Situato nel cuore del deserto di Sakhir, il Bahrain International Circuit è pronto ad accogliere l’atto conclusivo della stagione 2025 del FIA WEC. Tra sabbia dorata, luci artificiali e aria calda che vibra sull’asfalto, l’8 Ore del Bahrain rappresenta molto più di una semplice gara: è il banco di prova definitivo per piloti, team e costruttori.
Dal 2012, il tracciato di Sakhir è una presenza fissa nel calendario del Mondiale Endurance, diventando uno degli appuntamenti più attesi dell’anno. Qui si sono decisi titoli mondiali, scritte pagine di storia e consumati duelli indimenticabili tra i migliori prototipi e GT del pianeta.
La sfida tecnica di Sakhir
Inaugurato nel 2004, il Bahrain International Circuit è stato il primo impianto motoristico di livello mondiale del Medio Oriente. Progettato dal celebre architetto tedesco Hermann Tilke, il tracciato misura 5,412 km e si snoda tra 15 curve che alternano lunghi rettilinei, frenate violente e sezioni tecniche.
Il layout principale, utilizzato anche per il GP di F1, è una combinazione perfetta di potenza e controllo. La Curva 1 offre uno dei punti di sorpasso più iconici dell’intero campionato, seguita da un settore centrale tortuoso e tecnico, mentre la Curva 10, in discesa e con frenata in appoggio, è un test severissimo per il bilanciamento e la gestione dei freni.
La superficie abrasiva e i venti del deserto rendono la pista un enigma in costante evoluzione: la sabbia depositata sull’asfalto riduce l’aderenza, mentre l’escursione termica tra giorno e notte può variare sensibilmente le prestazioni delle gomme. Per questo motivo, la gestione degli pneumatici e del carburante è cruciale — un equilibrio che spesso decide la gara.
La magia della notte
Dal 2014, la gara del Bahrain si disputa in notturna, sotto un sistema d’illuminazione all’avanguardia che trasforma il circuito in un’arena spettacolare. Le temperature più miti della sera riducono l’usura meccanica, ma aumentano la variabilità strategica: i team devono adattare assetti e pressioni gomme a condizioni che cambiano giro dopo giro.
L’atmosfera è unica. Il contrasto tra la luce artificiale e l’oscurità del deserto crea un effetto visivo mozzafiato, mentre i fari delle Hypercar tagliano l’aria come lame incandescenti. Il Bahrain, da sempre, è il teatro perfetto per i finali di stagione: le 8 ore di gara diventano una maratona dove resistenza, affidabilità e concentrazione valgono più della pura velocità.
Un finale di stagione ad alta tensione
L’8 Ore del Bahrain è storicamente una gara decisiva. Con i titoli mondiali spesso ancora aperti, ogni giro può cambiare le sorti del campionato. Le condizioni estreme mettono alla prova uomini e mezzi: il caldo, l’asfalto abrasivo e le strategie a più soste obbligano a una pianificazione perfetta. Le squadre devono bilanciare ritmo e cautela, scegliendo quando spingere e quando risparmiare. Le safety car notturne, frequenti nelle ultime edizioni, aggiungono ulteriore incertezza. E proprio per questo, il Bahrain è diventato sinonimo di suspense e colpi di scena.
Costruito tra il 2002 e il 2004, il circuito fu completato in soli 16 mesi nonostante le difficoltà ambientali del deserto. L’inaugurazione ufficiale arrivò il 4 aprile 2004 con il GP del Bahrain di F1, il primo nella storia del Medio Oriente.
Storia recente ma già leggendaria
Da allora, il BIC ha ospitato eventi di ogni categoria: dal FIA WEC al Bahrain GT Festival. Con una capienza di circa 70 mila spettatori e infrastrutture all’avanguardia tra cui box modernissimi, media center e hospitality suite di lusso, Sakhir è oggi una delle sedi più complete e tecnologiche al mondo.
Il tracciato ha anche dimostrato grande versatilità: nel 2020, durante la pandemia, venne utilizzato l’Outer Circuit, un layout più breve e velocissimo, teatro del sorprendente GP di Sakhir di F1.
Il DNA dell’Endurance
Nel contesto del WEC, il Bahrain rappresenta la perfetta sintesi di ciò che rende unica la disciplina: strategia, cooperazione e affidabilità. Le vetture Hypercar e LMGT3 affrontano 8 ore di gara con soste programmate, cambi pilota e una gestione millimetrica di consumo e degrado.
La variabilità del tracciato, con sezioni ad alta velocità alternate a curve lente. obbliga a trovare un assetto di compromesso. Le squadre più esperte sanno che in Bahrain non basta la potenza: serve costanza, coordinazione e capacità di leggere la pista.
Un simbolo per il Medio Oriente
Il Bahrain International Circuit non è solo un impianto sportivo: è un simbolo di modernità e sviluppo per tutto il Medio Oriente. La sede ospita eventi culturali, concerti, fiere e progetti legati alla sostenibilità ambientale, con iniziative per ridurre l’impatto energetico e promuovere il motorsport verde. Con la combinazione di tecnologia e tradizione, il BIC è oggi un punto di riferimento globale, capace di unire il fascino del deserto con l’eccellenza ingegneristica.
Verso l’8 Ore del Bahrain 2025
Tutto è pronto, dunque, per il gran finale del FIA WEC 2025. Le Hypercar più avanzate del mondo torneranno a sfidarsi sotto le luci di Sakhir in una gara che promette emozioni e spettacolo fino all’ultima curva. Tra strategie complesse, duelli notturni e condizioni estreme, l’8 Ore del Bahrain resta uno degli appuntamenti più amati dai fan. Un circuito moderno, un’atmosfera magica, un finale di stagione che racchiude lo spirito puro della resistenza: velocità, precisione e cuore.
Foto credit FIA WEC





