Cadillac ha ricevuto l’approvazione della FIA per entrare in F1 a partire dal 2026, è notizia nota da ormai qualche mese. Il team, supportato da General Motors, sarà l’undicesima squadra sulla griglia e il sesto costruttore ufficiale, affiancandosi a Mercedes, Ferrari, Honda, Ford e Audi. Un cammino lungo e non esente da intoppi che alla fine ha visto gli americani trionfare anche grazie alla dipartita della Renault che ha creato un buco che la FOM ha voluto colmare immediatamente.
Dopo mesi di trattative e pressioni politiche, il progetto ha ottenuto il via libera definitivo. La decisione è stata favorita anche dall’intervento di Mario Andretti, che ha sollecitato un’indagine del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per possibili violazioni delle leggi antitrust. Questo ha spinto i titolari dei diritti commerciali della Formula 1 a rivedere la loro posizione, dribblando il rischio di sanzioni economiche serie.
L’ingresso di Cadillac prevede un investimento iniziale stimato in 450 milioni di dollari, un importo superiore ai 200 milioni previsti dalle attuali normative per i nuovi team. Tuttavia, alcune scuderie ritengono che questa cifra non sia sufficiente per compensare l’impatto economico della nuova entrata sul montepremi complessivo. Nelle discussioni sulla nuova versione del Patto della Concordia (l’attuale scade alla fine di quest’anno, ndr), la cosa sarà affrontata e si dovrà giungere a un necessario compromesso che non penalizzi troppo il subentrante che ha ottenuto l’ok da Liberty Media.
F1, Cadillac – Un ingresso strategico con il supporto di Ferrari
Cadillac sarà in Formula 1 come team ufficiale, distinguendosi dalle squadre clienti. Ma servirà del tempo affinché la cosa si realizzi pienamente. L’auto sarà sviluppata internamente, mentre il motore e la trasmissione saranno forniti da Ferrari, garantendo una base tecnica solida per il debutto.
Il progetto è già in fase avanzata. Il team conta attualmente 270 dipendenti, con una sede operativa a Silverstone, e lavora da oltre un anno e mezzo sullo sviluppo della vettura. Finora ha beneficiato della possibilità di effettuare test senza le limitazioni imposte dal tetto di spesa e dalle restrizioni sulla galleria del vento, un vantaggio non trascurabile in vista del debutto.
Ma la FIA ha prontamente fermato questa deriva imponendo al team, a partire dal 1° gennaio 2025, di rispettare le tabelle ATR a cui ottempera la Sauber arrivata ultima nel 2024. Stesso dicasi per il budget cap che ora vincola l’azione della squadra di cui Mario Andretti è presidente onorario.

Cadillac – Una struttura tecnica di alto livello
Cadillac ha assemblato un reparto tecnico di esperienza, con figure chiave provenienti da Renault e Manor. Tra i nomi di spicco figurano Pat Symonds, Nick Chester, Jon Tomlinson, Rob White, John McQuilliam e Simon Cayzer.
Nonostante ciò, le squadre rivali temono che Cadillac possa attrarre ingegneri e personale tecnico dai team attuali, potendo offrire stipendi competitivi e posizioni di responsabilità. Il rafforzamento dell’organico sarà una delle priorità nei prossimi mesi.
Cadillac, ovviamente, pensa anche alla coppia piloti. Il gruppo ha lasciato aperta la possibilità di schierare un pilota statunitense, con Colton Herta tra i principali candidati. Il 24enne californiano, vicecampione della IndyCar nel 2023, rappresenterebbe un’opzione ideale per dare al team una forte identità americana.
Per il secondo sedile si valuterà un profilo con esperienza in Formula 1 (Perez, Bottas, Zhou?). La scelta sarà presa entro metà 2025, con l’obiettivo di garantire un equilibrio tra talento emergente e conoscenza della categoria.
Cadillac – F1: ingresso nel momento giusto
Mario Andretti ha sottolineato come il debutto nel 2026 sia strategicamente vantaggioso. L’introduzione del nuovo regolamento tecnico costringerà tutti i team a ripartire da zero, offrendo a Cadillac maggiori possibilità di ridurre il gap con le squadre già affermate.
“Entrare in un periodo di stabilità regolamentare sarebbe stato molto più difficile. Il 2026 ci permetterà di iniziare su basi più equilibrate,” ha dichiarato “Piedone”.
L’entusiasmo per il progetto è tangibile anche tra i tifosi americani. L’ex campione del mondo ha raccontato come il supporto sia evidente ovunque vada: “Ricevo costantemente messaggi di incoraggiamento e complimenti per l’ingresso in Formula 1. È stato un percorso complicato, ma ora tutti apprezzano lo sforzo fatto”.

L’obiettivo: un motore Cadillac entro il 2028
L’ingresso di Cadillac non si limiterà alla creazione di una squadra, ma prevede anche lo sviluppo di un proprio motore. General Motors ha già delineato un piano per la realizzazione di un’unità propulsiva che potrebbe debuttare entro il 2028. “Vogliamo dimostrare il nostro valore su una piattaforma globale e portare le nostre tecnologie a un livello superiore”, ha recentemente dichiarato Mark Reuss, presidente di General Motors, il grande orchestratore della nuova avventura in Formula Uno.
Per rispettare le normative FIA, Cadillac dovrà notificare entro la fine del 2025 l’intenzione di sviluppare un proprio motore e dimostrare di non aver superato i 105 milioni di dollari di investimento annuale nello sviluppo della power unit. Operazione che in America ritengono di poter svolgere senza intoppi.
Nel frattempo, com’è noto, il team ha siglato un accordo pluriennale con Ferrari per la fornitura del propulsore V6, garantendosi una soluzione competitiva per il primo ciclo di due stagioni in Formula 1.
L’arrivo di Cadillac rappresenta un passo importante per il motorsport americano. Il supporto di General Motors e la strategia a lungo termine dimostrano che il progetto ha basi solide. Con l’ingresso nel 2026, una struttura tecnica esperta e un motore fatto in casa previsto per il 2028, Cadillac potrebbe diventare un protagonista della Formula 1 nei prossimi anni.
L’obiettivo non dichiarato ma fortemente caldeggiato è quello di spostare l’asse della serie dall’Europa all’America. E non solo per quanto riguarda i gran premi e gli interessi economici. Cadillac intende portare i titoli oltreoceano riuscendo in un evento che modificherebbe la parabola tracciata da una categoria fortemente eurocentrica che però sta via via perdendo il legame con le sue radici. La vittoria da parte di una realtà yankee rappresenterebbe una spallata definitiva al paradigma e renderebbe davvero globalizzata la Formula 1, rendendola ciò che Liberty Media sogna sin dal momento del suo ingresso.
Crediti foto: Andretti Global, Cadillac