Il Gran Premio di Inghilterra, grazie a un meteo imprevedibile, ci ha regalato una gara spettacolare con un vincitore inatteso, offrendo tantissimi spunti di discussione e mettendo in evidenza quanto siano fondamentali le strategie e il lavoro dei team in questa Formula 1.
Il risultato finale è figlio più dell’abilità delle squadre nel destreggiarsi tra i vari cambi gomma che di quanto espresso dai piloti, anche se c’è da sottolineare che hanno corso quasi tutti al meglio delle loro possibilità su una pista difficilissima che ha fatto emergere le capacità di campioni navigati come Hamilton e Verstappen e l’inesperienza di piloti pur talentuosi come Norris e Leclerc. Questi ultimi, in condizioni difficili, non sono ancora in grado di trovare quella chiave di lettura che possa portarli alla vittoria.

Sul pilota monegasco e la Ferrari, tuttavia, si è scatenata una vera e propria shitstorm per una strategia ardita che purtroppo non ha pagato. Ognuno ha evidenziato come in quel frangente il team e il pilota abbiano compiuto un errore da dilettanti, con tanto di battute sarcastiche e accuse di incompetenza.
La realtà dei fatti però è totalmente diversa da quanto banalmente espresso in pista, perché in quel momento la scelta di montare le intermedie è stata un azzardo che poteva pagare e portare il pilota monegasco anche alla vittoria.
Questo perché Leclerc navigava in settima posizione con tempi alti rispetto a chi lo precedeva e il meteo indicava un imminente incremento della pioggia. C’erano insomma poche cose da perdere e tutte le condizioni per rischiare con buone speranze di riuscire nell’azzardo.
Per cosa correva la Ferrari? Per un settimo posto? Di fronte alla prospettiva di giocarsi un jolly potenzialmente vincente, pur nella consapevolezza che tutto era in evoluzione, la squadra e il pilota hanno fatto benissimo a rischiare. Se la cosa non ha pagato, pazienza: non saranno due o tre punticini a modificare la classifica.
Ai tanti ingegneri laureati all’università del web è sfuggito un dettaglio non da poco di cui nessuno ha parlato. Tutti a spellarsi le mani e a tessere le lodi della responsabile delle strategie Red Bull, Hannah Schmitz, per il gran lavoro che ha portato Verstappen al secondo posto, tralasciando completamente il fatto che Perez ha montato le intermedie nello stesso giro di Leclerc con gli stessi disastrosi risultati!
Quindi, se l’illustrissima stratega inglese ha avuto la stessa idea della Ferrari, questa scelta tanto idiota non era. Vuol dire che in quel frangente sembrava effettivamente una scelta che poteva pagare. Quindi perché massacrare sempre gli strateghi di Maranello anche quando hanno il coraggio di osare anziché proteggere il settimo posto? E perché quando certe cose le fanno gli altri vanno bene mentre gli uomini in rosso devono passare sempre per incompetenti?
Va bene che ormai Red Bull corre con una sola vettura e che di Perez non importa più nulla a nessuno, tutti presi dalla narrazione che guarda solo al risultato finale senza mai soffermarsi sulle dinamiche e senza mai andare oltre l’assunto che chi vince è il più bravo e che chi perde è un brocco.

Personalmente credo che la Ferrari e Leclerc abbiano fatto benissimo a rischiare. Hanno compiuto una scelta forse troppo azzardata, ma logica in quella situazione, e se oggi siamo qui a commentare una sconfitta, non importa. Almeno ci hanno provato anziché fare il compitino!
In fondo si sono persi solo tre punticini, però se la scommessa avesse pagato oggi il carro rosso sarebbe strapieno di gente con le bandiere sventolanti. Il pilota monegasco è in una fase molto critica, di preoccupante involuzione, ma sommergerlo di critiche sempre e comunque anziché riconoscergli il coraggio di una scelta difficile crea quell’ambiente tossico intorno a Maranello che è alla base di quasi tutte le sconfitte di questi anni.
Forse il prossimo anno, con Lewis, ci sarà il coraggio di rivendicare certe scelte anziché piegarsi a un modo di raccontare le corse superficiale, basato solo sull’ordine d’arrivo.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP