Siamo giunti alla fine dell’anno ed è tempo di bilanci, feste e speranze. Mai come quest’anno ci si chiede: come sarà la F1 che verrà?
F1 2026: polemiche e sospetti
Le polemiche sono già nate sul rapporto di compressione, che qualche costruttore di power unit sarebbe riuscito ad aggirare e ad aumentare oltre il limite imposto, pur superando i test svolti a temperatura ambiente. Per quanto lo si voglia far apparire semplice, questo sport sta diventando di anno in anno più complesso: nel calendario, nel regolamento sportivo e in quello tecnico. È da tempo piuttosto chiaro che la FIA, cioè l’arbitro, non ha (o non vuole avere?) le strutture necessarie per monitorare o prevedere possibili “zone grigie” del regolamento.
Da una parte è logico che sia così, visto che comporterebbe un ingente investimento di denaro e di personale per un tempo limitato (cioè quello necessario a capire che il nuovo regolamento non favorirà i sorpassi in pista). Considerando però che la FIA attualmente non è in grado di stipendiare cinque commissari fissi per weekend, si capisce come l’attuazione di questo piano sarebbe alquanto ardita.

Ci sono poi motivazioni tecniche serie che limitano il potere della FIA nel controllo; perciò non si può pretendere, come fa qualcuno alimentando le polemiche su X, che la Federazione crei una misurazione standard e uguale per tutti riguardo il famoso rapporto di compressione alle temperature di esercizio.
A meno che quel qualcuno non sappia di cosa stia parlando: nell’industria automobilistica è prassi consolidata eseguire test a temperatura ambiente. Anche nel mondo della ricerca sono presenti molti lavori in cui il rapporto di compressione viene misurato a 25 °C. Viene da sorridere.
Vasseur non ha perso tempo nel commentare la possibile furberia: “se qualcuno sfruttasse qualche zona grigia del regolamento, sarebbe una brutta figura per la Formula 1 e un punto dolente per la FIA“. E fa sorridere anche questo, visto che generalmente la brutta figura la fa chi non riesce mai nemmeno ad avvicinarsi a quelle zone grigie.
Lo diciamo sempre: la FIA dovrebbe stabilire poche regole, ma chiare. Il diavolo si nasconde nei dettagli, e non si può pretendere che le zone grigie non esistano affatto, considerando che il mondiale spesso si vince grazie alla capacità degli ingegneri di sfruttarle (scarichi soffiati, mass damper, doppio diffusore, olio bruciato dalla PU).
Quindi questi ingegneri lasciamoli lavorare, altrimenti facciamo una Formula 2 con tutto uguale e tanti saluti allo spettacolo.

F1 2026, che annata sarà?
L’inverno, in questo sport, rappresenta tradizionalmente il tempo dei buoni propositi, un po’ come la dieta che inizia lunedì. O come la Ferrari che vincerà il mondiale l’anno prossimo.
A proposito: per il 2026 in molti sperano che la Befana possa portare a Maranello una vettura ben disegnata, con un motore potente e affidabile (e il carbone a qualcuno). Sicuramente è quello che Hamilton e Leclerc hanno scritto nella loro letterina, con la speranza che Babbo Natale abbia già portato al primo un po’ di serenità e di morale, merce rara negli ultimi tempi.
Speriamo invece che la saggezza dei Re Magi illumini pienamente il capo di Liberty Media, l’imolese Domenicali, e che non aumentino le Sprint Race. L’ideale sarebbe eliminarle, ma se il passo indietro non è possibile, mi accontenterei di non fare ulteriori passi avanti.
Che questo 2026 ci permetta di assistere a una lotta serrata come quella di quest’anno tra Verstappen, Norris e Piastri, e non ci faccia morire di sonno con un dominio senza diritto di replica. A proposito, diciamo alla Befana di portare un po’ di carbone alla Mercedes e qualche problemino di troppo, così magari da non partire subito con largo vantaggio, nel caso si presentassero nuove zone grigie. E portane una vagonata a Russell, che è davvero antipatico; le caramelle invece ad Antonelli, così corre bene e si regala una stagione da ricordare.
Porta tante belle idee alla McLaren e ad Andrea Stella: è sano vedere un cambiamento al vertice e una gestione diversa dal modello della singola punta avere la possibilità di vincere. Non esiste mai un’unica strada, si può entrare nella storia solo rimanendo se stessi. È questo il messaggio che ci ha lasciato Lando Norris: ha vinto rimanendo se stesso, ed è stata la scelta più giusta che potesse fare. Bravo, bravissimo… però speriamo che ci sia anche un filo di sana discordia con Piastri.

Una Williams più competitiva sarà sicuramente il desiderio di Sainz, e noi glielo auguriamo di cuore, essendo un pilota concreto e furbo, da alcuni molto rimpianto. L’unico ex Red Bull a essere riuscito a costruirsi una reputazione e una carriera alternativa. Così anche le fan di Leclerc potranno rallegrarsi delle sue belle prestazioni.
Pare che quest’anno comparirà verso marzo un fiocco sulla porta di casa di Alonso; non sappiamo ancora se azzurro o rosa. Evento che potrebbe preludere al ritiro definitivo (ahimè) dalle corse l’anno prossimo. I rumors diffusi riguardo a presunti contatti tra Leclerc e Aston Martin potrebbero quindi non essere campati in aria, dando per scontato che un sedile sarà occupato a tempo pressoché indeterminato da Stroll junior. L’arrivo di Newey, la nuova partnership con Honda e i risultati non esaltanti del 2025 rendono l’Aston Martin la vera incognita del 2026, destinata per forza a fare bene, visti gli ingenti investimenti sulle strutture voluti da Stroll senior.

E allora, Babbo Natale, Befana, Re Magi e tutto il contado, regalate un 2026 indimenticabile a Fernando, qualunque sia il regalo che avete deciso per lui.
La nostra Formula 1 non è perfetta, non è giusta e spesso nemmeno coerente.
E lei farà come sempre: ascolterà, prometterà, cambierà qualcosa… ma mai abbastanza, e poi sorprenderà tutti, nel bene e nel male.
Ed è forse proprio per questo che continuiamo ad amarla.
Buon anno a tutti!
Crediti foto: McLaren F1, Aston Martin, Scuderia Ferrari HP
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