Ancora quattro gare e conosceremo i nomi dei vincitori delle due competizioni messe in palio dalla Formula 1. La situazione potrebbe diventare paradossale dopo l’ultimo Gran Premio stagionale, quello di Abu Dhabi, che si terrà mentre in Italia saremo alle prese con l’albero di Natale e il Presepe. Max Verstappen, salvo cataclismi, dovrebbe vedere la sua testa cinta dalla quarta corona d’alloro.
Diverso il discorso nel Campionato del Mondo Costruttori, dove difficilmente vedremo la Red Bull fregiarsi nuovamente del titolo. Alla fine del GP del Messico, anche la Ferrari ha superato la squadra anglo-austriaca, e proprio Maranello sembra lanciata in un duello esclusivo con la McLaren per accaparrarsi una coppa che manca da tanto tempo per entrambe le squadre.

Verstappen forse trionferà, ma la Red Bull sicuramente non lo farà, ci metterei la mano sul fuoco. La scuderia di Milton Keynes ha commesso molti errori già dalla metà del 2023, quando probabilmente si è crogiolata su un vantaggio tecnico che credeva non potersi dissipare nel giro di pochi mesi.
I campioni del mondo non sanno più vincere: l’ultima affermazione risale al Gran Premio di Spagna. Da quel momento, giunte poche spiegazioni e tante – troppe – lamentale. Succede così: chi vince festeggia, chi perde spiega. E spesso si aggrappa a scuse che non riflettono i fatti.
Sarebbe tedioso riportare tutti gli stravolgimenti degli ultimi 12 mesi in casa Red Bull, ma è chiaro che le questioni amministrative e le lotte di potere al vertice non hanno creato quell’ambiente favorevole entro il quale far germogliare nuovi trionfi. Dopo una doppia penalità, considerata più che accettabile per le manovre di Verstappen, Christian Horner si è presentato in sala stampa con grafici e telemetrie per dimostrare quanto il suo assistito fosse ligio alle regole e penalizzato in modo eccessivo.
Chris, questa versione è inascoltabile! Il team principal di Leamington-Spa ha snocciolato dati, sostenendo che Lando Norris fosse più veloce di 15 km/h in quel giro e avesse frenato più tardi rispetto al suo passaggio più veloce in gara. Praticamente, un caso simile a quello dell’incidente Verstappen-Hamilton alla Copse, in cui i dati indicavano che l’olandese fosse andato oltre i suoi standard in quella curva. Nemesi.
Horner afferma che Norris non avrebbe fatto la curva e si sarebbe appoggiato alla Red Bull per evitare di finire fuori pista, e da lì è partito con un discorso sulle regole di ingaggio per i sorpassi, ormai considerati impossibili. Singolare che Christian non si era presentato con lo stesso atteggiamento dopo analoghe manovre di cui si sono resi protagonisti i suoi piloti.

Red Bull, Horner: l’arte di spostare il focus su questioni marginali
Quel che importa sottolineare qui non è l’episodio in sé, ma il fatto che ci si affanni a distrarre stampa e tifosi con questioni marginali già giudicate (una volta tanto, correttamente) da chi di dovere. Horner dovrebbe piuttosto spiegare i motivi per cui un team che sembrava un meccanismo perfetto si sia trasformato in una squadra senza punti di riferimento, che annaspa nel caos, e che ha prodotto una macchina che probabilmente finirà terza tra i costruttori. Riuscirà a vincere un titolo piloti perché gli avversari, per lunghi tratti, non hanno sfruttato le occasioni o hanno impiegato troppo tempo a correggere gli errori dei loro progetti tecnici
È comprensibile la frustrazione di chi vede scivolare dalle mani un mondiale così importante come quello costruttori, ma Horner dovrebbe interrogarsi sulle scelte palesemente errate degli anni passati, come quella di insistere su un pilota come Sergio Perez, che da diversi anni sembra non avere più nulla da dire. Logico che il solo Verstappen, senza una macchina dominante come i modelli 2022-2023, non possa vincere entrambe le classifiche.
Siamo sognatori e continuiamo a sperare che un giorno venga indetta una conferenza stampa in cui chi ha sbagliato, anche uno dei migliori al mondo come lo è Horner, ammetta le proprie colpe senza scuse spaziali che, onestamente, fanno sorridere.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, McLaren F1