Il confine tra rassegnazione e aziendalismo è molto sottile quando sei costretto a subire controvoglia le scelte di chi siede ai piani alti. La prima reazione di Carlos Sainz all’ingaggio di Lewis Hamilton è stata l’orgoglio. Accompagnato da una bella dose di rabbia sportiva.
Il madrileno è partito fortissimo e nelle prime gare ha seriamente messo in difficoltà Charles Leclerc. Non lo ha fatto solo in gara, ma anche nella specialità in cui il monegasco eccelle: la sfida al cronometro sul giro singolo.
Sainz, parliamo di un mesetto e mezzo fa, sembrava il diamante più ambito in un mercato impazzito. Ora le sue opzioni probabilmente si limitano a due: Audi e Williams. Non le sue prime scelte visto che ambiva a sedili più nobili: Mercedes e soprattutto Red Bull. Ma sembra che Christian Horner e Toto Wolff abbiano puntato su altri cavalli.
Si tratta di sensazioni, ma ultimamente Carlos sembra quasi farsi trascinare dalla corrente più che provare a domare il corso degli eventi. “Sono contento di vedere Charles in pole e la squadra con una possibilità di vincere domani faremo il possibile per permettere a Charles di conquistare la vittoria. Ha guidato in maniera incredibile per tutto il weekend”. Affermazioni emblematiche. Anzi, sintomatiche.

Carlos Sainz verso il ruolo di spalla
Bello il clima collaborativo, ma è strano leggere parole simili da chi parte terzo e, pur con tutte le difficoltà che Monaco impone nel superare, ha intatte possibilità di vincere. Carlos sembra adeguarsi alla condizione che vive in Ferrari: un dimissionario in attesa di un futuro nuovo.
La sua uscita fa il pari con quella di Lewis Hamilton che, dopo le qualifiche, ha fatto spallucce ammettendo che battere Russell sarà sempre più difficile. Destini che s’incrociano realizzandosi in dinamiche analoghe. Non è mentalmente semplice guidare a livelli altissimi quando il team, per ragioni ovvie, tenderà a marginalizzarti sempre di più.
La SF-24 evoluta ha confermato un trend che si era visto già dopo il GP del Giappone. Leclerc pare trovarsi molto meglio con gli update mentre Carlos è leggermente meno a suo agio. Piccoli dettagli che stanno facendo però una differenza abbastanza netta. Il monegasco si è ripreso il team e si sta comportando da leader indiscusso.
Cosa che incastra Sainz al ruolo di secondo che sembra accettare con un pizzico di rassegnazione che cozza con il carattere latino e con le ambizioni che per un pilota di Formula Uno sono sempre elevatissime.
Le parole sopra riportate suonano come una sorta di testamento concettuale che descrive come il madrileno rischia di affrontare stancamente gli ultimi mesi che lo separano da una nuova avventura che, anche questa, sembra essere avvolta dalla mestizia di una scelta più subita che presa potendo incidere davvero.

L’incertezza sul futuro sta certamente incidendo nell’incedere sportivo del pilota. Anche per questo ora Carlos ha fretta di piantare certi paletti. Va anche detto – e questo è un elemento che piacerà a chi acquisirà le sue prestazioni – che il livello delle performance non è affatto scaduto.
Sainz è comunque lassù e sta contribuendo a portare punti pesanti alla Ferrari. Cosa importantissima quando c’è una McLaren con una coppia agguerrita e una Red Bull in difficoltà e con un secondo pilota che tra Imola e Monaco è letteralmente sparito, avviluppato dall’incapacità di sfruttare la RB20.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP