Le recenti notizie sul rinnovo del Gran Premio del Belgio con una rotazione già programmata che escluderà lo storico tracciato dai mondiali 2028 e 2030 hanno creato l’ennesima ondata di indignazione negli appassionati più tradizionalisti. Essi assistono alla progressiva trasformazione di questo sport in qualcosa in cui non si riconoscono più.
La (quasi) esclusione di Spa Francorchamps dal calendario
È difficile accettare l’idea che una pista favolosa come quella di Spa Francorchamps, tecnicamente impegnativa e capace di mettere in risalto il talento dei piloti – dove, non a caso, si sono scritte alcune delle pagine più eroiche del motorismo – possa entrare in un giro di rotazioni con tracciati non all’altezza. Al contempo, piste tecnicamente insignificanti come Yas Marina sono stabilmente in calendario solo per ragioni economiche.
Le critiche dei fan sui social media
Sui social si assiste a un profluvio di critiche e insulti nei confronti di colui che appare come il principale artefice di questi cambiamenti, che allontanano sempre di più la massima formula dal suo spirito originario e dai valori fondanti: Stefano Domenicali, identificato come il male assoluto di questo sport.
L’accusa di tradimento verso Domenicali
In particolare, al CEO di Formula One Group non viene perdonato il fatto di aver lavorato fino a qualche anno fa in quella F1 che oggi sta “distruggendo” in nome del Dio denaro. Questo ha tradito l’aspettativa di molti, che quando fu nominato lo ritenevano un baluardo dei vecchi valori che hanno reso grande questo sport, confidando che avrebbe difeso i suoi simboli.
Il vero responsabile: Liberty Media
In realtà, Domenicali non è artefice di nulla. È solo un personaggio di peso messo in posizione apicale per eseguire le volontà di Liberty Media, che vuole trasformare la Formula 1 in uno show all’americana senza però rischiare la propria immagine. Liberty Media gestisce milioni di dollari e non può permettersi di metterci mediaticamente la faccia.
La strategia comunicativa di Domenicali
Chi conosce Domenicali sin dai tempi della Ferrari sa quanto sia equilibrato e “democristiano” nei giudizi. Oggi, invece, rilascia dichiarazioni discutibili su quanto siano belle le sprint race o lodando piste come quella di Las Vegas, il tutto per creare dibattito e incanalare la rabbia dei tanti appassionati verso di lui, lasciando sullo sfondo il vero colpevole: Liberty Media.
Il conflitto tra le vecchie e nuove generazioni di tifosi
La maggior parte dei tifosi dai quarant’anni in su appartiene alla vecchia guardia e non approva la nuova direzione intrapresa dalla F1. Tuttavia, leggendo i commenti e le opinioni dei più giovani, si capisce che a loro questa “modernizzazione” piace: amano le telecronache urlate, il gossip, lo show di contorno e lo spettacolo in pista costruito. Si annoiano a sentir parlare di tecnica, per cui forse bisogna imparare ad accettare i cambiamenti e non guardare con troppa negatività al futuro.
L’evoluzione della F1 e il ruolo marginale di Domenicali
Bisogna tuttavia essere consapevoli che questa evoluzione lenta e inesorabile non ha nulla a che fare con Domenicali. Lui è pagato solo per eseguire e fare da parafulmine, facendo solo l’interesse del proprio datore di lavoro. Criticarlo non serve a nulla. L’unica azione concreta per lanciare un messaggio di dissenso sarebbe quella di spegnere la TV di fronte a una trasformazione che non si approva. Ma i dati dicono il contrario: gli spettatori e gli introiti aumentano. Non resta che prenderne atto.