Flavio Briatore non ha mai avuto bisogno di mezze misure quando si è trattato di parlare di Fernando Alonso. Nel documentario DAZN “Bravissimo”, l’ex team principal che più di chiunque altro ha legato il proprio nome alla carriera dell’asturiano torna a difenderne il valore assoluto, andando oltre i numeri e oltre l’albo d’oro. Per Briatore, Alonso resta uno dei più grandi piloti di sempre, penalizzato non dal talento ma dalle circostanze.
“L’unica cosa che posso dire è che Fernando, con il suo immenso talento da pilota, ha raccolto meno frutti di quanti meritasse di ottenere. Non per colpa sua, né mia, ma per altre circostanze. Un pilota come lui avrebbe dovuto vincere sei o otto campionati mondiali”, afferma Briatore senza esitazioni come riporta SoyMotor. È una frase pesante, che rilegge vent’anni di Formula 1 da una prospettiva interna, quella di chi ha visto Alonso fare la differenza quasi ovunque abbia corso.

Il punto centrale del ragionamento dell’imprenditore italiano è netto: il pilota può spostare l’ago della bilancia, ma non può supplire alle mancanze strutturali di una squadra. “È logico, perché ha sempre fatto la differenza nelle sue squadre. Ma serve anche la fortuna che, nel momento in cui fai la differenza, la tua squadra sia pronta. Se la squadra fallisce, non è colpa del pilota, è colpa del team”, aggiunge Briatore, chiamando in causa una responsabilità collettiva che troppo spesso, nel racconto pubblico, viene scaricata sul singolo.
Il tema dei numeri che non raccontano la reale grandezza di Alonso torna quando Briatore guarda al presente e al futuro. “Ma i suoi numeri non corrispondono a ciò che merita. Ce la farà ancora? Può darsi, non si sa mai”. Non è una promessa né una profezia, ma il riconoscimento che, anche oltre i quarant’anni, Alonso resta un’anomalia competitiva, uno che può ancora sorprendere se il contesto tecnico lo consente.
Nel documentario emerge però anche una dimensione più intima, quasi formativa, del rapporto tra i due. Briatore non parla solo del pilota, ma dell’uomo e del leader che Alonso è diventato negli anni. “Ero sicuro che Fernando Alonso fosse qualcuno di più che speciale. È normale che sia diventato campione. Abbiamo sempre avuto la convinzione di affrontare un pilota eccezionale. Negli ultimi 30 o 40 anni ci saranno stati, al massimo, tre o quattro piloti della statura di Fernando Alonso”. Un’affermazione che colloca lo spagnolo in una ristrettissima élite storica, al di là delle epoche e dei regolamenti.

Grande spazio viene dato alla disciplina, elemento che per Briatore distingue i campioni veri da quelli solo veloci: “Ha una concentrazione incredibile e non si distrae con i dolci, ne prende solo mezzo cucchiaino. Ha una forza di volontà impressionante, sempre concentrato sul lavoro. È sempre concentrato sul suo lavoro. Tutto ciò che fa si basa sul suo obiettivo. Ecco perché è stato un leader nelle squadre in cui è stato”. È il ritratto di un professionista ossessivo nel senso più nobile del termine, capace di trascinare l’ambiente e di imporsi come riferimento tecnico e umano.
La chiusura è affidata a una metafora che dice molto della visione di Briatore sulla Formula 1 e sui suoi protagonisti. “I piloti devono agire da gladiatori. È una professione adatta solo ai gladiatori. Questo è ciò che li definisce e li diverte. Sono persone fuori dagli schemi, perché per guidare una Formula 1 devi essere pazzo fino al midollo. Se facessi un encefalogramma vedresti che sono fuori dal comune. Ma sono gladiatori straordinari”. In questa descrizione estrema, Alonso è incluso a pieno titolo: un combattente, prima ancora che un campione.
Il messaggio che emerge è coerente e potente. Per Flavio Briatore, Fernando Alonso non è un due volte campione del mondo “incompiuto”, ma un fuoriclasse assoluto che la Formula 1 non è sempre stata in grado di assecondare. E se la storia lo ha premiato meno di quanto meritasse, il giudizio di chi lo ha conosciuto dall’interno resta inequivocabile: Alonso appartiene alla storia più alta di questo sport.
Crediti foto: Aston Martin, Renault F1, Alpine
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