Lacrime e sudore: ecco la cura Briatore per Alpine

Il dirigente italiano ha detto a chiare lettere che servirà ancora del tempo per tornare sul podio. In quest'ottica il mercato piloti diventa un dettaglio quasi superfluo

Alpine prende tempo dopo essere rimasta spiazzata da Carlos Sainz. Così si può sinteticamente descrivere il momento che sta attraversando la scuderia francese. Non è un mistero che, dall’atto del suo insediamento, Flavio Briatore abbia fatto una corte serrata al pilota della Ferrari, che però aveva già scelto la Williams, avendo stretto accordi con James Vowles.

Anche per questa ragione, l’equipe con base a Enstone, che sta attraversando una profonda fase di revisione interna, ha compreso che il 2025 non sarà altro che un anno di transizione verso una nuova fase regolamentare e, soprattutto, verso una nuova motorizzazione. Renault si disimpegnerà e i propulsori Mercedes si sposteranno dalla Aston Martin al cuore delle vetture transalpine.

Flavio Briatore ha rivelato che il pilota non farà la differenza per la sua squadra nel 2025. Sarà solo nel 2026 che bisognerà trovare il conducente perfetto per un team che, pur in piena rivoluzione, non abbandona le sue ambizioni di vittoria?

Le osservazioni del manager italiano non faranno certo felice chi dovrà sedersi accanto a Pierre Gasly. Chi prenderà il posto di Esteban Ocon, dunque, saprà che potrebbe trattarsi di un’opzione temporanea, forse pro tempore.

Jack Doohan sembra il candidato più adatto per essere il compagno di squadra di Pierre Gasly. L’australiano verrebbe promosso da pilota di riserva a driver ufficiale, anche se Briatore ritiene che il suo contributo non sarà determinante, il che potrebbe aiutare a ridurre la pressione per il suo anno di debutto.

Briatore
Flavio Briatore e Carlos Sainz si confrontano nel paddock del Gp d’Austria 2024

È una nuova sfida, una nuova motivazione. Sono molto felice di essere tornato e ora abbiamo un nuovo capotecnico. Fondamentalmente, siamo io e Luca, con Oliver [Oakes] come team principal, e stiamo lavorando in questa direzione. Al momento, dobbiamo avere una squadra solida, sia dal punto di vista commerciale, tecnico e gestionale“, ha commentato Briatore nel podcast Formula For Success.

“Il pilota non fa la differenza ora; la farà nel 2026, 2027 e 2028. Quelli dovrebbero essere gli anni decisivi. Se hai una buona macchina, hai bisogno di un buon pilota. Se la macchina non funziona, dobbiamo assicurarci di mettere l’energia necessaria dal punto di vista tecnico e garantire che la vettura di Alpine migliori per la prossima stagione“.


Alpine: il pilota è il dettaglio meno influente nella rivoluzione di Briatore

Flavio ha voluto precisare le sue parole per evitare fraintendimenti e per affermare che la scelta del pilota passa in secondo piano se non si è in grado di fornire una vettura competitiva. Un punto di vista comprensibile, che però rivela come il 2025 sarà l’ennesimo anno di transizione per una squadra che da anni fatica a trovare una dimensione capace di soddisfare le sue elevate aspettative.

Briatore è chiaro spegnendo sul nascere ricostruzione ermeneutiche: Alpine deve attendere i nuovi regolamenti per ottenere buoni risultati, il 2025 sarà una stagione di transizione. L’italiano è fiducioso sul fatto che, tra due anni, conquisteranno il loro primo podio, in un periodo in cui il pilota avrà per loro molta più importanza di quanto non ne abbia attualmente.

Nel 2026 penso che vedremo una  nuova Alpine. Dammi due anni, e in quel periodo vedremo il podio. Nel 2027 ne avremo uno“. Con queste parole Briatore ha tracciato la rotta: serviranno ancora almeno due anni per essere nel magico terzetto.

Alpine A524 nella livrea speciale per Spa-Francorchamps

Un discorso pragmatico, estremamente realistico, forse disincantato, ma necessario in questa congiuntura storica. Si vuole evitare, in pratica, di commettere lo stesso errore fatto dai predecessori del dirigente ex-Benetton, che si erano lasciati andare a proclami trionfalistici, poi costati loro il posto.

Evidentemente Briatore ha il pieno supporto di Luca De Meo, l’artefice del suo ritorno nel team di Enstone. In questo senso, si spiega la marginalità del ruolo del pilota nel progetto Alpine, ed è questo il motivo per cui Carlos Sainz ha deciso invece di puntare su una scuderia come la Williams, che ritiene di essere più avanti nel percorso che dovrebbe portarla verso il podio nei prossimi anni.

In effetti, Alpine deve risolvere la questione della power unit, mentre Williams è stabilmente un partner strategico di Mercedes, il che potrebbe garantire una crescita più solida e rapida nel prossimo futuro. La “cura Briatore” è appena cominciata: serviranno tempo e pazienza, e forse anche piloti di rango leggermente inferiore. Un periodo di lacrime e sangue, per citare Churchill, per poi puntare su driver di caratura superiore. 


Crediti foto: Alpine

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