Domenica, al GP del Bahrain 2025, Luca Cordero di Montezemolo è tornato nel paddock della Formula 1. Un volto che molti tifosi di lunga data hanno accolto con affetto, ma che – sorprendentemente – ha ricevuto critiche da una parte del pubblico, soprattutto i più giovani. Alcuni lo hanno addirittura accusato di essere “la rovina” della Ferrari moderna.
E allora, forse è il momento di fare chiarezza. Di ricordare a chi ha la memoria corta, o semplicemente ha cominciato a seguire la Formula 1 domani, chi è Luca Cordero di Montezemolo. Perché parlare male di lui, senza conoscerne la storia, significa non solo mancare di rispetto a una figura chiave della Scuderia, ma anche ferire l’identità stessa della Formula 1.
Cosa ha fatto Montezemolo per la Ferrari?
Montezemolo è stato Presidente della Ferrari per oltre 20 anni (1991-2014). Ma il suo rapporto con Maranello inizia molto prima: nel 1973, come assistente personale di Enzo Ferrari, e nel 1974 come direttore sportivo della Scuderia, portando Niki Lauda in squadra e contribuendo alla rinascita tecnica e sportiva della Rossa.
Sotto la sua presidenza:
- Ferrari ha vinto 5 titoli mondiali piloti (tutti con Michael Schumacher);
- 6 titoli costruttori consecutivi tra il 1999 e il 2004;
Ha riportato la Ferrari al centro del mondo automobilistico sia in pista che su strada, trasformandola in un brand globale, redditizio e rispettato
Ha lavorato con leggende come Jean Todt, Ross Brawn, Rory Byrne, e ovviamente Schumacher, costruendo un dream team che ha segnato un’epoca.
Perché Montezemolo viene criticato oggi?
Molte critiche provengono da una parte del pubblico più giovane, spesso influenzato da una narrazione semplificata della F1 moderna, quella di “Drive to Survive”, per intenderci. Si confonde spesso il declino post-2008 con una sua responsabilità diretta, dimenticando che:
- le regole tecniche e politiche cambiavano radicalmente;
- l’addio di Schumacher, Todt e Brawn ha lasciato un vuoto difficile da colmare;
- Montezemolo ha lasciato nel 2014 a seguito di dissidi con l’allora FCA di Marchionne.
Perché le critiche fanno male alla Ferrari e alla Formula 1?
Perché Ferrari non è solo una squadra di F1: è un simbolo. E chi ha costruito questo simbolo va onorato, non denigrato.
Attaccare Montezemolo oggi, in modo così superficiale e ingiusto, è come rinnegare un pezzo di storia gloriosa. È dimenticare che se oggi possiamo ancora parlare di Ferrari con orgoglio, è anche grazie al suo lavoro, alla sua visione e alla sua passione.
Montezemolo ha amato Ferrari profondamente, come pochi. È stato un uomo che ha pianto, lottato, gioito e sofferto per quei colori. E lo ha fatto non per sé stesso, ma per l’onore del Cavallino Rampante.
Memoria, rispetto e passione
Chi oggi guarda la Formula 1 da poco tempo, o l’ha conosciuta grazie alle serie Netflix, ha tutto il diritto di appassionarsi. Ma non ha il diritto di riscrivere la storia. Luca Cordero di Montezemolo è stato uno dei più grandi artefici dei successi Ferrari. Criticarlo con leggerezza significa fare un torto non solo a lui, ma a tutti noi tifosi. Significa non capire cosa sia davvero la Formula 1: una storia di uomini, di sogni, di coraggio e di memoria.
E la memoria, nella F1 come nella vita, va custodita. Non calpestata.
Recuperatevi Suzuka 76, poi ne riparliamo.
Luca è stato un grande per la Ferrari e che lo critica in male è uno stolto è ignorante che non sa la sua storia è quella della Ferrari , per me va solo elogiato per tutto ciò che ha fatto e non solo in Ferrari.