Il protezionismo anacronistico dell’amministrazione USA guidata da Donald Trump rischia di mietere vittime anche in F1. Dopo il crollo delle borse dell’altro ieri e la parziale ripresa di 24 ore fa, è il team americano Haas a lanciare un grido dall’allarme con uno statement eloquente che riportiamo di seguito:
Haas Automation sta valutando l’impatto completo dei dazi sulle proprie operazioni. Negli ultimi giorni, abbiamo osservato un drastico calo della domanda dei nostri macchinari, sia da clienti nazionali che esteri. Per precauzione, abbiamo ridotto la produzione ed eliminato gli straordinari nel nostro unico stabilimento di Oxnard, in California, dove impieghiamo 1700 lavoratori e operiamo dal 1983. Abbiamo inoltre sospeso le assunzioni e bloccato nuove richieste di personale.
Sebbene i dazi avranno un impatto significativo sull’attività di Haas Automation, siamo ottimisti sul fatto che l’Amministrazione Trump troverà soluzioni per dare sollievo ai produttori statunitensi; soluzioni che ci consentiranno di continuare a produrre macchine CNC Haas negli Stati Uniti, impiegando migliaia di lavoratori nel nostro stabilimento di Oxnard, in California, e indirettamente presso gli Haas Factory Outlet in tutto il paese.
Haas Automation è particolarmente preoccupata dalla possibile riduzione dei dazi sui macchinari provenienti da alcuni paesi, come Giappone, Taiwan e Corea, senza un corrispondente abbassamento delle tariffe per i materiali grezzi e i componenti importati negli Stati Uniti. Uno scenario del genere sarebbe catastrofico per l’industria statunitense dei macchinari, che vale 5 miliardi di dollari ed è un pilastro della sicurezza nazionale americana.
I macchinari sono essenziali per l’intera infrastruttura manifatturiera degli Stati Uniti. Ci aspettiamo che l’Amministrazione Trump mantenga la promessa di proteggere la produzione americana sostenendo l’industria dei macchinari, in particolare con:
- Esenzioni dai dazi per materiali grezzi e componenti vitali per il settore;
- Mantenimento dei dazi per i macchinari importati.

Il rischio boomerang è altissimo. Una mossa, quella di proteggere il mercato intero, che non si può sposare con un’economia pienamente globalizzata. Haas è lecitamente preoccupata per lo scenario internazionale e a ruota altri team e aziende – non solo americane – potrebbero risentire di una manovra dall’alto tasso propagandistico ma che rischia di minare la stabilità dei comparti produttivi globali.
Crediti foto: Haas F1