Le qualifiche del Gran Premio d’Ungheria della Ferrari, sono state a due facce: Lewis Hamilton, si è dovuto accontentare di una mesta 12° posizione, dopo esser stato eliminato nella Q2, per appena 15 millesimi, dal debuttante della Sauber, il brasiliano Gabriel Bortoleto.
Come il giorno e la notte, invece, l’altro ferrarista, Charles Leclerc, agguanta un’incredibile pole position che mancava dal Gran Premio d’Azerbaijan dello scorso anno.
Lewis Hamilton: i dubbi del campione
Appena rientrato nei box, dopo la cocente eliminazione, aprendosi nel team radio, il campione inglese della Ferrari, pronuncia le seguenti parole: “every time, every time” (“ogni volta, ogni volta”, ndr.). A primo acchito, si poteva pensare che si riferisse ad un problema della sua SF-25, ma invece si riferiva a egli stesso.
Ai microfoni della stampa britannica, ha proferito parole che fanno pensare ad una resa incondizionata. Parole espresse verso se stesso visto che non riesce a trarre il meglio dalla sua monoposto, a differenza del suo compagno di squadra. “Sono inutile”[… ] “bisogna cambiare pilota”. Frasi che fanno male a lui, ai suoi tifosi e al team. Ma fanno male anche a chi lavora in fabbrica, per portare aggiornamenti che possano raddrizzare una stagione nata male e proseguita peggio. Soprattutto dopo le frasi tuonanti di Spa-Francorchamps.
Mi auguro che queste parole siano dedotte dalla frustrazione del momento e che nella gara di oggi, possa regalare una delle sue magie, per poi ricaricare le batterie durante la sosta estiva.

La pole è di Leclerc, non della Ferrari
La straordinaria pole di Charles Leclerc ha portato un po’ di luce a Maranello. Numerosi sono stati i fattori di questa “tempesta perfetta”, dal raffreddamento repentino e dal vento che si è abbattuto del circuito di Budapest.
Anche Leclerc si apre nel team radio dicendo di non saper come abbia fatto ad imporsi contro le due McLaren, dominatrici di questo campionato mondiale. A prescindere che nessuno mette in dubbio il talento del monegasco in qualifica, Leclerc viene visto da appassionati ed addetti ai lavori come un “deus ex machina”, che deve risolvere i problemi dei tecnici della SF-25, che non riescono a venirne a capo.
Dopo la pubblicazione della docuserie Netflix “Drive to Survive” che mette in primo piano, romanzando, i piloti, si tende sempre a credere che sia merito di quest’ultimi dei successi e demerito dei team degli insuccessi. La pole di Leclerc è anche merito del team e dei suoi ingegneri che hanno lavorato agli aggiornamenti e alla nuova sospensione posteriore.

La Ferrari merita rispetto
Oggi non sappiamo come andrà a finire la gara del Gran Premio d’Ungheria, ma sappiamo certamente quali saranno le narrazioni che verranno fuori se la monoposto di Leclerc dovesse arrivare prima o esser sopraffatta dalle due McLaren.
Nel primo caso, il merito sarà tutto di Charles, come detto poc’anzi, sceso in terra per trasformare l’acqua in vino, mentre a Maranello, ci si girano i pollici. Nel secondo invece, la colpa sarà data agli ingegneri della scuderia, rei di non riuscire a far performare al meglio, la SF-25.
La Ferrari merita il rispetto dai suoi piloti. Meccanici, tecnici ed ingegneri lavorano giorno e notte, per loro e non alle loro ricche cifre, rischiando la gogna mediatica prima ed il posto poi. A Maranello siamo abituati alle porte girevoli. Lewis Hamilton e Charles Leclerc devono ricordarsi che fanno parte di una squadra e quando si entra in una squadra, si vince insieme e si perde insieme.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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