Caro Gianluca ti scrivo

Lettera a un amico di vecchia data. Una persona speciale, che ha coronato il suo sogno e non ha più tempo per me.

Caro Gianluca ti scrivo,

È da un po’ che volevo scriverti, ma non trovavo il tempo di farlo. Ci conosciamo da tanti anni, ma oggi sono qui a scriverti una lettera, come si faceva un tempo agli amici distanti e che sentivi raramente.

Mi rivolgo a questo vetusto metodo perché non riesco più a parlarti come prima e temo ci sia, ormai, troppa distanza tra noi.

Ti scrivo perché mi manchi

Ricordi quando passavamo le giornate su Twitter a commentare la Formula 1? Erano davvero bei tempi. Discutevamo spesso durante i weekend di gara, tu offrivi importanti spunti di riflessione e spesso ci scontravamo. Sconti chiaramente costruttivi. Ci divertivamo tanto con meme e battute di ogni tipo. Sembrano passati secoli.

Ti scrivo perché sei cambiato

Oggi è tutto così diverso. Hai ricevuto “la chiamata” e ora scrivi per quel grande giornale. La stessa testata che spesso prendevamo in giro perché sembrava gestita un branco di scimmie. Ora sei passato all’elite, sei una persona importante e io sono davvero fiero di te.

Il successo, però, ti ha cambiato e non sembri più interessato a frequentare i tuoi amici di vecchia data, anzi oggi li chiami followers.

Ti scrivo per ricordarti chi sei

Ricordo quando eri mosso dalla passione. Ero con te quando hai lasciato quel lavoro per dedicarti a tempo pieno al giornalismo, quando ti sei tuffato nell’incertezza con l’obiettivo di realizzare il tuo sogno. Ricordo le nottate trascorse ad analizzare le telemetrie, l’immenso sforzo profuso a ogni GP mentre, con i tuoi 15 schermi e F1TV Pro con la VPN, esaminavi ogni aspetto della gara e lo condividevi immediatamente con tutti noi. Oggi le cose sono cambiate, hai un team a tua disposizione che si occupa di ciò, persone che ti rispettano e un po’ ti temono.

Ti scrivo perché mi sento solo

Bazzico tutto il giorno sul web alla ricerca di contenuti interessanti, ma non trovo nulla. Spesso faccio qualche meme divertente, ma non ho nessuno a cui mostrarlo e finisco col postarlo sul mio profilo X (ci hanno tolto anche Twitter) con la speranza che qualcuno lo noti, ma non accade mai nulla.

Guardo le gare, ma non ho una valvola di sfogo e mi trovo a fissare lo schermo in silenzio.

Ti scrivo perché ho perso la passione

Ho sempre trovato la Formula 1 una comunità aperta e pronta ad accogliere tutti gli appassionati. Oggi mi trovo in una giungla popolata da grandi esperti, pronti a puntarti il dito e insultarti appena apri bocca. È un ambiente ostile, in cui non ho alleati e non mi ci trovo più bene.

Ti scrivo perché tu mi hai salvato

Le nostre interazioni erano il mio pane quotidiano. Passavo intere giornate aspettando un tuo tweet, un tuo articolo, per poter parlare di Formula 1 con una figura amichevole. Sei stato presente in una fase cruciale della mia vita e hai contribuito a rendermi la persona che sono adesso, respingendo dalla mia mente tanti pensieri negativi.

Ti scrivo ma non rispondi

Ora sei nell’Olimpo. Non devi più sbatterti per un accredito perché alle gare ti ci invitano gli sponsor. Non puoi immaginare la mia gioia quando vidi quella tua stories di te a cena con Mario Isola. Ora sono loro i tuoi amici. X è un canale ufficiale, dove posti i tuoi contenuti di altissima qualità. I miei commenti, le mie osservazioni sono delle mere notifiche, ignorate dal tuo SMM interessato solo a consegnare un report trimestrale in cui io sono un numero.

Ti scrivo e non lo farò mai più

Non posso che essere fiero di te, lo dico da amico. Amico che, a quanto pare, non sono più. Ora tu sei arrivato, hai coronato il tuo sogno, frequenti le persone giuste e non hai più bisogno di me. Sei una persona diversa, sei un professionista e non puoi abbassarti a parlare con un plebeo come me.

Un po’ ti capisco, ma l’amaro in bocca resta.

Ti scrivo quest’ultima volta nella vana speranza che tu riesca a leggere le mie ultime parole, ma sono consapevole del fatto che, probabilmente, questa lettera sarà spedita a un indirizzo obsoleto, in una casa probabilmente abitata da uno studente universitario o una giovane coppia.

Quindi non mi resta che concludere questo inutile sproloquio evitando infantili lacrime.

Grazie dei bei momenti passati insieme.

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