Christian Horny

Un grosso affare in allegato

Il seguente racconto è parodico, non intende offendere nessuno, ma solo strappare qualche sorriso. Il taglio è cartoonesco, per cui il lettore, nell’immaginare i protagonisti, pensi a delle figure in stile Simpson.

Nell’ultimo periodo Geraldine andava particolarmente entusiasta al lavoro: Christian Hornet, suo
superiore in RedBulldog, le aveva prospettato una promozione.
Quel giorno Christian la chiamò al telefono: “Geri, ho un grosso affare per le mani… Ti giro un’email,
assicurati di essere l’unica persona a leggerla, è un affare… grosso! È un affare… riservato”.
La donna, incuriosita, stava per accedere alla sua casella di posta, quando dalla portineria un’altra telefonata la informò dell’arrivo di un pacco per lei. Geraldine si precipitò giù per le scale, prese il pacco in portineria e ripercorse i gradini a due alla volta. Si chiuse nel suo ufficio, aprì il pacco e sgranò gli occhi nel vederne il contenuto: delle ginocchiere! C’era anche un biglietto: “Un piccolo pensiero per te”, il messaggio era firmato da Chris.
Non volendo essere una Monica Lewinsky qualunque, Geri fece per lanciare le ginocchiere nel cestino, ma poi decise di guardare prima la posta elettronica in arrivo.
“Eccolo, il messaggio di Chris!”
Lo aprì.
“Cara Geri, il grosso affare di cui ti parlavo è in allegato.”
Aprì l’allegato…
Il furetto del suo capo bellamente e impavidamente fotografato, così come mammà l’aveva fatto. La donna non riusciva a crederci. Quanta tracotanza! Quanta sfacciataggine! E come si poteva definire grosso quell’affare, poi? Trattenne a stento un moto d’ira e decise di informare l’altro suo superiore, Helmut Garko, soprannominato “Bellosguardo”. Soprannominato anche “Sambuca”.
Soprannominato pure “Sparaminchiate”. Un altro soprannome, ancora, era “Vastavista”, perché si narrava che dalla collinetta della Tosa riuscisse a guardare contemporaneamente con un occhio la Piratella e con l’altro il Tamburello.

Il giorno seguente, Bellosguardo andò da Hornet: “Hey, Chris! Oggi abbiamo un meeting in azienda: è assolutamente richiesta la tua presenza!”
“Qual è l’argomento?” chiese il suin’ seduttore.
“Trop secret!” rispose il vecchio con espressione enigmatica e sorriso sardonico. Poi, un attimo prima di andar via, aggiunse: “Ah… Ricordi cosa mi hai fatto l’anno scorso, Chris?”
“Oh, andiamo, Helmut! Non sarai mica ancora arrabbiato con me per quella storia?”
“Cristo santo, Chris! Hai provato a farmi fuori! Certo che sono ancora arrabbiato!”
“Ok, Helmut, ma sei ancora qua!”
“Io sì! Tu, non so ancora per quanto.”
Chris Hornet cominciava a provare un certo senso di inquietudine…

Giunse l’ora del meeting. Chris arrivò alla porta della sala riunioni della RedBulldog, poggiò la mano sulla maniglia, per un attimo vacillò, ma poi si fece forza: entrò.
Davanti a lui, intorno ad un tavolo, v’erano riuniti i più alti esponenti dell’azienda, tutti rivolti verso
l’enorme schermo posto sulla parete di fondo della sala, tutti intenti a guardare qualcosa. Un’occhiata allo schermo e a Chris si gelò il sangue nelle vene.
“Ma come può essere il suo? È minuscolo!”
“È flaccido!”
“È microscopico!”
“Ma è quello di un bambino?”
“Ma come si fa a mandare in giro una foto di quella robetta lì? Non si vergogna?”

“Ma dov’è? Io non lo vedo!”
“Si può zoomare? Non riesco a distinguere nulla!”
“Ingrandisci, ingrandisci ancora un po’…”
“Sembra un vermicello!”
“Mmm… Ehm…” Chris si schiarì la voce per attirare l’attenzione.
“Eccolo, è arrivato!”
“Vergogna-ogna-ogna!” la voce ultraterrena arrivò dall’alto.

A parlare, ora, con tono perentorio, era il gran capo supremo di RedBulldog, Dietrich Master-schizz, che, con grandi ali dietro le spalle e una lattina in mano, scendeva lentamente dall’alto.

Chris era sorpreso: “Hey, ma che succede? Tu non dovresti esserci in questa storia!”
“Fatti gli affari tuoi, l’autore mi ci ha messo e io ci resto! E poi guarda queste ali, sono fantastiche… ehm… Signor Hornet, o forse dovrei chiamarti signor Horny, come ti è saltato in mente di mandare ad una nostra dipendente una foto del tuo… del tuo… ehm…” la sua voce ultraterrena vacillò.
“Amichetto!” fece uno.
“Galletto!” fece un altro.
“Attrezzo!” un altro ancora.
Bellosguardo, intanto, scuoteva teatralmente il capo in segno di severa disapprovazione verso Hornet, ma con un occhio chiaramente gioiva e con l’altro… beh, l’altro era girato dall’altra parte, non si vedeva.
“Signori, posso spiegare tutto!” Chris cominciava a sudare.
“Spiega-ega-ega!” l’ordine di Master-schizz fu tonante.
“Ho semplicemente sbagliato destinatario…”
“Ma come è stato possibile-ibile-ibile?” disse il grande boss Master-schizz, che intanto, a mezz’aria, sorseggiava la sua bevanda per paura che le ali sparissero.
“Dovevo mandare quella foto a mia moglie. Sapete, lei canta. Ma prima di ogni concerto è tesa. E riesce a calmarsi solo con una foto del mio… del… insomma…”
“Del vermicello!” soggiunse Helmut.
“Sì. Solo così si calma… Si chiama anch’ella Geraldine… e ho selezionato per sbaglio l’indirizzo email della nostra dipendente anziché quello di mia moglie…”
“E allora come spiega queste?” da un remoto angolino al buio, l’ing. Adrian New Way, con un gesto da navigato giocatore di bowling, lanciò sul tavolo le ginocchiere dopo averne perfettamente calcolato il moto parabolico, il rimbalzo e l’attrito radente sul tavolo.
“Posso spiegare anche queste… La nostra dipendente mi ha raccontato che da ragazza giocava a palla a volo. Così, avendo in mente per lei una promozione e maggiore autonomia nella gestione degli orari… volevo incoraggiarla a riprendere la palla…”
“A riprenderne due-due-due!” lo interruppe perentorio Master-schizz.
Le spiegazioni di Chris cominciavano a suonare come un’arrampicata sugli specchi. E la situazione stava anche per peggiorare.

Toc! Toc! Qualcuno bussò alla porta.
“Avanti!” urlò Bellosguardo, guardando contemporaneamente anche la finestra sul muro opposto.
Era Sergio Melez, pilota di riempimento della RedBulldog: “¡Aquí estás, Chris! ¿Cómo diablos te permitiste enviar la foto de tu polla a mi esposa?”
“Calmati, Sergio, ne possiamo parlare…” Chris era ormai in balia degli eventi.
“Signori, urge un giudizio-izio-izio! Chi vota per la defenestrazione-one-one?” chiese Master-schizz, dopo un sonoro ed echeggiato rutto ultraterreno.
“Giù! Giù! Giù!” esclamava la sala in coro.
Master-schizz accolse la volontà unanime della sala ed emanò la sentenza: “Che il condannato venga defenestrato-ato-ato!”
Hornet volò fuori dalla finestra, finendo rovinosamente a terra. Ma subito sopraggiunse un’auto con un’enorme lattina montata sopra, il finestrino si abbassò: era Max Versbatten, 3 volte WC, amico fraterno di Michael Ma Sì Le Regole Le Decido Io. Il pilota, nel vedere Chris, fece uno sguardo perfido (ok, più del solito) e disse: “Tu quoque, Chris, hai mandato una foto del tuo criceto alla mia donna, la figlia di Nelson Parquet? Come ti sei permesso?”
Il pluriWC sgommò e si mise a fare avanti e indietro sopra il povero Hornet, urlando: “E comunque il mio è più grande, più duro e più bello del tuo!”

Così si concluse la vita di Christian Horny.
Qualche anno dopo…

Si raccontava che Michael Ma Sì Le Regole Le Decido Io visitasse spesso la tomba di Hornet. La cosa, indubbiamente, destava curiosità e faceva sorgere spontanee delle domande. In seguito, da un’indagine condotta da un certo Inspector Seb, pare sia venuto fuori che Christian Hornet inviasse numerose foto anche a Michael Ma Sì e che Michael fosse l’unico ad apprezzarle. Sarebbe spiegato, così, anche l’epilogo del campionato 2021 di Formula Uro, proprio un epilogo del
c…


Immagine copertina: Mauro Mondiello

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