Da quando si è insediato per la seconda volta alla Casa Bianca, il tycoon newyorchese Donald Trump ha proclamato una guerra commerciale a tutto il mondo, fatta di dazi, ad alleati e non. Perfino ai suoi Paesi confinanti come il Canada, a Nord, e il Messico, a Sud, con cui fra poco più di un anno ospiterà il primo Campionato Mondiale di Calcio FIFA per nazioni, a 48 squadre. Proprio al tanto odiato Stato del confine a Sud, il magnate potrebbe fare un enorme favore nell’ottica del futuro del Gp del Messico.
Dopo oltre 15 anni in F1, in griglia non abbiamo un pilota messicano. Sergio Pérez ha lasciato la compagnia, defenestrato dalla Red Bull per rimpiazzarlo con il neozelandese Liam Lawson, per essere poi retrocesso in VCARB a vantaggio di Yuki Tsunoda, che debutterà con la scuderia di Milton Keynes questo weekend a Suzuka.
Ma Pérez non è ancora fuori totalmente dal grande giro della F1: leggi qui. L’americanissima Cadillac, dopo una lunga battaglia politica, l’uscita di scena di Michael Andretti, primo promotore dell’iniziativa, e qualche colpo di fortuna, è riuscita ad approdare in F1 come undicesimo team in griglia ed è in cerca di piloti per il prossimo anno, stagione che vedrà nuove monoposto e nuove power unit.

Uno dei due piloti potrebbe proprio essere Sergio Pérez. Vedere un pilota messicano a bordo di una vettura americana farebbe un po’ specie all’attuale Presidente degli Stati Uniti, visto il trattamento che riserva a chi proviene oltre il muro con il Messico.
Ma un suo avallo potrebbe dar beneficio sia alla Cadillac sia al Gran Premio del Messico. Il Gran Premio del Messico era sostenuto in parte dalla presenza di piloti messicani in griglia, tra cui proprio Pérez, che quest’anno sarà assente. Proprio quest’anno scadrà il contratto che lega la F1 con l’evento messicano e il rinnovo non appare così scontato.
Ma se Pérez venisse confermato alla guida della Cadillac in vista del 2026, gli organizzatori messicani avrebbero qualche carta da giocare in più con Liberty Media sul tavolo del rinnovo.
Il tutto dipende dalla volontà della Casa Bianca, chiudendo un occhio su un pilota messicano che guiderebbe l’auto che più di tutte rappresenta l’America, aiutando di fatto anche il Messico a tenere la F1 per qualche anno ancora.
La Cadillac è di famiglia, e un occhio Trump lo chiuderà.
Crediti foto: F1, Oracle Red Bull Racing