Gunther Steiner e Haas, un matrimonio finito male, anzi malissimo. La dolorosa separazione tra il manager di Merano e la scuderia americana sta trovando ampio spazio sui giornali di tutto il mondo, ma non per i suoi risvolti sportivi. Precisamente, cosa sta accadendo e perché non ce ne frega una mazza?
Gunther Steiner scaricato dalla Haas
Tutto comincia a inizio 2024, con un improvviso annuncio da parte della scuderia Haas: Gunther Steiner lascia il team con effetto immediato, promuovendo l’ing. Ayao Komatsu al ruolo di Team Principal. Una notizia decisamente inaspettata, ma facilmente comprensibile, visti i risultati decisamente scarsi della franchigia a stelle e strisce.
La gestione Steiner ha visto la Haas brillare e tornare nel baratro in maniera piuttosto repentina, spesso a causa di scelte errate. Tra le grandi mosse fallimentari della Haas di gunterone nazionale troviamo:
- la stranissima collaborazione con Rich Energy: il breve percorso da name sponsor a nemico dichiarato a causa di “performance inadeguate”;
- assumere Mazepin: il denaro di Uralkali è durato davvero poco e, dopo una stagione da 0 punti, è scoppiata anche la guerra in Ucraina, col conseguente blocco dei fondi russi.
La conversione da manager a VIP
L’ingresso di Netflix nel paddock ha avvicinato il pubblico più giovane alla Formula 1, sfruttando un’abile scrittura in Drive to Survive. In questo contesto, mentre la Mercedes disintegrava tutti in pista, il personaggio Gunther Steiner spiccava tra i fotogrammi di DtS a suon di battute di spirito e parolacce spesso buttate a caso in maniera più forzata di una ripartenza in safety car in un mondiale già deciso.
Il pubblico ha cominciato ad adorare Steiner, al punto da renderlo uno dei grandi protagonisti del circus, nonostante la Haas in pista fosse una vettura in grado di dare filo da torcere alla Williams, per accaparrarsi l’ultima posizione. In questo contesto, gli aspetti sono gradualmente venuti meno e Gunther Steiner è apparso sempre più interessato alle telecamere piuttosto che le telemetrie.
Le colpe di Gene Haas
Mentre la Haas commetteva errori su errori, inanellando prestazioni decisamente sotto tono, si notava l’assenza una figura fondamentale: la proprietà.
Dov’era Gondor, pardon, Gene quando la Haas firmava un accordo commerciale con l’inaffidabile Rich Energy? Quando si accettava di prendere un pay driver e si andava in pista con una Andrea Moda moderna?
Il licenziamento di Steiner sembra l’unica mossa azzeccata di Gene Haas, ma viene controbilanciata da un tempismo decisamente pachidermico. Perché Haas ha lasciato che la scuderia finisse nel baratro prima di prendere in mano le redini della situazione?
L’intervento degli avvocati divorzisti
Subito dopo il licenziamento, Steiner è immediatamente partito al contrattacco e non ha fatto attendere la stampa. Le sue prime dichiarazioni sono chiaramente parole amare, dettate da un’interruzione brusca di un rapporto di lunga durata.
Oltre alle interviste, Steiner ha deciso di sguinzagliare i suoi avvocati, accusando il team Haas di non avere pagato importanti cifre derivanti dall’uso della sua immagine per il merchandise. Una mossa che evidenzia ancora più il ruolo mediatico di Steiner e meno quello sportivo.
La risposta di Gene non si è fatta attendere ed è arrivata anch’essa tramite avvocato: il rilancio è l’accusa di avere utilizzato in maniera impropria immagini della Haas nel libro biografico di Steiner “Surviving to Drive”, titolo per niente ispirato a una famosa serie TV.
Anche qui a venire meno è ancora una volta lo sport, mentre le pagine dei giornali si impregnano del veleno di una storia degna di una soap opera spagnola, prossimamente sulle migliori piattaforme di streaming.