Premessa: domando scusa se questo pezzo è troppo legato ai ricordi soggettivi. Mio nonno materno se ne andò nel dicembre 2000 e con lui vidi diverse partite dell’emozionante Europeo di Belgio e Olanda, compresa la semifinale. E poi… Sarebbe stato bello festeggiare insieme, se tre giorni dopo… Ma non dimentico ‘quella’ domenica mattina dell’8 ottobre 2000, quando al termine del Gran Premio del Giappone venne sorridente in camera mia.
Penso poi a quelle parole di Gianni Agnelli a Luca Cordero di Montezemolo e riportate anni dopo dall’ex presidente del Cavallino: “Mancavano ancora tre giri alla fine, ma l’Avvocato mi disse che ormai era fatta. Era commosso”. La prima volta non si scorda mai. E neppure l’ultima. Io però non dimentico quelle parole di Schumi al termine del Gran Premio d’Italia del 2003, quando affermò: “Ringrazio tutti, anche quelli che lavorano nelle cucine di Maranello”.
E come faccio a non ricordare Monza ’98, quella ‘finta calcistica’ (la definì più o meno così Gianfranco Mazzoni) su Mika Hakkinen. Credetemi: qualche giorno dopo, in prima superiore, la professoressa d’italiano ci assegnò una traccia libera come tema e io scelsi di raccontare quella gara: voto? 6,5. Come affrontai quegli ultimi giorni del 2013? A postare sue foto su Facebook.
Alla Ferrari lavorò con lui anche Paolo Scaramelli (‘angelo custode’ per diversi piloti del Cavallino Rampante), il quale lo definì “un marziano”. ‘Congegno perfetto e nervoso’, scrisse dieci anni fa Marco Evangelisti sull’inserto dedicato ai novant’anni del Corriere dello Sport.
E negli ultimi mesi del 2014 la Gazzetta dello Sport ripropose alcune prime pagine storiche: conservai quella del 9 ottobre 2000. Anzi, la attaccai nell’armadio della mia camera. E’ ancora lì, un po’ stropicciata. Ma c’è.
3 gennaio 1969: Buon Compleanno, Michael Schumacher. E grazie per le tante emozioni che hai regalato. Penso ogni tanto a mio nonno e a quel suo sorriso di quella domenica d’ottobre.
Crediti foto: Scuderia Ferrari