Conclusasi da qualche ora la gara del Gran Premio del Giappone, dominata dalla Red Bull di Max Verstappen, un evento dai tratti “monegaschi”, con pochissime emozioni. Forse l’unica: l’uscita dalla pit lane proprio tra Verstappen e il pilota della McLaren Lando Norris, con quest’ultimo finito sull’erba.
In questa corsa soporifera, come ogni fine gara, viene eletto il “Driver of the Day” (per intenderci il “migliore in campo”), il premio virtuale conferito al pilota più votato da fan e appassionati tramite la piattaforma della F1. In una gara dove non è successo nulla o quasi, i tifosi da casa hanno scelto l’eroe locale: Yuki Tsunoda, al debutto sulla Red Bull.
Il pilota giapponese non ha risollevato le sorti della scuderia anglo-austriaca, finendo fuori dai punti. Ma Tsunoda cosa ha fatto, di preciso, per meritarsi il “Driver of the Day”? Spoiler alert: NULLA! Molto probabilmente, i voti con cui si è guadagnato “l’ambito” premio sono arrivati dal suo Paese, visto che oggi gareggiava in casa.
Lo scorso Gran Premio, quello di Cina, il “Driver of the Day” è finito al pilota italiano della Mercedes, Andrea Kimi Antonelli. Cosa aveva fatto il talentino bolognese a Shanghai? Anche lì, NULLA. Anzi, ha subito, ad oggi, il sorpasso più bello del mondiale, con la Haas di Ocon, a più di 300 chilometri all’ora, con due gomme sull’erba. Eppure è stato premiato.

Driver of the day: la poca visibilità dei protagonisti è un limite
Nel calcio, così come nel basket, nel rugby, insomma in tutti quegli sport che si praticano su un campo, si notano le performance degli atleti che emergono: uno fa gol, un altro fa 30 punti. Effettivamente vedi le prestazioni, puoi valutarle in modo consono.
In F1, dove bene o male, grazie alla regia vedi sì e no la metà dei piloti e dei sorpassi (spesso solo al replay), è difficile valutare le prestazioni — soprattutto in una gara dove non è successo nulla. In Formula 1 o qualcuno emerge sopra tutti gli altri con una performance paurosa, oppure si limita a fare il compitino per prendere la sufficienza.
Per come è strutturata la Formula 1, il “Driver of the Day” è inutile e non è nemmeno meritocratico. In gran parte si basa su chi corre in casa, su chi è più simpatico per i fan… insomma, non ha quasi niente di sportivo. È un semplice voto sul pilota preferito, nulla più.
Il “Driver of the Day” non dà nulla al pilota né alla categoria e, se venisse abolito, di certo a noi non mancherebbe. L’unico premio che conta è quello che si riceve sul gradino più alto del podio. Le preferenze? Le lasciamo ai politici.
Crediti foto: F1, Mercedes-AMG Petronas F1 Team