26 anni (quasi ventisette ormai), 143 weekend di gara, sette stagioni in Formula 1, di cui ben sei con la Ferrari. 39 podi, 7 vittorie, ben 26 pole position. Questi sono i numeri di Charles Leclerc, che ha un pedigree da potenziale campione del mondo. Ma per riuscire in un’impresa del genere serve il supporto di un team strutturato e una macchina in grado di offrire prestazioni di rilievo e con grande costanza nell’arco di una stagione intera. Tutto ciò che il monegasco non ha potuto finora avere.
Chi conosce bene Leclerc sa che nel bagaglio tecnico e umano di questo pilota ci sono gli elementi su cui poter costruire una storia da sogno. Jock Clear, uno che in Ferrari ha fatto praticamente di tutto, da capo delle strategie a Senior Performance Engineer, occupa ora il ruolo di direttore della Ferrari Driver Academy (FDA). Ed è in questa posizione che ha potuto valutare la caratura di Leclerc.
Chi meglio di lui, quindi, è titolato ad esprimersi su un pilota che dovrà probabilmente rinviare ancora il suo sogno, ma che punta già dal 2025 a realizzarlo, anche se accanto avrà un mastino non pago come Lewis Hamilton.

Ferrari: Jock Clear tesse le lodi di Charles Leclerc
Clear ritiene che Charles abbia tutte le carte in regola per poter concorrere per il titolo. Ma ciò che lo impressiona letteralmente è la capacità di Leclerc di esprimere prestazioni sul giro secco, tanto da farlo ritenere, agli occhi dell’ingegnere inglese, il miglior qualificatore che abbia mai visto. E di talenti, lui, ne ha osservati, considerando che ha condiviso il cammino con leggende come Mika Hakkinen, Michael Schumacher, Fernando Alonso, e altri ancora.
Ma la qualifica non basta per definire un pilota in grado di competere con altri grandi campioni di questa generazione, come Lewis Hamilton, Max Verstappen e tutte le nuove leve che spingono per assicurarsi un posto privilegiato.
Nella Formula 1 della gestione totale – perché per vincere non basta essere un funambolo sul giro secco – Leclerc sta pian piano crescendo, e la gara di Monza lo dimostra. Ma quel tipo di gestione della vettura e delle gomme deve diventare la norma e non un evento saltuario. Solo in questo modo il pilota ex Sauber potrà davvero dire la sua in quell’acquario di piranha che è la Formula 1.
Clear, parlando al podcast F1 Nation, ha evidenziato come nel 2022, nella parte iniziale del campionato del mondo, Charles abbia dimostrato di poter lottare per il titolo, riuscendo a gestire situazioni critiche, come il duello con un mastino come Max Verstappen, e una macchina che, seppur buona, non era dominante. Quella vettura, però, a un certo punto ha imboccato una strada di sviluppo errata ed è stata condizionata da una power unit fragilissima.
Certo, sono stati commessi degli errori anche in quella stagione (il riferimento è al Gran Premio di Francia), ma si parla di una fase in cui la monoposto aveva già cominciato a sottoperformare, mostrando tutte le sue debolezze, cosa che aveva aperto la strada alla rimonta definitiva di Max Verstappen.
Proprio su questo fronte, un ingegnere esperto come Clear afferma che il solo pilota non può bastare per lottare per il titolo. Serve un pacchetto, serve un’alchimia che la Ferrari non è ancora stata in grado di offrire al monegasco.
Clear sottolinea che né Verstappen, né Hamilton, né gli altri fuoriclasse della Formula 1 hanno vinto solo grazie a una macchina eccezionale, ma perché si sono esibiti a un livello superiore, portando anche il team e la vettura a raggiungere quella cima. Ed è proprio questo che manca alla Ferrari: Leclerc riesce ad alzare l’asticella delle prestazioni, mentre il contorno spesso non si è dimostrato all’altezza del talento del pilota.
Charles è cresciuto, non è più solo quel driver da “one shot” in qualifica: no, è un professionista a tutto tondo, che sa cosa serve per vincere le gare, e soprattutto ha dimostrato di avere le spalle larghe per sobbarcarsi un team e riportare in vita il sogno iridato di una gloriosa scuderia che non riesce a laureare un pilota campione del mondo dal lontano 2007. Tanto tempo, troppo tempo. Un digiuno che deve essere spezzato al più presto per onorare la storia e il blasone, perché di ricordi non si può campare in eterno.
Leclerc: l’utilità di avere Sainz con compagno
Nel suo cammino di crescita personale, Leclerc ha dovuto ridurre il divario prestazionale tra la qualifica e la gara. Importante è stato il lavoro svolto accanto a Carlos Sainz. Lo spagnolo non si è mai dimostrato veloce in qualifica quanto il compagno di squadra, ma in gara è sempre stato un osso duro, capace di imporsi spesso grazie a una visione strategica più ampia e una capacità di farsi valere con il muretto, scegliendo tattiche che si sono rivelate più efficaci.
Leclerc ha lavorato molto su questo aspetto e, nel 2024, ha dimostrato di essere cresciuto su questo importantissimo fronte amministrativo. Segno che il pilota sa essere una spugna che assorbe segreti. In quest’ottica, sarà importante anche il lavoro che svolgerà con Hamilton, che più che un problema deve rappresentare un’opportunità per arricchire ulteriormente il bagaglio tecnico di un professionista che compete ai livelli più alti.

È giunto il momento, quindi, di mettere a frutto le innate doti tecniche di Leclerc e la crescita che ha compiuto in questi otto anni di Formula 1. Ora la palla passa alla Ferrari che deve creare quel contorno capace di supportare un pilota che avrebbe già meritato di essere incoronato con l’alloro iridato.
Fred Vasseur sta operando per impostare quella struttura che già nel 2025 deve essere in grado di portare la Ferrari a un livello prestazionale più elevato, perché sarebbe un errore fatale attendere la nuova generazione di monoposto. Le rivoluzioni, si sa, portano con sé sempre grandi sorprese, e non è detto che Maranello possa approfittarne fin da subito.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP