208 millesimi. Questo il gap che ha accusato Charles Leclerc nei riguardi di Lewis Hamilton al termine del singolo giro push delle qualifiche sprint del Gran Premio della Cina. Distacco non eccessivo considerando la tecnicità della pista e la sua lunghezza (5,451 km, ndr). Un delta che però, in una Formula 1 dai valori ancora indefiniti e sicuramente non lontanissimi, costa una quarta piazza al monegasco che non è apparso particolarmente soddisfatto delle sue performance: leggi qui.
Dopo un esordio iridato in cui Charles ha dimostrato di trovarsi maggiormente a suo agio, Lewis Hamilton è salito in cattedra su un tracciato che possiamo simpaticamente definire il “giardino di casa sua” per quanto di buono ha fatto nella sua straordinaria carriera. Ma dove è riuscito il britannico ad accumulare quel vantaggio che gli ha garantito la partenza al palo nella gara veloce che scatterà alle 4:00 italiane? Scopriamolo.
Hamilton vs Leclerc: la differenza nelle curve lente
Osservando il grafico in alto si può notare che non è uscito un soggetto dominante dalla tenzone interna. Le differenze prestazionali risultano essere localizzate in alcuni settori particolari, dove Hamilton ha interpretato le curve in maniera diversa e, come i numeri dimostrano, più efficace.
Il britannico esordisce meglio nella tornata, cosa che è accaduta sin dall’unico turno di prove libere. Segno che Lewis ha battezzato quella modalità come la migliore e l’ha portata avanti con convinzione, ottimizzandola. Il monegasco prova, nelle curve 1-2-3, a essere più aggressivo nella fase d’ingresso, ma ciò produce un eccessivo rallentamento al centro delle lente pieghe.
La telemetria mostra come usi troppo freno ma anche acceleratore. Lewis, invece, è più “morbido” e “rotondo”. Strategia che paga e che gli dà un decimo buono. È immaginabile che nei briefing serali, Leclerc studi lo stile del collega per carpire i segreti e provare ad applicarli sin da domani.
La dinamica si ripete nel secondo settore. Il punto chiave è Curva 6, il lento tornante sinistrorso. Anche qui Leclerc affonda di più in frenata, mentre l’ex Mercedes la anticipa potendo così avere una percorrenza ottimale con annessa uscita in trazione più efficace. È qui che Leclerc accumula un altro decimo di ritardo.
Da questo momento in poi, i due alfieri del Cavallino Rampante mostrano “curve d’esercizio” praticamente sovrapponibili. Ma è ancora una volta nel lento che Lewis fa la differenza. Il tornante della 14, con traiettoria verso destra, premia il britannico che però perde nella 16 dove Charles recupera parte del divario. La progressione verso il traguardo è più sostanziosa per la Ferrari SF-25 n°16 che limita i danni con un recupero in extremis.

Hamilton vs Leclerc: considerazioni generali
Nella sessione del mattino Hamilton aveva immediatamente messo le cose in chiaro nei tratti lenti. Nella Sprint Qualifying la tendenza si è confermata, con Leclerc mai davvero capace di replicare – nemmeno con gomma media in Q1 e Q2 – le prestazioni dell’inglese. Ciò in cui quest’ultimo è migliorato è nel veloce. Nel turno di libere del mattino Lewis era stato guardingo nel complesso di pieghe 6-7-8 dove Charles emergeva cronometricamente. Hamilton ha lavorato sul quel segmento insieme a Riccardo Adami pareggiando le prestazioni del compagno di squadra.
Hamilton, per concludere questa breve analisi comparativa, è risultato vincente nel lento, ossia in quella zona della pista dove è necessario far ruotare tanto la macchina. Un segnale che incoraggia la Ferrari che a Melbourne non era sembrata sul pezzo su questo fondamentale, forse a causa di un assetto troppo carico al posteriore che produceva un sottosterzo inficiante.
Crediti foto: F1, Formulacritica