In una stagione in cui molte cose sono scontate e gli equilibri cambiano di weekend in weekend solo alle spalle delle due monolitiche McLaren, Charles Leclerc sta emergendo come un totem di concretezza, specie negli ultimi tempi, dopo un periodo di adattamento/comprensione alla Ferrari SF-25.
Il pilota di Monaco ha centrato il podio in quattro delle ultime sei gare diventando uno dei più efficaci in questa parte centrale di campionato. Solo la coppia McLaren Norris-Piastri ha fatto meglio per continuità di prestazioni, ma loro hanno una macchina che sta volando e che si esalta soprattutto sulla lunga distanza.

Il monegasco sta mostrando una maturità mentale impressionante, riuscendo a tirare fuori il massimo da una SF-25 che, nonostante gli update arrivati tra Spielberg e Spa, non è al livello della MCL39. E a volte nemmeno della Red Bull RB21. È proprio questa capacità di sfruttare ogni occasione, anche quando le carte non sono favorevoli, che lo sta rendendo prezioso per la Ferrari. I numeri parlano chiaro: 139 punti che lo tengono incollato a Russell (157) che è stato capace di vincere una gara e che gli danno la possibilità di mettere Verstappen (a quota 185) nel mirino.
Mentre Leclerc macina podi con regolarità, altri big del paddock stanno attraversando momenti complicati. A partire dal primo riferimento: Lewis Hamilton che ormai passa troppo tempo a capire dove mettere le mani per cercare di sciogliere il nodo gordiano. Lo stesso Verstappen, dopo che all’inizio del mondiale aveva dato la sensazione di poter essere della partita iridata, ha perso smalto a causa di una vettura che non riesce a risolvere certi problemi. Russell, sempre bravo in qualifica e abile nella visione tattica delle gare, è vittima di una W16 caratterizzata da una finestra operativa troppo ristretta.
In questo scenario, Leclerc rappresenta una delle poche costanti affidabili. Il suo rendimento, come accennato poc’anzi, fa ancora più rumore se confrontato con quello di Hamilton, che continua a faticare nell’adattarsi alla Rossa. Il sette volte iridato sta vivendo probabilmente uno dei momenti più difficili della carriera: in 13 gare del 2025 ha visto il podio solo nelle gare brevi del sabato, con una vittoria che è stata un unicum irripetuto.
A Spa-Francorchamps, Lewis ha dato segnali di vita nella gara di domenica risalendo dal fondo della griglia fino al settimo posto dopo l’eliminazione in Q1 per track limits. Ma nulla per cui si possa gridare al miracolo e per la quale si possa immaginare che è in corso un’inversione di tendenza. Una gara che gli è valsa il “Driver of the Day”, trofeo effimero che non consola né porta punti.

La Ferrari, dal canto suo, sta spingendo sullo sviluppo. La nuova sospensione posteriore che ha debuttato in Belgio potrebbe essere un primo segnale di ripresa: i risultati non dicono tutto, ma lasciano intravedere una possibile progressione per la SF-25.
Servirà la conferma già dal prossimo Gp d’Ungheria (qui il programma) per capire se finalmente Maranello ha trovato la strada giusta per chiudere bene la stagione. L’obiettivo, bisogna essere estremamente realisti, non è puntare al titolo, ma provare a superare il terzo posto per centrare qualche vittoria di tappa. Un premio per gli sforzi profusi dal team e per la costanza dimostrata negli ultimi tempi.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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