Durante l’evento Converge Live, organizzato da CNBC presso la sede storica della Ferrari a Maranello, Benedetto Vigna, CEO della celebre casa automobilistica italiana, ha rilasciato dichiarazioni importanti sul contesto politico ed economico attuale in relazione al meccanismo protezionistico avviato dagli USA
Il tema centrale è la potenziale introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti sulle importazioni di automobili dall’Europa, un rischio divenuto più concreto dopo le recenti prese di posizione restrittive dell’amministrazione Trump.
Il tycoon ha già annunciato tariffe del 25% su acciaio e alluminio provenienti dall’UE, con la possibilità di estendere misure simili ad altri settori strategici, tra cui quello automobilistico, vitale per l’economia europea.
Vigna ha affrontato la questione con un tono rassicurante, mostrando fiducia nella capacità di Ferrari di mitigare eventuali impatti negativi. Ha dichiarato esplicitamente:
«Siamo pronti con alcune contromisure»

Ciò suggerisce che l’azienda ha già elaborato piani per fronteggiare un aumento dei costi o una riduzione della competitività sul mercato statunitense, che rappresenta una fetta significativa delle vendite di Ferrari (circa il 30% del totale).
Tuttavia, il CEO non ha fornito dettagli specifici su queste strategie, limitandosi a indicare che l’azienda adotterà un approccio proattivo e pragmatico. Ha sottolineato l’importanza di monitorare da vicino l’evoluzione della situazione nelle prossime settimane, un periodo cruciale per capire se e come le minacce di dazi si tradurranno in politiche concrete.
Vigna ha espresso una visione realistica ma ottimistica: al momento, Ferrari non percepisce alcun impatto diretto derivante dalle discussioni sui dazi.
Questo ottimismo si basa sulla peculiarità del modello di business di Ferrari, che si distingue da quello delle case automobilistiche di massa. L’azienda produce vetture di lusso in tirature limitate, con una domanda costantemente superiore all’offerta e una clientela alto-spendente, meno influenzata da variazioni economiche o costi aggiuntivi.
Vigna ha implicitamente suggerito che questa resilienza strutturale potrebbe attenuare gli effetti di eventuali tariffe, anche se non ha escluso la necessità di adattamenti.

Un ulteriore elemento rilevante emerso dal suo intervento è il riferimento alla reazione dell’Unione Europea. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha promesso ritorsioni per un valore di 26 miliardi di euro su beni americani, tra cui prodotti agricoli e tecnologici, nel caso in cui gli Stati Uniti applicassero i dazi.
Questo scontro commerciale potrebbe avere ripercussioni significative sull’industria automobilistica europea, che ogni anno esporta veicoli negli Stati Uniti per miliardi di euro. Tuttavia, Ferrari sembra meno vulnerabile rispetto a marchi di massa come Volkswagen o Stellantis, grazie alla sua nicchia di mercato e alla capacità di trasferire eventuali aumenti di costo sui prezzi senza compromettere la domanda.
Infine, Vigna ha sottolineato che questa è una sfida condivisa:
«Siamo sulla stessa barca con altre case automobilistiche europee»
L’intero settore dovrà affrontare le conseguenze di una possibile escalation commerciale, ma la tranquillità e la sicurezza del CEO trasmettono l’idea che Ferrari abbia già calcolato i rischi e identificato soluzioni.
Tra queste potrebbero esserci una diversificazione dei mercati, un aumento della produzione locale o una negoziazione diretta con i partner americani per minimizzare l’impatto delle tariffe. Ferrari ha chiuso il 2024 con un anno record e continua a essere un simbolo di eccellenza italiana nel mondo.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP