DRS: l’abominio sportivo della F1

Drag Reduction System: schiacciare l’apposito tasto per prenotare il sorpasso

Ogni sport è caratterizzato dal suo momento culmine. Ogni sport è nobilitato dalla sua azione tipica. Ogni sport è animato dal suo obiettivo peculiare. Nel calcio c’è il gol. Nel basket il canestro. In Formula 1 il sorpasso. Con l’obiettivo del gol, del canestro, del sorpasso, tutta l’azione si svolge. Per quell’obiettivo si soffre, si suda, si forza, si ragiona, si rischia. 

Ma cosa sarebbe un gol se la porta avesse la larghezza del fondo campo?
E quanto varrebbe un tiro da tre punti se il canestro fosse grande come una piscina olimpionica? E se il K.O. nella box arrivasse a mezzo di uno spray al peperoncino? O che valore avrebbe la bandiera conficcata sulla cima di un monte se lo scalatore fosse portato lassù in elicottero?
E se in Formula 1 inventassero un bottone per agevolare il sorpasso?
Come dite? Ci han già pensato? Quindi state ancora leggendo, nonostante l’introduzione “fanta- sportiva”? Bene! Allora proseguiamo. 

Ferrari SF-24
Alettone Ferrari SF-24 nel disegno presentato in Bahrain

L’essenza del sorpasso 

La tradizionale manovra di sorpasso, quella che ha scritto pagine e pagine di storia del motorsport, prevede generalmente i seguenti ingredienti: il pilota che attacca, dopo aver studiato l’avversario, resta il più attaccato possibile ai suoi scarichi in uscita di curva, ne sfrutta la scia in rettilineo, lo affianca e poi? Poi arriva il momento solenne: tirando fuori gli attributi, stacca più tardi di lui e lo supera.

Purtroppo negli ultimi anni l’esasperata aerodinamica ha reso le vetture molto sensibili agli scarti aerodinamici, cosicché, in curva, chi sta dietro non riesce a restare attaccato a chi sta davanti: di conseguenza la preparazione della manovra di sorpasso viene compromessa. 

Ma la FIA, anziché intervenire pesantemente sull’aerodinamica, ha pensato “bene” di fornire i piloti di un “trucchetto”: il DRS, acronimo che sta per Drag Reduction System (sistema di riduzione della resistenza aerodinamica); un dispositivo che la stessa FIA, senza vergogna alcuna, definisce “overtaking aid” (aiuto al sorpasso)! Ma come è possibile? Quelli che dovrebbero essere tra i migliori piloti al mondo devono essere aiutati a svolgere ciò che dovrebbero saper far meglio di chiunque altro? 

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Come funziona il DRS 

Ecco il principio di funzionamento di questo abominio sportivo: un flap sull’ala posteriore, riducendo la sua incidenza, favorisce una maggiore velocità di punta. Il risultato? Sorpassi sviliti e tristi: chi sorpassa non ha merito e chi si difende è spesso inerme. Altro che staccate all’ultimo metro! I sorpassi si fanno spesso a metà rettilineo, scialando come in A1 sulla terza corsia. Possiamo ancora definire “sorpassi” tali manovre? Io preferisco chiamarli “cambi di posizione”. 

Fosse totalmente libero l’uso di questo strumento, almeno sarebbe richiesta ai piloti una cospicua dose di abilità. Invece le regole che ne disciplinano l’utilizzo sono stringenti e cervellotiche, in pieno stile FIA: i piloti possono utilizzare questo sistema solo all’interno delle zone DRS preventivamente definite per ogni circuito; durante le prove libere e le qualifiche può essere sempre utilizzato, in gara, invece, solo dopo i primi due giri e solo quando il pilota si trova a meno di un secondo dal pilota che lo precede; questo distacco viene misurato ad un detection point e il pilota viene avvisato da un segnale acustico e da una luce sul cruscotto, dopodiché trucida anni di storia del motorsport con la pressione di un tasto. 

DRS – Considerazioni

Quest’ignobile congegno altera le regole del gioco, snatura l’anima di questo sport. Un baro partorito dallo stesso regolamento della Formula 1; un vero e proprio falsario a piede libero, che si aggira in pista e spaccia per sorpassi delle azioni che sorpassi non sono. Occhio alla truffa, non fatevi fregare!


Crediti foto: Formulacritica, Oracle Red Bull Racing

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