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Carlos Sainz – Williams: l’anno zero di una rinascita paziente

Lo spagnolo ha puntato su Grove avendo poche alternative. Ma il 2025 è stata una stagione in cui si sono gettate le basi per qualcosa di importante

Diego Catalano by Diego Catalano
23 Dicembre 2025
in Approfondimenti, News
Tempo di lettura: 4 minuti
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Carlos Sainz F1 Williams

Carlos Sainz festeggia il terzo posto a Baku

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Quando Carlos Sainz ha firmato con la Williams nell’estate del 2024 la sua carriera ha subito una torsione improvvisa. Non per scelta, ma per necessità. L’annuncio dell’arrivo di Lewis Hamilton in Ferrari ha imposto allo spagnolo una revisione forzata del proprio futuro, costringendolo a guardare oltre Maranello e, soprattutto, oltre le certezze accumulate in anni di crescita costante. Ci ha provato con Red Bull, poi ha  sondato Mercedes. Ma i suddetti team avevano altri programmi. La Williams, squadra storica ma da troppo tempo relegata ai margini della Formula 1, è apparsa a molti come un azzardo. Per Sainz, invece, è stata una scommessa razionale.

Il 2025, chiuso con un quinto posto nel Campionato Costruttori e 137 punti complessivi, racconta una storia che va oltre la classifica. È il racconto di una stagione di transizione, fatta di frizioni iniziali, adattamento graduale e progressivo, ma anche di segnali chiari: la Williams non è più un progetto inerte, e Sainz non è un pilota in fase discendente. Al contrario, si è ritagliato un ruolo centrale nella ricostruzione di Grove, diventandone uno dei riferimenti tecnici e sportivi.

Ad Abu Dhabi, Carlos ha completato la sua undicesima stagione in Formula 1. Entrare in Williams dopo l’esperienza a Maranello non ha significato soltanto cambiare macchina, ha voluto dire immergersi in una struttura diversa, con processi, strumenti e dinamiche lontane da quelle di un top team. La FW47 è stata una vettura da interpretare, non da sfruttare immediatamente. Nei primi appuntamenti dell’anno, mentre Alex Albon capitalizzava la conoscenza dell’ambiente, Sainz sperimentava, capiva, assimilava. Setup estremi, variazioni di stile di guida, lavoro continuo sulla gestione del bilanciamento, ricerca dell’affiatamento con la sua nuova equipe tecnica: un percorso fatto anche di passi indietro, ma funzionale a costruire una base solida.

L’ex pilota della Ferrari, oggi alla Williams, mentre festeggia la vittoria a Singapore

È un tema che Sainz conosce bene. La sua carriera è stata scandita da cambi frequenti: Toro Rosso, Renault, McLaren, Ferrari e ora Williams. Un’anomalia, per certi versi, che però gli ha permesso di sviluppare una consapevolezza rara nel paddock. L’idea che un pilota abbia bisogno di tempo per adattarsi a una nuova squadra non è una giustificazione, ma una constatazione tecnica. Con vetture spinte al limite nell’ultimo anno del contesto normativo ormai superato e margini sempre più ridotti, chi arriva da fuori parte inevitabilmente in svantaggio rispetto a chi conosce ogni dettaglio del pacchetto. Ne sa qualcosa uno come Hamilton. 

Sainz lo dice senza alibi: contro compagni come Albon, Leclerc o Verstappen, che hanno interiorizzato la loro macchina, l’obiettivo iniziale non era dominare, ma avvicinarsi. L’estrazione degli ultimi due decimi richiede sintonia totale con l’ingegneria, con i dati, con la cultura operativa del team. E questo, in Williams, è stato reso più complesso da un contesto in cui le risorse non sono ancora allineate a quelle dei top team.

Il punto centrale del progetto Williams è la presenza di forti contrasti interni. Da un lato, persone di grande talento e idee valide; dall’altro, processi e strumenti ancora non avanzatissimi. Simulazione, correlazione, flussi decisionali: sono queste le aree in cui Grove paga ancora un gap significativo. La differenza, rispetto al passato recente, è la consapevolezza. James Vowles non ha mai venduto illusioni. Anzi, ha costruito il rapporto con Sainz sulla trasparenza, mettendo sul tavolo limiti e potenzialità fin dall’inizio.

È qui che la figura di Sainz assume un valore che va oltre il cronometro. Il suo contributo non si misura solo in punti, ma nella capacità di individuare criticità, di essere vocale, di spingere il team a colmare le lacune strutturali. Non è un caso che Vowles abbia dichiarato pubblicamente di ricevere “più di quanto pagato”. In una fase di ricostruzione, un pilota con esperienza trasversale diventa un acceleratore di crescita.

Carlos Sainz
Carlos Sainz, Williams

Sainz – Williams: adattamento lento ma non troppo

La stagione, però, non è stata lineare. Incidenti, problemi tecnici e un inizio complicato hanno messo alla prova la resilienza dello spagnolo. A metà anno, la sua valutazione è stata brutale: “tutto ciò che poteva andare storto è andato storto”. Eppure, proprio nella seconda metà del campionato, è arrivata la svolta. Il Gran Premio dell’Azerbaijan ha rappresentato un punto di non ritorno. In condizioni difficili, con una qualifica segnata dalla pioggia, Sainz ha piazzato la FW47 in prima fila, trasformando poi quella prestazione in un podio solido e meritato.

Quel terzo posto ha avuto un peso simbolico enorme. Per la Williams, è stato il primo podio “reale” dopo anni di anonimato, al netto delle circostanze eccezionali del Belgio 2021. Per Sainz, è stata una conferma personale. Dopo mesi passati a ripetere che la velocità c’era, ma mancavano i risultati, finalmente ha potuto dimostrare perché aveva scelto Grove. Ancora più significativo è stato il modo in cui ha vissuto quel momento: senza nervosismo, senza esitazioni, come se il tempo lontano dal podio non avesse lasciato ruggine.

I risultati successivi, tra Sprint e gare canoniche, hanno consolidato la crescita. La Williams ha chiuso il 2025 con un quinto posto che pochi avrebbero pronosticato dodici mesi prima. Un balzo netto rispetto al nono posto e ai 17 punti dell’anno precedente. Numeri che certificano un progresso reale, non episodico.

F1 Carlos Sainz Williams
Carlos Sainz regala il secondo podio stagionale a Williams

Williams e Sainz vogliono cogliere le opportunità del nuovo format tecnico

Lo sguardo, ora, è rivolto al futuro. Il 2026 incombe con il suo cambio regolamentare radicale, e Williams vuole farsi trovare pronta. Nuovi strumenti, nuove assunzioni, la conferma di Mercedes come partner tecnico: il cantiere è aperto. Sainz, dal canto suo, mantiene un approccio prudente. Parla di traiettoria ascendente, di fiducia nel lavoro svolto, ma evita proclami. Sa che il nuovo ciclo azzererà molte gerarchie e che i progressi potrebbero non essere immediatamente visibili in classifica.

È una maturità che racconta molto del momento della sua carriera. Carlos Sainz non è più il pilota in cerca di legittimazione, né quello di passaggio. Alla Williams è diventato un punto fermo, uno dei pilastri su cui costruire il ritorno di una squadra che vuole tornare a contare. La scommessa, oggi, non sembra più così azzardata. E forse, guardando al percorso intrapreso, era l’unica davvero coerente con il suo profilo.


Crediti foto: Williams Scuderia Ferrari HP

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Tags: Carlos SainzF1NewsWilliams
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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