Provocazione. Il titolo di questo articolo è una provocazione. Lo ribadisco in favore di chi si ferma all’intestazione senza prendersi la briga di andare oltre. Per loro, per i soliti fomentatori da social che sputano sentenze senza dedicare due minuti della loro preziosa vita a leggere un testo che non sarà scritto in forma aulica, ma si limiterà ad essere comprensibile e, si spera, esplicativo. Charles Leclerc sta bene.
Chiarito che il monegasco non ha problemi fisici, è lecito pensare – e io lo faccio – che oggi abbia vissuto qualche patimento psicologico da condizionamento esogeni. Nulla di particolare, niente che debba essere curato dal dottore della mente. Si tratta della più semplice delle reazioni umane: tendere a fare più del necessario quando la comfort zone viene parzialmente erosa.
La colpa è di Carlos Sainz. Sì, avete letto bene. Dopo l’intervento chirurgico di due settimane fa, il conseguente appiedamento forzato dal Gran Premio dell’Arabia Saudita, la convalescenza e la perdita di peso forzata, pochi si aspettavano che il madrileno si presentasse, ancora mezzo acciaccato, in uno stato di forma sportiva così brillante.

Charles Leclerc è rimasto spiazzato da Sainz e Verstappen
Probabilmente il primo dei sorpresi è stato proprio Leclerc che, dalle libere di stanotte, ha iniziato a capire che il compagno di squadra aveva il coltello tra i denti. Una specie di Rambo che reagisce con tenacia a una situazione di forza maggiore non creata da lui.
Non è semplice accettare che uno ancora col camice addosso (è un’iperbole, non rompete) venga in pista e inizi a far meglio di te sul fondamentale in cui sei il leader riconosciuto del momento.
Questo significa che Charles è diventato una pippa? No, state calmi voi che siete pronti a lanciarvi in difese d’ufficio stucchevoli e soprattutto non commisurate a ciò che si sta provando a spiegare. Il monegasco resta un pilota fortissimo e non sarà una pessima qualifica a far cambiare il giudizio di chi scrive. E della storia.
Charles ha patito l’effetto sorpresa? Sì. E non solo quello rappresentato da un Carlos agonisticamente furente, ma anche quello di un Max Verstappen che fino alla Q2 sembrava non essere imbattibile. Poi quel primo assalto in Q3 della Red Bull n°1 che toglie certezze, speranze e risveglia dai sogni. Accusare il colpo è stata una reazione normalissima.
Charles Leclerc: lode all’onestà intellettuale
Lo ha fatto intendere egli stesso che è rimasto preso alla sprovvista dal driving dell’olandese, dalla sua improvvisa ripresa: “Abbiamo forse sottostimato la potenza della Red Bull in qualifica e in FP3. Quindi sarebbe stata difficile la pole, ma io non ho massimizzato la macchina, quello è chiaro”
“Non ho fatto un buon lavoro in FP3 e ho perso il feeling con la macchina, ma sono riuscito comunque a fare il giro e avevo fiducia sul fatto che in qualifica quel feeling sarebbe tornato. Invece l’ho perso ulteriormente”. Ah, beata e inattaccabile onestà.
Quella che manca a chi, ottenebrato dal tifo militante, non riesce ad ammettere che ogni tanto anche un super pilota come Charles può incappare in una giornata meno brillante. Succede a tutti, pure a voi.

La proba disamina del monegasco prosegue così: “La cosa migliore che possiamo fare adesso è concentrarci su domani, sperando che il passo gara possa riportarci alla nostra posizione. Ieri l’anteriore era molto buono, stamattina lo abbiamo perso un po’ e in qualifica tantissimo”.
“Nell’ultimo run sono andato molto aggressivo con il flap anteriore, ma probabilmente siamo andati nella direzione sbagliata. Volevo provare a fare la pole, ma guardando indietro avrei forse dovuto accontentarmi del terzo posto e stare davanti. Volevo provare qualcosa ma sono stato troppo aggressivo”.
Lode a te, Carletto. Avercene persone così trasparenti. Le possibilità di rimonta di Leclerc sono intatte, anche perché si è tolto dalle scatole, almeno allo start, un cliente pericoloso come Sergio Perez che ha subito un arretramento di tre posizioni per impeding.
L’obiettivo dichiarato di Leclerc è il podio. Con quattro zone DRS la rimonta è possibile, in primis su Sainz che potrebbe pagare alla lunga distanza. La SF-24, ancora, ha mostrato una miglior gestione del graining che in FP3 affliggeva non poco la Red Bull.
Il passo è solido, le motivazioni sono elevate, l’esperienza porterà a non commettere altri errori da circoletto rosso. No, Leclerc non è convalescente, è in piena forma ed è più forte che mai. Il titolo serviva ad attirare la vostra attenzione e a ribadire che anche il migliore qualificatore presente in griglia, ogni tanto, è fallibile. D’altro canto a volte lo sono pure le divinità. Ma questo è un altro discorso. E non intendo lanciarmi in un ginepraio.
Crediti foto: Scuderia Ferrari