Il panorama della Formula 1 potrebbe arricchirsi di un nuovo protagonista nel 2027. L’ambizioso progetto SKM Racing, guidato dall’imprenditore kuwaitiano Saad Kassis-Mohamed, ha annunciato l’intenzione di acquisire i diritti del marchio Caterham per costituire la dodicesima squadra del campionato mondiale.
L’operazione, anticipata dalla testata spagnola Soymotor, prevede un investimento complessivo di 280 milioni di euro distribuito su tre anni tramite SKM Capital. Una scommessa, sicuramente rischiosa, per il giovane imprenditore 24enne, riconosciuto tra le personalità più influenti del continente.
Strategia operativa su due fronti
La struttura organizzativa di SKM Racing si articolerà attraverso una configurazione inedita nel paddock. Il centro tecnico principale sorgerà nel distretto industriale di Silverstone, già sede delle operazioni Aston Martin e della futura Cadillac, concentrando le attività di progettazione e sviluppo aerodinamico attraverso la galleria del vento interna. Parallelamente, la base operativa di gara verrà stabilita a Monaco di Baviera, creando una divisione geografica delle competenze che differenzia il progetto dalle metodologie tradizionali del Circus.
L’organico iniziale di 230 dipendenti è destinato ad espandersi progressivamente fino a raggiungere quota 320 unità entro la terza stagione di attività. Il piano di reclutamento prevede collaborazioni strategiche con istituti universitari britannici e tedeschi per sviluppare un programma dedicato alla formazione di giovani talenti tecnici.

Tempistiche serrate: l’obiettivo è il 2027
Il cronoprogramma delineato da Kassis-Mohamed appare particolarmente sfidante. L’inizio del 2026 segnerà la presentazione della documentazione ufficiale alla FIA per l’omologazione della scuderia, contestualmente al completamento dell’impianto di Silverstone. La seconda metà dell’anno dovrebbe vedere il debutto del primo telaio nelle sessioni di test aerodinamico. La strategia tecnica prevede un approccio graduale, con l’acquisizione di componenti da fornitori esterni nelle fasi iniziali, per poi sviluppare progressivamente capacità produttive interne più selettive.
Il richiamo al brand Caterham evoca la breve esperienza della scuderia attiva dal 2010 al 2014, derivante dalla Lotus, che non riuscì mai a conquistare punti iridati durante la sua permanenza in griglia. “L’utilizzo di una licenza consolidata facilita la penetrazione nel mercato senza ereditare i passivi della precedente gestione“, ha spiegato l’imprenditore kuwaitiano, evidenziando gli aspetti strategici dell’operazione.
Tuttavia, il percorso verso l’omologazione si preannuncia complesso. Oltre all’approvazione della Federazione e di Liberty Media, SKM Racing dovrà finalizzare gli accordi con uno dei costruttori di power unit, pur mantenendo ancora riservata l’identità del potenziale partner motoristico per la propria configurazione da team cliente.
Realtà o miraggio?
Le probabilità di successo del progetto SKM Racing appaiono molto limitate, considerando l’iter tortuoso affrontato dalla stessa Cadillac per ottenere l’ingresso nel 2026. Il costruttore americano ha potuto beneficiare di una congiuntura favorevole determinata dall’annunciato ritiro di Renault come fornitore di power unit al termine della stagione 2025, creando un vuoto strategico che Liberty Media ha voluto colmare per mantenere l’equilibrio competitivo tra i costruttori.

La decisione di accogliere Cadillac è maturata dopo anni di resistenze e ha rappresentato una scelta quasi obbligata per preservare la diversificazione tecnologica del campionato, piuttosto che una genuina apertura verso l’espansione della griglia. In questo contesto, l’ipotesi di una dodicesima scuderia appare decisamente più complessa da realizzare, priva com’è di quell’urgenza commerciale e tecnica che ha facilitato l’ingresso della casa americana controllata da General Motors.
Ancora, ricordiamo che la lista dei pretendenti ad occupare la dodicesima casella (prevista dalle norme FIA, ndr) è pingue. Otmar Szafnauer ha più volte annunciato che è a capo di una cordata molto ambiziosa (leggi qui) che di fatto sarebbe ora sfidata da Kassis-Mohamed. Due – e non solo – gruppi di pressione per un solo posto. A meno che qualche altro soggetto, come Alpine, possa farsi da parte dopo aver chiuso il comparto motori di Viry-Chatillon. Renault è davvero interessata a proseguire per sempre facendosi fornire i propulsori da un costruttore esterno?
Crediti foto: F1, Cadillac
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