C’è un’immagine che racconta meglio di qualsiasi altra il paradosso della Ferrari di oggi: Carlos Sainz che festeggia un terzo posto con la Williams, mentre Lewis Hamilton arranca senza gloria al volante della Ferrari. E non stiamo parlando di una Williams in grado di lottare stabilmente per i podi, ci riferiamo a una squadra che a fatica si sta scrollando di dosso l’etichetta di cenerentola del Circus.
Sainz, cacciato – sì cacciato – dalla Ferrari con la promessa di un futuro scintillante affidato a Hamilton, ha fatto prima a salire sul podio con la “modesta” monoposto inglese che non il sette volte campione del mondo a trascinare la Rossa fuori dal pantano. È un cortocircuito tecnico e narrativo che brucia a Maranello, dove forse si immaginavano che l’ex bandiera Mercedes potesse fare miracoli.

La realtà è crudele. Hamilton, probabilmente, non si aspettava di ritrovarsi in una squadra allo sbando dopo un 2024 in costante ascesa. Un team capace di alternare (pochi) lampi di competitività a giornate di pura sopravvivenza.
La Ferrari SF-25 si è rivelata ancora una volta un progetto incompleto, prigioniero dei soliti difetti strutturali: gestione gomme fragile, carico aerodinamico incostante e una strategia che sembra vivere di improvvisazioni. A nulla sono servite sospensioni riviste e spacciate come miracolose da una stampa accolita, più preoccupata di garantirsi l’accredito al pranzo di Natale che a raccontare il vero.
Il contrasto con Sainz è impietoso. Lo spagnolo, messo alla porta quasi come un ingombro, ha trovato in Williams un ambiente che non promette l’impossibile ma che lavora con coerenza e concretezza. Partito male come Hamilton, gara dopo gara, Carlos si è preso il team ed è salito in cattedra. Cosa che Lewis non ha saputo fare. Il madrileno, nella circostanza azera, è riuscito a capitalizzare una qualifica folle, portando a Grove un podio che vale oro.
Mentre lo spagnolo intona il suo “Smooth Operator”, ritornello diventato il suo marchio di fabbrica, Hamilton, nonostante il blasone, si ritrova a fare quasi da comparsa in una Ferrari che aveva bisogno di un leader tecnico ma che rischia di aver preso un’icona ormai più utile per le campagne marketing che per la reale competitività in pista.
Maranello, forse, si aspettava molto di più. Più velocità, più carisma, più risultati. Invece il confronto con il “figliol prodigo” Sainz, che dalla scuderia è stato allontanato quasi con sufficienza, oggi si trasforma in una sentenza pesante come il marmo: il podio lo porta lui, non il campione da sette titoli. Visione riduttiva? Certo, lo è volutamente. Ma le fotografie dei momenti non possono essere esplicative come saggi specializzati. Ci sono tante cose che non funzionano e molte di queste, non per scagionare Lewis, derivano da un Cavallino Rampante sempre claudicante.

La Ferrari, ancora una volta, è prigioniera delle proprie scelte. Ha rinunciato a un pilota affamato per accogliere una leggenda che rischia di trasformarsi in un monumento immobile. E se a Baku il boato finale è stato per Verstappen e Russell, il sorriso più velenoso lo avrà avuto proprio Carlos Sainz, dall’alto del suo podio conquistato con una Williams mentre il muretto rosso si rendeva ridicolo – avete letto benissimo, ridicolo – con uno swap position imposto di cui Lewis se ne è infischiato altamente. Ed è questa la cosa migliore che ha fatto nel weekend azero perché le pretese di Charles, dopo una gara anonima, fiacca, senza guizzi, non stavano nè in cielo nè in terra. E nemmeno in pista.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, Williams F1
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Infatti Sainz è un desaparecido del campionato, umiliato costantemente dal compagno di squadra Albon. Ma lei, noti pluricampione del mondo di notizie scandalose, si inventa la strepitosa performance in tutto il campionato di Sainz nei confronti di Hamilton! Guardi che e’ sul podio anche nei confronti di Lecletc….patetico articolo
Pensi, illustri Gianfranco, che l’articolo l’ha scritto un dichiarato e incrollabile supporter di Hamilton che però non può affrancarsi dai fatti. Chi si smarca dal buon gusto e dal rispetto per l’altrui opinione, esimio, è lei con questo atteggiamento da tifoso accecato. Trascorra una buona giornata cercando di capire i contesti. Non dovrebbe risultare difficile…