Concord, nella Carolina del Nord, è il posto dove l’America, con la Cadillac, ha deciso di riprendersi la F1. A 20 minuti dall’aeroporto di Charlotte, in un’area dove ogni strada sembra portare a un circuito, sorge la nuova sede di General Motors Performance Power Units, al numero 4295 di Defender Way. Non è un capannone qualunque: è un laboratorio di 190mila m2, il cuore di un progetto che dal 2029 renderà Cadillac una squadra completa, con motore, telaio e ambizione proprie.
Accanto al Centro Tecnico di Charlotte di General Motors, inaugurato nel 2022 e già operativo per le corse di durata e per la NASCAR, questo edificio è progettato per non dormire mai: aree di progettazione assistita da computer, banchi prova capaci di simulare mille cavalli, camere bianche per componenti ad alta tensione, simulatori di pista e spazi per test su carburanti sintetici. Tutto alimentato da generatori di riserva e raffreddato ad acqua, pronto a funzionare 24 ore su 24.

I lavori per l’American Dream
I lavori sono iniziati a marzo, subito dopo la nascita della società a gennaio. A giugno la struttura portante era al sessanta per cento. Lo scorso 23 ottobre stata posata l’ultima trave d’acciaio, un gesto simbolico che segna l’inizio della fine dei lavori esterni. La chiusura dell’edificio è prevista per dicembre 2026.
L’apertura ufficiale e l’avvio della produzione di prototipi arriveranno nel primo trimestre 2027. Nel frattempo il gruppo opera in un edificio provvisorio a pochi chilometri, al 4540 Fortune Way Nord-Ovest: 37mila m2 di uffici e un banco prova già acceso per le prime accensioni statiche. General Motors ha investito tra i 75 e gli 85 milioni di dollari nella costruzione, più altri 65-70 milioni per macchinari, software e formazione. La città di Concord ha concesso un contributo in cambio di oltre 350 posti di lavoro diretti e un indotto di 1200 posizioni. Il sindaco Bill Dusch ha dichiarato che Concord sta diventando la “Silicon Valley” della F1.

Le power-unit della Cadillac
A guidare tutto c’è Russ O’Blenes, con trent’anni di esperienza nelle corse General Motors. Ha già assunto 50 ingegneri di propulsori ibridi, 30 tecnici di banco prova certificati dalla FIA e 15 esperti di fluidodinamica. Sul portale delle carriere risultano 42 posizioni aperte, da giovani ingegneri a progettisti senior di batterie.
La power-unit seguirà le regole del 2026: motore termico sei cilindri a V di tre litri con turbocompressore da 550-600 cavalli, sistema di recupero energia cinetica da 350 KW, batteria da 4 MJ e carburante 100% sintetico. General Motors sta testando due soluzioni parallele: un turbocompressore separato con compressore elettrico e un sistema di pre-camera di combustione per la massima efficienza a bassi regimi. Il primo prototipo è già in fase di accensione statica e i test dinamici partiranno nel 2026 su un muletto Cadillac modificato.
Concord non è sola. È collegata a Indianapolis per l’assemblaggio del telaio, a Warren nel Michigan per la ricerca avanzata su batterie e materiali, e a Silverstone in Inghilterra per il supporto in pista e la logistica europea. Un tunnel dati dedicato garantisce simulazioni e telemetria in tempo reale tra i continenti.
Dal 2026 al 2028 Cadillac userà motori Ferrari in versione cliente. Nel 2028 arriverà l’omologazione della Federazione Internazionale. Nel 2029 il motore General Motors debutterà in gara. L’obiettivo è chiaro: podio entro il 2030, vittoria entro il 2032. Quando quel 6 cilindri ibrido romberà per la prima volta, non sarà solo un motore. Sarà il suono del ritorno dell’America in F1, non come ospite, ma come protagonista.
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Crediti foto: GM, Getty Imagese



