Era attesa come rivoluzione e tale è stata, in parte. I regolamenti tecnici della Formula 1 attuale sono entrati in vigore nel 2022 e vedranno la loro fine al termine della stagione. Nonostante manchi un terzo delle gare da disputare in calendario, possiamo già abbondantemente tirare alcune somme. Con un esito, purtroppo, abbastanza scontato.
FIA: premesse buone e tanta “pubblicità”
Gli attuali regolamenti, sono stati largamente indicati da addetti dei team e dei media come la risposta, l’equilibrio perfetto, ai mali degli anni 2017-2021, quando l’aerodinamica era predominante e le simulazioni erano il riferimento assoluto. FIA, Formula One Group e ogni ente possibile e immaginabile hanno sponsorizzato in lungo e in largo quella che era stata definita una vera propria rivoluzione.
L’effetto suolo, ovvero la generazione del carico aerodinamico attraverso il fondo vettura, avrebbe dovuto equilibrare totalmente la griglia. Questo perché come accennato, l’aerodinamica delle ali della precedente generazione di vetture condizionava le gare a tal punto che viaggiare anche solo di poco alle spalle di un pilota comprometteva non solo le temperature degli pneumatici ma anche la percorrenza in fase di curva, giusto per citare un esempio.
Le simulazioni e i ragionamenti della FIA imponevano di credere che i team non avrebbero pareggiato le prestazioni precedenti, immaginando di vivere gare particolarmente intense e imprevedibili. Addirittura, secondo le idee dei legislatori, recuperare prestazioni non sarebbe stato complicato. L’inizio del 2022, e più in generale l’intera stagione, aveva soddisfatto parzialmente le aspettative dei tifosi. Mercedes era stata “bloccata”, Red Bull proseguiva in quello che poi sarebbe diventato un temporaneo “dominio” e Ferrari mostrava finalmente solidi segnali di ripresa tecnica. Ovviamente, è giusto dire e ribadire che lo scopo della FIA e della Formula 1 non è mai quello di aggredire la leadership di un determinato team se non, come anticipato precedentemente, ravvivare lo spettacolo e l’interesse dei tifosi verso campionati dall’esito “scontato”.
Effetto suolo: risultati non soddisfacenti, regole bocciate
Il 2023 è stato ampiamente l’anno in cui i regolamenti hanno raggiunto, in modo prematuro, la piena bocciatura. L’ideologia profusa sempre dai legislatori di essere competitivi nonostante diverse filosofie di sviluppo delle auto si è scontrato contro uno strapotere Red Bull che ha ampiamente indicato la sua RB19 come riferimento assoluto del Circus.
Il 2024, invece, aveva visto già una McLaren parzialmente competitiva dall’inizio della stagione e una Ferrari leggermente in ripresa rispetto alla precedente SF-23 che tanto aveva scatenato le ire dei tifosi dopo la buona base della F1-75 del 2022. Probabilmente, dopo due anni di regolamenti si è trovata una quadra di convergenza prestazionale anche se Verstappen è riuscito a sugellare nuovamente il mondiale piloti mentre McLaren e Ferrari hanno lottato fino all’ultima gara per il mondiale costruttori. Questo ha fatto tentennare alcuni esperti sui regolamenti 2026 chiedendo che questi venissero allontanati temporalmente per godersi finalmente campionati competitivi.
Nel 2025 McLaren ha preso definitivamente il largo mentre Ferrari continua ancora a cercare di capire dove la SF-25 sia realmente buona, Mercedes ha bisogno di correre sul “ghiaccio” per essere competitiva (vedi Australia, Canada e Baku) mentre Red Bull deve affidarsi ad aggiornamenti sparsi su una buona base e su un Max Verstappen che fa l’assoluta differenza. Nei GP corsi a Baku e Monza, notoriamente conosciuti per le loro caratteristiche di essere favorevoli ai sorpassi, gli stessi sono stati di numero esiguo. I team hanno raggiunto prestazioni cosi notevoli da utilizzare ali minimal al posteriore avendo trovato notevole carico dal fondo, sminuendo il DRS e lo spirito sportivo dei sorpassi, profuso sempre da FIA e Formula 1.

Formula 1: regolamenti 2026 già bocciati nelle premesse?
Arrivati alla fase finale di questo ciclo regolamentare, gli occhi sono tutti posti sulle vetture 2026. Secondo il legislatore, il massiccio aggiornamento motoristico e telaistico rimetterà tutto in discussione. Le premesse però, a differenza dell’attuale ciclo, sono ben diverse. Le continue modifiche al regolamento che vedrà la luce a partire dal prossimo Febbraio indicano che i dubbi sono molteplici e i rischi si potrebbero esponenzialmente moltiplicare. La domanda che pervade tutti è sempre la stessa: entro quanto tempo un team prenderà il largo vanificando anni di attesa?
La domanda sopra esposta è lecita, in quanto recuperare ad esempio un mix di deficit tra motore e aerodinamica rischia di essere un investimento ingente che i team delle retrovie faticheranno ad intraprendere. Il tempo stringe, ma il rischio di vedere altri campionati noiosi è altamente elevato.
Crediti foto: FIA.com