Roland Ratzenberger: the echo of someone who leaves just before a giant

La morte di Ratzenberger viene spesso dimenticata, a causa della concomitanza col terribile incidente di Senna.

Senna Day – Il 1 Maggio è una data che tutti gli appassionati ricordano tristemente a causa della scomparsa di Senna. Il leggendario pilota brasiliano ha lasciato un segno indelebile nel circus e, ancora oggi, la sua figura è ricordata in tutto il mondo.

Durante il weekend in cui ci lasciò Senna, la Formula 1 visse un doppio dramma poiché appena 24 ore prima, un giovane pilota perse la vita sullo stesso circuito: il suo nome era Roland Ratzenberger.

Da Salisburgo al Mondo: il viaggio in giro per il mondo del pilota austriaco verso la Formula 1

La storia di Roland Ratzenberger comincia a Salisburgo, nel 1960. Sin da ragazzino coltiva il suo sogno di correre in Formula 1, insieme ai migliori piloti al mondo. Pur di riuscire nel suo intento, Roland viaggia in giro per il mondo, collezionando importanti risultati nella maggior parte delle serie propedeutiche alla F1, tra cui Formula Ford, F3000 giapponese, senza rinunciare a diverse partecipazioni alla 24 Hours of Le Mans.

Mentre Ratzenberger proseguiva la sua carriera nelle serie minori, collezionando nuove importanti esperienze da inserire nel suo portfolio, Ayrton Senna si faceva già largo nell’Olimpo della Formula 1, conquistando 3 mondiali e il cuore di milioni di tifosi in tutto il globo.

Il debutto in F1 con la deludente Simtek

Durante l’inverno del 1993, il neonato team Simtek si prepara ad affrontare la prima stagione in Formula 1. Capitanata dal tecnico inglese Nick Wirth, la nuova scuderia assume Ratzenberger, lasciandosi convincere dall’ingente somma di denaro portata dal giovane austriaco. Si parte con un accordo della durata di 5 GP.

There Simtek S941 fa il suo debutto durante il GP di Brasile 1994, ma Roland non riesce a qualificarsi per la gara. Le difficoltà del team sono evidenti, la vettura non è all’altezza del resto della griglia: il primo progetto della vettura si basava sulle sospensioni attive, innovazione tecnologica che caratterizzò la devastante Williams FW15C. Tale soluzione fu immediatamente bandita, vanificando tutto il lavoro di Wirth, il quale dovette adattare l’intero progetto con l’unico obiettivo di rispettare il regolamento.

Dopo la delusione a Interlagos, Ratzenberger riesce a qualificarsi al successivo GP in Giappone e conclude la gara in undicesima posizione. La S941 non risulta ancora convincente in pista, ma l’intero team si dirige verso la prossima tappa con le valigie colme di speranze.

Il weekend nefasto di Imola ‘94: l’incidente del venerdì

L’appuntamento successivo è in Italia, sul circuito di Imola. Il weekend non si apre nel migliore dei modi: durante le prove del venerdì, il giovane Rubens Barrichello si schianta con la sua Jordan, a seguito di un cedimento di una sospensione. L’impatto è terribile e Barrichello perde conoscenza mentre la sua monoposto carambola. Fortunatamente, Rubens uscirà un po’ ammaccato nel fisico, ma non nello spirito.

A seguito di questo evento, Senna esporrà i suoi dubbi in merito alla sicurezza delle monoposto in gara nel 1994: la posizione della FIA contro l’elettronica ha costretto molti team a fare dei downgrade frettolosi alle proprie monoposto, le quali risultano decisamente instabili rispetto alla stagione precedente.

Le ultime qualifiche di Roland Ratzenberger

Il giorno successivo, archiviato lo spavento per il botto di Barrichello, si scende di nuovo in pista per lottare contro il cronometro. Ratzenberger sale sulla sua Simtek e si lancia per il suo giro veloce. Durante il primo tentativo, la S941 subisce un leggero danno all’ala anteriore, a seguito di un’escursione fuori pista nei pressi delle Acque Minerali.

Così Ratzenberger, non rilevando evidenti cali di performance, non rientra e prosegue la sua volata, quella che gli sarà fatale. Mentre procedeva a oltre 300 Km/h lungo la Villeneuve, il piantone dell’alettone cede di colpo e l’ala si stacca incastrandosi sotto le ruote. Tale occorrenza impedisce alla vettura di sterzare, mandando Ratzenberger contro le barriere esterne ad altissima velocità.

L’impatto è devastante, il decesso viene dichiarato pochi minuti dopo aver raggiunto l’ospedale. L’autopsia confermerà che il giovane austriaco morì sul colpo e ogni sforzo dei medici sarebbe risultato vano.

Roland Ratzenberge
Roland Ratzenberger in action with Simtek

Una morte anonima e spesso dimenticata

Il dolore per la scomparsa di Roland Ratzenberger dura pochissimo, a causa di un altro gravissimo incidente. Il giorno successivo, durante il Gran Premio, a perdere la vita è Ayrton Senna. Anche qui, non si tratterà di un errore umano, ma sarà un guasto improvviso, nel punto peggiore, a reclamare l’anima di Magic.

La morte di Senna cancella di colpo tutti gli avvenimenti del weekend. L’incidente di Barrichello, il devastante impatto dell’austriaco di cui nessuno ricorda più il nome, è tutto sparito. Una serie di eventi che in qualche modo fa riflettere sul funzionamento malsano dell’empatia umana, la quale si attiva solo su ciò che viene ritenuto meritevole di attenzioni. Un po’ come quando morì Mango e, poche ore dopo, ci lasciò anche Pino Daniele, facendo dimenticare a tutti della scomparsa del suo collega.

In qualche modo, possiamo immaginare che il piccolo Roland abbia deciso di farsi da parte per lasciare spazio al gigante, all’idolo, a Magic Senna. I funerali di Ratzenberger si tennero in forma privata, con l’unica presenza di eccezione da parte del connazionale Niki Lauda. Tutti gli altri VIP avevano altri impegni quel giorno, la priorità era commemorare il grande campione.

Il vero paradosso di questa storia è che l’unica persona a essersi ricordata di Roland Ratzenberger dopo la morte di Senna è lo stesso Senna. Ayrton, dopo aver appreso della morte del suo collega, si pose l’obiettivo di onorare Ratzenberger vincendo il Gran Premio per lui. Dopo aver estratto il corpo senza vita del brasiliano, nell’abitacolo della FW16 i commissari trovarono una bandiera austriaca, pronta a essere sventolata dopo la bandiera a scacchi.

Ciao Roland.


#Sennaday


Crediti foto: F1

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