Il bipartitismo in F1 non è contemplato

Monza e Imola possono coesistere nel calendario della Formula 1? Secondo certa politica sì, ma la realtà è ben diversa. E più amara

Visto che ieri in Italia la politica è intervenuta a gamba tesa nella F1, è il caso di dire che il bipartitismo non può esistere. Il riferimento, ovviamente, è all’uscita del Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha parlato a margine della presentazione della conclusione dei lavori sull’autodromo di Monza, che ospiterà tra qualche settimana il Gran Premio d’Italia.

Per bipartitismo, stavolta, non ci si riferisce all’assetto politico caratterizzata dalla predominanza di due grandi partiti, i quali assumono di volta in volta ruoli di governo o di opposizione. No, il riferimento è alla possibilità di avere ancora a lungo termine due Gran Premi sul suolo italiano.

Ieri, come al solito quando di mezzo c’è la politica – e soprattutto quella di determinate aree – sono prevalsi i buoni sentimenti, ma il nostro compito è analizzare certe uscite e presentare il quadro per quello che è: l’Italia si avvia ad avere una sola gara.

F1
Stefano Domenicali, CEO della Formula 1

Innanzitutto, perché lo ha fatto capire a più riprese Stefano Domenicali: due eventi così importanti nel Bel Paese sono poco affini alla nuova parabola che sta descrivendo Liberty Media, che è alla ricerca di nuove aree geografiche e soprattutto di promoter che sappiano soddisfare le sue richieste.

Imola e Monza si stanno adeguando con grandissima fatica agli elevati standard pretesi dal gruppo di John C. Malone. E probabilmente non potranno mai farlo a pieno, per tutta una serie di cavilli burocratici che affliggono l’Italia e per la mancanza di capacità di spesa degli organizzatori.

Ma non è solo “colpa” di Liberty Media Corporation, è anche l’Italia che ha puntato su un solo cavallo: Monza. Decriptando le parole di Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia, il ragionamento diventa piuttosto chiaro: “Su Imola c’è una trattativa in corso per recuperare nel 2026 il GP del 2023, però come sempre non dipende soltanto da noi o da Formula 1, ma anche da altri fattori esterni. Qualora ci riuscissimo, sarebbe già un grande risultato”.

Praticamente, per Damiani diventa un miracolo recuperare una gara saltata per l’alluvione, cosa che doveva essere il minimo sindacale. Invece, si spaccia questa normale dinamica quasi per un capolavoro dell’ars politica.

Le successive parole danno ancora di più la cifra di quanto sia difficile mantenere due gare sul territorio cisalpino: “Due GP in Italia sono un sogno che si è avverato e speriamo che continui. Ma restano sempre un sogno”. La verità è che sia l’ACI che l’esecutivo che in questa fase storica guida l’Italia puntano in maniera convinta su Monza e supporteranno questa candidatura.

Angelo Sticchi Damiani, presidente ACI

F1 – ACI e governo: all-in su Monza

Dipendesse da me, sì”, ha detto Sticchi Damiani parlando dei due Gran Premi in Italia. Ma… “Io però sono quello che alla fine mette una firma sul contratto e mi assumo a nome dell’ACI un impegno per cinque o dieci anni, ma su quella penna ci sta a monte una serie di fatti che non dipendono da me”.

Raccolgo l’impegno del governo e il Ministro è stato molto chiaro: mi fido del Ministro e sono convinto che non mancherà, ma serve anche l’autorizzazione a realizzare le opere nuove. Rendere Monza migliore è nell’interesse di tutti”.

E quale sarebbe l’impegno di Salvini che è alle prese con un’estate orribile dal punto di vista dei trasporti ferroviari nella sua quasi totale indifferenza che cerca di venirne fuori con giustificazioni lunari (il nostro prode ha avuto a dire che il problema sono i troppi turisti che ingolfano il sistema)? Ecco, la promessa del leader leghista è quella di sborsare 30 milioni di euro per contribuire ad adeguare ulteriormente il tracciato brianzolo e per essere forte al tavolo delle trattative che si imbastirà con Domenicale

Evidentemente la linea è chiara: l’esecutivo con i suoi finanziamenti punta su Monza perché, ad oggi, per Imola non è stato promesso alcun intervento. Sarebbe tutto molto più semplice e intellettualmente onesto uscire allo scoperto dicendo: “Signori, in Italia si può avere una sola gara e dobbiamo lavorare in tal senso”.

Ecco che in questo caso sarebbe buona norma prevedere concretamente un’alternanza tra due impianti storici, poiché quello dell’altalena è il principio verso il quale la Formula 1 corre. Tant’è, ad esempio, che Spa-Francorchamps e Zandvoort potrebbero alternarsi dal 2026 in poi per non perdere il loro posto in Formula 1. Oppure, come abbiamo immaginato noi di Formulacritica, deputare Monza alla Formula 1 e Imola ad altri avvenimenti di grande caratura, quale ad esempio il WEC.

Ma per essere così chiari bisognerebbe avere il dono della trasparenza, e si sa che la politica ama invece rimestare nel torbido per creare mille scenari, confondendo il cittadino per poi uscire con la soluzione che, a detta del politicante di turno, è sempre quella più idonea e vincente. Il meccanismo è vecchio come il mondo, da queste parti c’è qualcuno che l’ha compreso e che non si lascia trasportare nel fiume di oniriche parole.

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