Quello dell’Azerbaijan possiamo definirlo come il weekend delle sorprese. E se Max Verstappen non fa più notizia, viste le evidenti prestazioni, due giornate incredibili come quelle disputate da Carlos Sainz, sì.
Il pilota madrileno della Williams, da quando è arrivato a Grove, era stato dato quasi per disperso per via di una stagione sottotono. Dopo quasi un anno alle spalle del suo compagno di squadra, Alexander Albon, riporta la squadra in prima fila – quindicesima per Sainz – al sabato e sul podio al termine della gara.
Stagione sottotono, ma a Baku Sainz ritrova carattere
Non possiamo non definirlo un risultato positivo, che fa bene al team, certo, ma soprattutto a Carlos, che con la FW47, non ha mai trovato il giusto feeling per potersi imporre. Volendo fare un confronto con Albon, è costantemente dietro sia nei duelli in qualifica che in gara.
Ma a seguito del GP azero, possiamo dedurre che le statistiche sono importanti ma relativamente. Anche perché se poi non concretizzi, perdono l’intero valore. E questo, non per screditare il talento del thailandese, anzi, però dobbiamo ammettere che non è la prima volta che quando ha l’occasione, perde di vista l’obiettivo.
L’errore in qualifica, che ha causato la prima bandiera rossa, è stato suo e non ha solo compromesso la sua gara, ma probabilmente quella che era una doppia opportunità per la Williams. La monoposto aveva ritmo e lo si è visto durante le FP3. Si è creata l’occasione di insidiare le posizioni di vertice e nessuno si sarebbe aspettato che a farlo sarebbe stato Carlos Sainz.
Analizzando i tempi sul giro, specie al sabato, non possiamo neanche minimizzare il tutto con un semplice “è partito secondo per errori altrui”. O almeno non del tutto. Le qualifiche sono state caratterizzate da un grande caos e Williams ha beneficiato del fattore imprevedibilità. Soprattutto – forse – quello meteorologico.
Sainz, però, ha anche segnato tempi positivi. Leclerc e Piastri, prima dell’impatto contro le barriere, erano più veloci, il che forse avrebbe visto lo spagnolo partire comunque in top 5 o a ridosso di essa. Ma con i se e con i ma la storia non si fia e resta l’oggettività della cosa.
Se vogliamo fare un paragone con la Mercedes, in particolare con quella di George Russell, Sainz era più veloce di qualche millesimo in Q3. Parliamo di poco, certo, ma è bastato per stare davanti.
E ancora, paragonando il suo tempo in Q2 con quello di Lewis Hamilton, era più veloce di 5 decimi. Una differenza, soffermandoci sull’ultimo giro del Q2, anche nel secondo settore, tratto che ha messo in difficoltà il driver Ferrari. L’inglese girava in 41.2, mentre Sainz in 40.8.

Il lavoro paga: Carlos Sainz raccoglie i frutti a Baku
Tornando alla stagione complessiva del madrileno, l’andamento in questo 2025 non sta riscontrando le attese iniziali. Anche per lui, l’anno è di assestamento, per familiarizzare con l’intero ambiente di Grove. E sembra che i frutti stiano arrivando, a meno che Baku non si riveli un caso isolato.
Ma Carlos Sainz sembra credere nel progetto intrapreso dal Team Principal James Vowles. La volontà è riportare la squadra tra i top team, così come ha fatto con McLaren. Anche se in Williams non riusciamo ad apprezzare appieno il suo lavoro, possiamo affermare a seguito della gara azera che Carlos sta effettivamente portando qualcosa alla squadra. Quel suo contributo, in termini di esperienza e mentalità, sia fuori che dentro la pista.
Come lui stesso ha dichiarato ai microfoni di F1TV al termine della gara: “Quando tutto si mette insieme, riusciamo a fare tutto bene e non commettere errori”. Ma soprattutto che “abbiamo dimostrato a tutti il passo enorme che abbiamo fatto, la direzione intrapresa è quella giusta”. E, cosa più importante, ammette che “il lavoro ripaga sempre”.
Carlos Sainz e il futuro in Williams: volontà di restare oltre il 2025
Sainz è un pilota che sa portare armonia, sa creare quella sintonia in modo che tutti possano navigare verso un obiettivo comune. Anche al termine delle qualifiche, ai microfoni di Sky Sport F1, ha ribadito quanto sia orgoglioso di essere in Williams, aggiungendo che l’esperienza di Baku possa essere da insegnamento per il 2026.
Sono emersi anche dei rumors, o come li ha definiti lui, dei “rumori”, in vista di un possibile approdo in Mercedes al posto di Kimi Antonelli. Ma Sainz nega tutto, ammettendo di non aver ricevuto contatti né da parte di Toto Wolff, né tanto meno da Vowles. Ma dice di non dar conto a tali voci, ma che è ben concentrato sul progetto. E sottolinea: “Sono al posto giusto nel momento giusto”.
Se da qui in poi, se ci saranno altre occasioni di rivedere Sainz davanti è difficile dirlo. Tra i cittadini rimasti, ci sono Singapore e Las Vegas, ma resta da approfondire il discorso delle temperature. Per ora, ci sarà una settimana di pausa e Williams porta da Baku un weekend positivo a metà. Sarebbe stato interessante osservare le prestazioni nel complesso con entrambe le vetture.
Mentre per Sainz, resta la felicità. Resta la soddisfazione di aver ripagato gli sforzi effettuati. Resta, come ha definito egli stesso, il miglior podio della sua carriera, anche del primo. Anche se in realtà – e qui il riferimento è al Sainz ferrarista – il migliore resta quello di Singapore 2023.
Crediti foto: Formula 1, Atlassian Williams Racing
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Sainz a lavorato duramente in Ferrari per poter affrontare un certo Leclerc che li sta suonando al GOAT Lewis , e anche nel periodo con Verstappen non ha sfigurato nella permanenza che ha condiviso con lui in Torro Rosso e ha vinto il confronto con Norris in Mclaren. Questa mossa e risultata una perdita enorme per la Ferrari e chi sa dietro le quinte quante tante altre mosse fallimentare.