David Coulthard non ha mai avuto una grande reputazione tra i tifosi ferraristi. Molti lo accusano di aver provocato l’incidente a Spa-Francorchamps nel 1998, un evento scolpito nella memoria degli appassionati come una pagina di storia non paragonabile, per impatto, a quella appena scritta, in Brasile, da Max Verstappen, che a confronto sembra un tema scolastico. Questa è un’affermazione volutamente piccante, che però non intende sminuire il valore dell’olandese, ma solo sottolineare l’immenso capolavoro (in)compiuto dal fuoriclasse di Kerpen nella suddetta circostanza.
Ebbene, per non farsi mancare nulla e attirare altre critiche, l’ex pilota scozzese con trascorsi in Williams, McLaren e Red Bull ha lanciato un’altra provocazione delle sue, visto che non è nuovo a uscite urticanti. Parlando al podcast Formula For Success, Coulthard ha dichiarato che la F1 si sta dirigendo verso un’era altamente spettacolare, cosa che accadrà quando alcune figure di spicco nel mondo del driving riusciranno a correggere i propri piccoli difetti.
Coulthard e quelle lodi sbilenche a Leclerc
“Penso che Verstappen sia arrivato già formato in F1, con solo qualche spigolo da smussare, mentre ad altri è servito più tempo”. E poi il commento poco felice su Leclerc: “Charles è ancora come un cucciolo che, di tanto in tanto, fa pipì sul tappeto. Ma una volta risolti questi piccoli errori, penso che stiamo entrando in un’epoca d’oro della F1“.
Questa valutazione, nelle parole successive, è stata estesa anche a Norris. Tuttavia, il punto critico è il modo in cui Coulthard ha espresso il concetto. In un’epoca in cui parole e opinioni viaggiano alla velocità della luce e si diffondono a macchia d’olio sui social network, sarebbe opportuno soppesare ogni singola espressione prima di parlare.
La sensazione è che si faccia spesso uso di un linguaggio volutamente tagliente per attirare l’attenzione, magari per evidenziare concetti che non si considerano così forti. Detto questo, non è nemmeno errato ciò che Coulthard afferma: Verstappen, infatti, ha dimostrato negli ultimi tempi di avere meno difetti da correggere rispetto ad altri piloti come Norris, Russell e, in parte, Leclerc, che comunque ha compiuto progressi innegabili dal giorno del suo debutto nella massima serie.
Si sa, però, che toccare certi argomenti con un atteggiamento da “agitatore di professione” rende il tutto più pepato, facendo spesso parlare più del personaggio che del contenuto delle sue affermazioni. E forse chi scrive questo articolo – un pezzo nato come piccolo sfogo contro un certo modo di comunicare – è caduto nel tranello verbale. Che dire, caro David, ancora una volta hai avuto ragione tu.
Crediti foto: Formulacritica