Charles Leclerc: i pericoli del cuore

La Ferrari, per alcuni piloti, è stata un grande amore che e ha però limitato il pieno dispiegamento della carriera. Riuscirà Leclerc dove altri hanno fallito loro malgrado?

Il pilota monegasco del Cavallino Rampante, Charles Leclerc, ha rilasciato un’intervista al Gentleman’s Journal che, più che una chiacchierata con un giornalista, appare come una lunga lettera d’amore per la scuderia che lo ha cresciuto, sia sportivamente che umanamente: la Ferrari.

Nell’intervista, il driver della “Rossa” ha dichiarato di voler diventare campione del mondo di Formula 1 solo ed esclusivamente con la scuderia di Maranello. Un sentimento veritiero e nobile, che è uno dei motivi per cui Leclerc è amatissimo dai tifosi della Ferrari.

Ferrari SF-24
Charles Leclerc a bordo della Ferrari SF-24 durante il Gp del Belgio 2024

Ferrari: se il troppo amore diventa un limite. Anche per Charles Leclerc

Ma l’amore, si sa, è una medaglia pesante da indossare e ha due facce: per ogni pro, c’è un contro. Leclerc non è il primo pilota ferrarista ad entrare nella casa di Maranello con il Cavallino Rampante scolpito nel cuore.

Prima di lui, è doveroso ricordare un altro pilota tanto amato quanto sfortunato con la Ferrari: il francese Jean Alesi. Il transalpino aveva tutte le qualità per diventare campione del mondo, ma visse uno dei periodi più bui della scuderia italiana.

Dal campionato del mondo del 1991 a quello del 1995, la Ferrari conquistò appena due vittorie: una con il pilota austriaco Gerhard Berger al Gran Premio di Germania del 1994 a Hockenheim, e l’altra al Gran Premio del Canada nel 1995, la prima ed unica vittoria del talentuoso, ma sfortunatissimo, conducente francese di origini italiane.

Eppure, nonostante gli anni di buio pesto, Alesi non ha mai rinnegato il suo amore per la Ferrari, anche se non sono mancati momenti di tensione con il team principal, il connazionale Jean Todt.

Alla fine del 1995, Alesi e Berger si trasferirono alla Benetton di Flavio Briatore, e il francese fu sostituito dal fresco bicampione del mondo di F1, il tedesco Michael Schumacher.

Il quattro volte campione del mondo, Sebastian Vettel, storico appassionato di F1 e primo compagno di Leclerc in Ferrari, aveva il sogno di riportare il mondiale a Maranello, proprio come il suo mentore Schumacher. Quando il sogno sembrava realizzabile, si infranse improvvisamente al Gran Premio di Germania del 2018, a Hockenheim, a pochi chilometri dalla casa del campione tedesco, quando commise un errore in frenata, collidendo con le barriere e rimanendo bloccato nella ghiaia.

L’anno successivo, arrivò in squadra proprio Leclerc, cresciuto a Maranello. La convivenza tra i due non fu proprio idilliaca, con una Ferrari tutt’altro che performante, e sul finire del 2020, Vettel annunciò il trasferimento nella nuova Aston Martin, lasciando il posto all’attuale pilota della Ferrari, lo spagnolo Carlos Sainz.

Gli ultimi campioni del mondo della Ferrari, Michael Schumacher e il finlandese Kimi Raikkonen, a differenza di Alesi, Vettel e Leclerc, hanno mostrato un amore incondizionato verso la Rossa di Maranello ma hanno saputo anche mantenere le giuste distanze, soprattutto Raikkonen con il suo gelido carattere da “Iceman”. Questo ha consentito loro di “sopravvivere” per anni a Maranello.

Chi entra a in Ferrari con il Cavallino stampato sul cuore deve sapere che sarà sempre sotto pressione e, se le cose non andranno per il verso giusto, sarà considerato l’unico responsabile.

Se Leclerc vuole vivere e vincere con la Ferrari, dovrà provare a distaccarsi dall’”Essere Ferrari” e mantenere le giuste distanze; altrimenti, se non dovesse riportare il titolo a Maranello, rischia di essere considerato, a torto, il colpevole della disfatta. Come cantavano i Queen: “Too much love will kill you…”.


Crediti foto: Scuderia Ferrari

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