F1 - Formulacritica logo
No Result
View All Result
  • F1
  • WEC
  • Rubriche
    • Editoriali
    • Formula parodia
    • Approfondimenti
    • Battiti e pistoni: vite da F1
    • F1 in numeri
    • Grandi Storie
    • Dalla parte del torto
    • L’angolo acuto
    • Accadde Oggi
  • Media
  • Classifiche
    • 2024
      • Classifica Piloti F1 2024 definitiva
      • Classifica Costruttori F1 2024 definitiva
    • 2025
      • Classifica Piloti F1 2025
      • Classifica costruttori F1 2025
  • Analisi e tecnica
    • Tecnica
    • Glossario F1
    • Le fondamenta
  • Calendario
    • 2025
      • Formula 1
      • WEC
      • Formula 2
      • Formula 3
      • Formula 4
      • F1 Academy
      • Formula Regional Middle East
      • FRECA
      • Formula E
      • WSK
    • 2024
      • Formula 1
  • Circuiti
  • Orari e TV
  • Non solo F1
    • Ruote coperte
    • F2
    • F3
    • Formula E
  • F1
  • WEC
  • Rubriche
    • Editoriali
    • Formula parodia
    • Approfondimenti
    • Battiti e pistoni: vite da F1
    • F1 in numeri
    • Grandi Storie
    • Dalla parte del torto
    • L’angolo acuto
    • Accadde Oggi
  • Media
  • Classifiche
    • 2024
      • Classifica Piloti F1 2024 definitiva
      • Classifica Costruttori F1 2024 definitiva
    • 2025
      • Classifica Piloti F1 2025
      • Classifica costruttori F1 2025
  • Analisi e tecnica
    • Tecnica
    • Glossario F1
    • Le fondamenta
  • Calendario
    • 2025
      • Formula 1
      • WEC
      • Formula 2
      • Formula 3
      • Formula 4
      • F1 Academy
      • Formula Regional Middle East
      • FRECA
      • Formula E
      • WSK
    • 2024
      • Formula 1
  • Circuiti
  • Orari e TV
  • Non solo F1
    • Ruote coperte
    • F2
    • F3
    • Formula E
No Result
View All Result
Home Approfondimenti

Domenicali mette la storia della Formula Uno nello scantinato

Tra americanizzazione e perdita di identità, Stefano Domenicali trasforma la F1 in un prodotto d’intrattenimento sacrificando la storia

Francesca Zaio by Francesca Zaio
12 Ottobre 2025
in Approfondimenti, News
Tempo di lettura: 7 minuti
0
A A
0
Stefano Domenicali

Stefano Domenicali, CEO della Formula 1 - Credito foto: Getty Images

Condividi su FacebookPosta su XInvia su WhatsappInvia su Telegram

Non ho potuto seguire live il GP wannabe-Montecarlo-ma-che-non-ce-la-fa, e così ho colto il suggerimento del presidente-CEO di Liberty Media: ho guardato solo gli highlights. Che trauma. Russell vince la gara e rafforza la sua leadership in Mercedes così come la sua capacità contrattuale con Toto Wolff; Verstappen fa il padre di famiglia responsabile ed estrae il massimo dalla sua vettura portando fieno in cascina per possibili colpi di scena improbabili ma non per questo auspicabili (visti i valori in campo).

McLaren vince il mondiale costruttori: dieci anni fa era un team senza main sponsor e le tute dei piloti erano praticamente bianche, con una collaborazione tecnica con Honda fallimentare. Zak Brown ha saputo risollevare il team, inizialmente irriso nel paddock; queste cose vanno ricordate. Non è stato semplice, inciampi lungo il percorso ci sono anche stati. Prodromou è direttore tecnico dell’aerodinamica dal 2015, braccio destro di Newey in Red Bull; Stella è attualmente il team principal, entrato anche lui in McLaren nel 2015 come responsabile delle operazioni in pista seguendo Alonso. I fuoriclasse fanno sempre la differenza, ma avere una buona squadra che funziona sa portarti al successo. Complimenti a loro. E momenti di riflessione per altri.

McLaren
I duellanti per il titolo piloti, Lando Norris e Oscar Piastri dopo la vittoria del 10° campionato costruttori della McLaren

L’unico tallone d’Achille sono i piloti: Stella, sapendo di avere la vettura più veloce, ha scelto di non scegliere il pilota di punta, ritenendo forse più importante conquistare il titolo costruttori, che ha ricadute considerevoli dal punto di vista economico. Ora che l’obiettivo è stato raggiunto, spero che finalmente queste papaya rules scompaiano. Sogno un Piastri che nelle Q3 del sabato si fermi più del necessario nella piazzola di sosta per ostacolare Norris e fargli così perdere il tempo per l’ultimo giro della qualifica. Proprio come Ungheria 2007, esatto! Piloti papaya, è ora di lottare un po’ per questo mondiale, forza!

Alonso – Hamilton: un contrasto infinito

Lo dico fin da subito: Alonso andrebbe tutelato come patrimonio dell’umanità e si dovrebbe ritirare a 80 anni. Se a 44 anni sei lì a battere i pugni sul volante perché qualcosa è andato storto, sicuramente non sei un pilota pronto al ritiro. Quanto ai team radio, più che fare di Alonso un commediante, a mio avviso è Liberty Media ad utilizzarli per farne una commedia. Quello che alla maggior parte degli appassionati e ai suoi tifosi piacerebbe sarebbe vederlo su una macchina competitiva, senza sentire i suoi team radio, confrontarsi con Verstappen e non dover segnalare alla direzione gara che Hamilton sta tagliando le curve.

Hamilton ha risposto sui social che è da 18 anni che Alonso si lamenta (a suo dire). Del resto, quando vedi un pilota rimesso in pista da una gru e superare una Safety Car (Valencia 2010) prendendo 5 miseri secondi di penalità, le hai viste un po’ tutte, anche se non ti abitui mai. Caro Lewis, magari arrivarci dopo 18 anni nella condizione di Fernando; forse meglio però concentrarsi sulle prestazioni in Ferrari, che non mi sembrano proprio simili a quelle del pilota Alonso, né di quello in Ferrari, né di quello in Aston Martin. È un consiglio, poi fai tu.

Fernando Alonso
Fernando Alonso in conferenza stampa a Singapore

Leclerc: che succede?

Dopo il weekend di Singapore abbiamo scoperto che Leclerc ha un manager che ora va dicendo che il suddetto Charles non è più un ragazzino e ora ha bisogno di una macchina competitiva per vincere. I mondiali però bisognerebbe cercare di vincerli già da giovani, un po’ come provano a fare tutti, e magari si sarebbero dovute chiedere garanzie a Ferrari prima di giurare amore eterno e di voler rimanere lì finché non si porta il mondiale a casa. Parole al vento. 

Alcuni segnali però fanno capire che qualcosa della percezione di Leclerc in Ferrari sta cambiando: è stato fatto trapelare che alcuni suoi atteggiamenti non siano molto graditi. È il modo elegante della proprietà per far capire che tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile, persino Charles Leclerc. E che tra i due piloti attualmente in Ferrari Elkann preserverà Hamilton piuttosto che lui, per ragioni che esulano dalle situazioni di pista. E con un Verstappen che può accasarsi ovunque se solo lo volesse, Leclerc non ha piani B. Non si sa quali saranno i valori in campo nel 2026, quello che è sicuro è che Verstappen avrà priorità di scelta.

leclerc ferrari
Charles Leclerc durante le interviste post gara

Domenicali degrada la Formula 1

È stata pubblicata l’intervista di Domenicali dallo scantinato, che gli amici inglesi traducono come “basement”, da parte del podcaster Gazzoli: rappresenta il manifesto della Formula Uno che vuole costruire il nostro imolese-orgogliosamente-italiano-presidente-CEO di Liberty Media. Si parte con l’invito di Domenicali agli ascoltatori a comprare i biglietti del venerdì e del sabato di Monza, annunciando il sold out della domenica. L’intervista è stata trasmessa giovedì 2 ottobre, ben dopo il weekend in oggetto. Si parte alla grande.

D’altro canto, il conduttore inizia a incalzare Domenicali come farebbe il nostro Diego Catalano, iniziando a chiedere: “Qual è il Paese più caldo nei confronti della Formula Uno?”, dimostrando quanto mastichi la materia e quanti danni possono produrre i VIP pass.

Nel corso dell’intervista si fa sempre riferimento a un unico Paese: gli Stati Uniti. Gazzoli dipinge Domenicali come un moderno Garibaldi, definendo l’entrata dei GP americani come “un cambio importantissimo”. Gazzoli però non lo sa che in 70 anni di storia la F1 ha organizzato molteplici GP in questa location: Sebring, Florida (1959), Riverside, California (1960), Watkins Glen, New York (1961–1980), Long Beach, California (1976–1983), Las Vegas, Nevada (1981–1982), Detroit, Michigan (1982–1988), Phoenix, Arizona (1989–1991) e Indianapolis, Indiana (2000–2007). 

F1
Stefano Domenicali insieme al team principal della Mercedes Toto Wolff

Domenicali non ha chiaramente alcun vantaggio nel dirlo: evidentemente la strategia per “allargare la base” è lasciare i “nuovi fan” all’oscuro di tutto. Si cita anche il “Middle East” (altrimenti chiamato Medio Oriente) come nuovo “achievement” della gestione domenicaliana, peccato che il movimento sia stato portato lì dal signor Bernie Ecclestone; dubito che inserire la tappa saudita e catariota sia un’idea così innovativa. L’innovazione, se così vogliamo chiamarla, di Domenicali è l’americanizzazione del movimento: modificare la narrazione e trasformare un mondo di eccellenza tecnica in una soap opera turca, considerato che – a suo dire – la F1 deve competere con le serie TV Netflix e i podcast. Quindi è necessario creare una narrazione e quindi dei “personaggi”, così definisce i piloti. 

Personaggi che non devono necessariamente rispettare un copione e che non vengono in alcun modo censurati, liberi di dire ciò che pensano. Domenicali elogia la serie Netflix Drive to Survive, da cui origina la narrazione precedentemente descritta; questa serie è nota per aver creato il “mostro” di Steiner, un TP che è diventato famoso per dire frasi da vecchio zio che al pranzo della domenica ha alzato un tantino il gomito, che fa sorridere forse la prima volta, magari anche una seconda, ma che alla terza già non riesci più a tollerare. Grazie a questa notorietà è riuscito a pubblicare un libro e forse a rimanere qualche stagione in più come TP della Haas. Ma non stiamo parlando di genuinità: ad esempio, il famoso team radio di Alonso a Monza 2013 “Ma siete dei geni” o quello ancora più celebre di Suzuka 2015, “GP2 engine”, sono assolutamente spontanei, così come il TR di Leclerc “Maybe try it in Spanish”. 

Gunther Steiner - Ex Team Principal del Team Haas F1
Gunther Steiner – Ex Team Principal del Team Haas F1

Raccontano delle dinamiche che inevitabilmente succedono ai 300 all’ora, raccontano in parte il temperamento di una persona o, in generale, di un pilota sotto stress. Così come del famoso “confronto” di Schumacher con Coulthard a Spa 1998. E al netto dell’opinione che si può avere dei piloti citati, questi sono momenti che sono nella memoria collettiva perché autentici. Ricorderemo in futuro battute o episodi di Steiner? Tra cinque anni ci ricorderemo ancora di Steiner? Ne dubito. Non smetteremo invece di ricordarci di Todt, Dennis, Briatore ma anche dello stesso Domenicali che sotto la pioggia cercò di fermare in tutti i modi Schumi. 

Con Gazzoli si discute di come questa nuova narrazione a trazione americana sia un modo per far venir fuori le personalità di questi piloti; Gazzoli allude quasi al fatto che in passato così non fosse. E si nota quanto di questo sport poco sappia, visto che di personalità fin dagli anni Cinquanta ne abbiamo viste: Villeneuve, Lauda, Alesi, Mansell, Räikkönen, Schumacher, Montoya, Senna, Merzario, Prost… e potrei andare avanti. Gli stessi costruttori avevano personalità di tutto rispetto: citiamo Eddie Jordan, Enzo Ferrari, Giancarlo Minardi.

Ovviamente nell’intervista viene citato anche il film sulla F1 come manifesto del movimento sportivo che Domenicali vuole vendere e come con questo pensi di “allargare la base” e quindi gli spettatori. Dal film si vede chiaramente che il lavoro di ripresa è stato impegnativo e ben fatto, il problema è il contenuto. Ne ho discusso in un altro articolo e quindi non mi dilungherò; tuttavia voglio segnalare il passo dove si vanta che i puristi sono stati presi in castagna per i dettagli. Vorrei dire a Domenicali che sì, ci ha fregati, ma per i soldi del biglietto che abbiamo speso per vedere il film e non per altro. Ha aggiunto che le situazioni riportate nel film sono realmente accadute. Mi dica allora quando un pilota è andato a sbattere contro gli altri perdendo pezzi, facendo entrare la Safety Car senza essere sanzionato. Mah.

Di rilievo la frase “La gente non sa cosa c’è sotto la macchina”, che uccide ogni speranza di questo sport, visto che una volta era proprio perché ti interrogavi su cosa ci fosse sotto la macchina che ci si avvicinava alla F1. Mala tempora currunt. Domenicali vuole che lo sport sia spiegato in maniera più semplice per allargare il pubblico, e non fare come quegli “sport autoreferenziali” (come dice Gazzoli… mah); il problema è che i motori – o meglio le power unit – che ci sono tuttora in F1 sono le più complesse mai avute in 70 anni di storia. Briatore in passato disse qualcosa di analogo, ma la sua opinione era quella di semplificare le parti delle vetture, a partire dall’aerodinamica. Invece qui si porta come un vanto il fatto di non sapere e non avere neanche la curiosità di capire perché succedono le cose.

Stefano Domenicali è il Fabio Maria Damato della F1. Ha preso in mano un impero con un grande potenziale e l’ha reso redditizio. Sì, ma a quale prezzo?

L'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola dove si teneva l'omonimo GP
Rettilineo di partenza dell’autodromo di Imola

A prezzo della storicità, come quella di Imola, che diventa un limite. Ha salvato il business quando c’è stata la più grave pandemia mondiale, ha permesso di ripartire e generare introiti quando altri ricchi Paesi non avevano un piano per poter ospitare quei gran premi. Il ringraziamento a Imola, da imolese doc e orgogliosamente italiano, è stato sbattere la porta in faccia non appena gli affari sono tornati a regime. E la chiosa come “the cherry on the cake”: i giovani non si accorgono neanche se il GP viene ospitato a Imola o a Las Vegas.

Il problema dei giorni nostri è non provare più l’emozione della vergogna, grazie alla quale certe affermazioni non verrebbero pronunciate. Pensiamoci.


Crediti foto: Getty Images, McLaren F1, Haas, F1

Seguici e commenta sul nostro canale YouTube: clicca qui

Tags: F1Liberty MediaNewsStefano Domenicali
Francesca Zaio

Francesca Zaio

Next Post
Ali flessibili F1

Ali flessibili, il ritorno dell’arte sottile. Come mercedes e Red Bull hanno superato la TD018

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ali flessibili F1

Ali flessibili, il ritorno dell’arte sottile. Come mercedes e Red Bull hanno superato la TD018

12 Ottobre 2025
Stefano Domenicali

Domenicali mette la storia della Formula Uno nello scantinato

12 Ottobre 2025
Petit Le Mans 2025, risultati: Cadillac vince a Road Atlanta, a Corvette il titolo GTD Pro

Petit Le Mans 2025, risultati: Cadillac vince a Road Atlanta, a Corvette il titolo GTD Pro

12 Ottobre 2025

© 2025 - Formulacritica

Questo sito non rappresenta una testata giornalistica e non può quindi considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Privacy Policy
  • Cookie policy
  • Termini di utilizzo

Cambia impostazioni privacy

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
No Result
View All Result
  • F1
  • WEC
  • Rubriche
    • Editoriali
    • Formula parodia
    • Approfondimenti
    • Battiti e pistoni: vite da F1
    • F1 in numeri
    • Grandi Storie
    • Dalla parte del torto
    • L’angolo acuto
    • Accadde Oggi
  • Media
  • Classifiche
    • 2024
      • Classifica Piloti F1 2024 definitiva
      • Classifica Costruttori F1 2024 definitiva
    • 2025
      • Classifica Piloti F1 2025
      • Classifica costruttori F1 2025
  • Analisi e tecnica
    • Tecnica
    • Glossario F1
    • Le fondamenta
  • Calendario
    • 2025
      • Formula 1
      • WEC
      • Formula 2
      • Formula 3
      • Formula 4
      • F1 Academy
      • Formula Regional Middle East
      • FRECA
      • Formula E
      • WSK
    • 2024
      • Formula 1
  • Circuiti
  • Orari e TV
  • Non solo F1
    • Ruote coperte
    • F2
    • F3
    • Formula E

© 2025 - Formulacritica