Negli ultimi giorni, il mondo sta vivendo un’ulteriore crisi diplomatica e umanitaria dopo la Guerra fra Russia e Ucraina, la Guerra di Gaza fra Israele e l’organizzazione politica e militare di Hamas e, per ultima, la crisi con di nuovo Israele protagonista e l’Iran con la discesa in gioco degli Stati Uniti.
La causa di questa tensione è dovuta all’energia nucleare che lo Stato iraniano vorrebbe utilizzare per sé, ma Israele e l’Occidente temono che possa sfruttarla per creare una bomba atomica.
Tutti giorni assistiamo a lanci reciproci di missili con il rischio di portare, presto, il mondo verso la Terza Guerra Mondiale. Nella notte, a peggiorare un quadro già ampiamente compromesso, è giunto l’intervento statunitense che, con i caccia B-2, ha sganciato 12 super bombe GBU-57 (da 3,5 milioni di dollari l’una) sui siti di Fordow e Natanz, nel cuore della Repubblica Islamica dell’Iran. Una mossa avallata da Donald Trump che fa entrare gli USA in uno scenario di guerra che rischia di allargarsi a macchia d’olio. E che potrebbe coinvolgere anche la Formula 1.
L’Azerbaijan, Stato confinante con l’Iran, sta diventando un’ancora di salvezza per gli stranieri che vivono nel Paese persiano. L’Azerbaijan è l’unica nazione, in quell’area geografica, che ospita la F1 e, vista la crisi in atto, se il conflitto si dovesse allargare, potrebbe essere costretto a cancellare il Gran Premio a Baku.

La posizione dell’Azerbaijan sulla crisi Israele-Iran
Il paese azero cerca di mantenere una politica di non allineamento, evitando di diventare un campo di battaglia per potenze regionali o globali, come dichiarato dal presidente Ilham Aliyev. Tuttavia, il paese ha intensificato i legami con Israele, soprattutto nel settore militare ed energetico, fornendo energia tramite gli oleodotti. Questi rapporti, uniti alla collaborazione con la Turchia, hanno permesso a Baku di giocare un ruolo diplomatico rilevante, come dimostrato dalla mediazione nei colloqui turco-israeliani nel 2023 e nel maggio 2025, discussioni volte a risolvere tensioni in Siria.
Nonostante ciò, l’Azerbaijan deve bilanciare le sue relazioni con l’Iran, con cui condivide legami culturali e una numerosa minoranza azera (15-20 milioni di persone vivono in Iran, più della popolazione dell’Azerbaijan stesso). Le tensioni con Teheran sono cresciute a causa della cooperazione azera con Israele, percepita come una minaccia dall’Iran, e delle rivendicazioni irredentiste di Baku su territori armeni, che alimentano sospetti iraniani su possibili spinte separatiste tra gli azeri iraniani.
FIA e F1 monitorano la situazione sulla guerra fra Israele e Iran
La FIA e la F1 tengono sotto controllo la fase di estrema tensione fra Israele e Iran, che potrebbe coinvolgere anche l’Azerbaijan. Il Gran Premio, che si terrà tra tre mesi, nel weekend che va dal 19 al 21 settembre, al momento, non corre il rischio di esser cancellato, ma la situazione potrebbe precipitare in qualsiasi istante. Le autorità azere rassicurano che l’evento si terrà. Ma, in caso di escalation del conflitto, il Gran Premio sarà cancellato per motivi di sicurezza.
Non è la prima volta che la Formula 1 deve affrontare una grave crisi diplomatica. Solo 3 anni fa, cancellò il Gran Premio di Russia, a causa dell’invasione di quest’ultima nei confronti dell’Ucraina, su spinta dell’intero movimento occidentale. La cosa potrebbe ricapitare, seppur con tutte le differenze del caso, nei confronti dell’Azerbaijan. La situazione rimane monitorata e chissà che Imola non possa rientrare dalla finestra se il quadro dovesse ulteriormente aggravarsi.
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