padre una Mercedes GT3. Il papà muove i pedali e lui, con il volante in mano, faceva delle cose incredibili: correzioni anticipate e altre cose… è veramente impressionante. Lui salta da una macchina all’altra, in condizioni di asciutto o di bagnato, con una flessibilità incredibile“, ha raccontato il tecnico.
“Lo vedremo ora in F1. Ne abbiamo avuto un esempio a Monza dove ha forse esagerato un po’ perché la macchina comunque non la conosceva, avendo provato con vetture di anni fa. La macchina attuale è molto più performante ma anche molto più critica, per cui l’ha portata all’estremo delle possibilità e ha toccato un livello di grip perdendola completamente. Ha fatto un errore, ha fatto errori anche nei test successivi, ma ha capito qual è il limite e vedremo come andrà”.
“È un talento. Io che ho lavorato molto con i giovani dico che non è facile individuare un talento. Kimi è stato preso da Toto quando aveva 11-12 anni. Il modo in cui un’organizzazione così complessa e competitiva come Mercedes si dedica a un ragazzino di dodici anni investendo tanti soldi con l’idea di portarlo in F1 dice quanto talento abbia. Sono molto ottimista sul fatto che riesca a fare molto bene”, ha chiosato Baldisserri sul tema.

Le parole dell’ingegnere hanno in qualche modo confermato che la scelta della Mercedes non è stata casuale e che non si è trattato di un ripiego. Probabilmente l’annuncio è arrivato relativamente tardi poiché si è preferito prima far svolgere al giovane pilota un fitto programma di test di avvicinamento, puntando a valutare meglio l’impatto su vetture con grande potenza a disposizione e che generano elevatissimi livelli di downforce.
Mercedes metterà in conto delle frenate e dei possibili intoppi in un cammino che naturalmente non può essere lineare ma vivrà di alti e bassi, ma è altresì convinta di avere tra le mani un diamante puro che va semplicemente sgrezzato in modo da farlo brillare di una luce abbagliante.
Il movimento del motorsport italiano dovrebbe essere orgoglioso di poter osservare un driver così giovane cimentarsi nella serie più difficile che ci sia, per di più in un team che batte bandiera tedesca e che ha la sua base operativa in Inghilterra.
Luca Baldisserri a CriticaLive. Per recuperare l’intera puntata clicca sul player:
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, F4